Il Detonatore

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SINISTRE SOMIGLIANZE TRA LA CULTURA WOKE E IL MAOISMO (di Andrea Sartori)

mao

La cultura woke è la versione anglosassone e trendy del vecchio maoismo. Oggi che la Cina si appresta a diventare (così dicono) la prima potenza economica mondiale, ecco che esporta il suo modello in America, adattandolo alla mentalità anglosassone.

Questa è un’affermazione che potrebbe far storcere il naso sia a vecchi comunisti antiamericani che nella Cina vedono la rivincita del 1989, sia a quei liberali che hanno sempre visto negli Usa un faro della libertà.

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Partiamo da un autore cinese contemporaneo, Cixin Liu, prolifico scrittore di fantascienza noto in particolare per il best seller Il Problema dei Tre Corpi. Questo romanzo si apre con una scena ben poco fantascientifica, ma molto reale, ambientata durante la Rivoluzione Culturale maoista. Si tratta del processo intentato dalle Guardie Rosse verso un professore di Fisica. La sua colpa: aver insegnato la relatività di Einstein.

“La relatività fa parte dei fondamenti teorici della fisica. Come può essere estromessa da un corso di introduzione alla materia” ribatte il professore. Allora si alza una sua allieva che dice “Dobbiamo comprendere la natura reazionaria della relatività di Einstein. Il modello statico dell’universo nega la natura dinamica della materia. È antidialettico! Tratta l’universo come fosse limitato, e questa è palesemente una forma di idealismo reazionario”.

Più avanti si spiega come questa allieva, fiutando i venti politici, abbia cominciato a cambiare i nomi delle leggi fisiche: le equazioni di Maxwell divennero equazioni elettromagnetiche, la costante di Planck la costante dei quanti. “Spiegavi ai tuoi studenti che tutte le scoperte scientifiche erano il prodotto della saggezza delle masse lavoratrici e che le autorità accademiche capitaliste si limitavano a rubare i loro frutti, a mettere i loro nomi a questi successi”. Il professore poi viene accusato di aver insegnato la più reazionaria di tutte le teorie: il Big Bang. Lascia aperto uno spiraglio per Dio”.

Dopo questo tuffo nella follia maoista pensiamo a cosa sta succedendo ora in Occidente. La Quality Assurance, l’agenzia che valuta l’insegnamento universitario nel Regno Unito ha ordinato di “decolonizzare la matematica”. Le categorie del cultural marxism (marxismo culturale), sfociato nella cultura woke, sono diverse dal maoismo, ma la sostanza è la stessa. Il vecchio marxismo parlava di “classi lavoratici” che sarebbero state derubate delle loro scoperte dai vari Planck e Einstein. La “decolonizzazione della matematica” non vuole arrendersi al fatto che gli antichi Greci o i tedeschi abbiano dato alla storia della materia un contributo più grande dei Masai e degli Zulu. Si passa da categorie di classe a categorie etniche, ma il tipo di ragionamento resta il medesimo.

Pensiamo alla guerra mossa dagli atenei anglosassoni a William Shakespeare,  considerato solo un dead white male, un maschio bianco morto. Gli studenti dell’Università della Pennsylvania hanno sostituito i suoi ritratti con quelli di Audre Lorde, una poetessa lesbica afroamericana, i cui unici meriti letterari sono quelli appunto di essere lesbica e afroamericana. L’orientamento sessuale e l’etnia al posto del proletariato, ma il risultato non cambia.

E non è ideologia quella della rivista di cinema Sight and Sound che esclude dai più grandi film di sempre Il Padrino parte II e Toro Scatenato, per dare la palma di capolavoro a uno sconosciuto film belga di impostazione femminista intitolato Jeanne Dielman, 23, quai du commerce, 1080 Bruxelles? È lo stesso principio proclamato da Mao: la “lotta ai quattro vecchiumi” (vecchie idee, vecchia cultura, vecchie usanze, vecchie abitudini) e “la letteratura e l’arte devono servire le masse” che vide quindi la condanna e il rogo degli scritti di Confucio, oltre che dei grandi classici cinesi considerati espressione della vecchia cultura feudale.

Nel romanzo di Cixin Liu, il professore viene poi ammazzato di botte dagli studenti (la vera protagonista è sua figlia). Qui non si è ancora visto, per fortuna… Anche se ci siamo vicini. Una delle più importanti autrici contemporanee, J.K. Rowling, è stata minacciata di morte dagli attivisti LGTB, per le sue posizioni sui trans. La cosiddetta Cancel Culture può assumere forme di una violenza estrema.

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Oggi il mondo è conteso tra due egemonie: quella statunitense, al momento sotto il tallone woke che nemmeno Trump è riuscito a contrastare, e quella cinese che, con Xi Jinping, sta rispolverando diversi aspetti del maoismo.

Non è un caso se la vivacità culturale di questo scorcio del XXI secolo sia incredibilmente bassa. Laddove regna l’ideologia, l’arte muore.

Andrea Sartori

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L’AUTORE

Andrea Sartori è nato a Vigevano il 20 febbraio 1977. Laureato in Lettere Antiche presso l’Università degli Studi di Pavia. Ha vissuto a Mosca dal 2015 al 2019 insegnando italiano e collaborando con l’Università Sechenov. Attualmente collabora presso il settimanale “L’Informatore Vigevanese”. Ha pubblicato con IBUC i romanzi Dionisie. La prima inchiesta di Timandro il Cane (2016) e L’Oscura Fabbrica del Duomo (2019) e, con Amazon, Maria. L’Eterno Femminino (2020)

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