Il Detonatore

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HEFNER, IL FONDATORE DI “PLAYBOY”, UN PERVERTITO? EPPURE, AVRÀ AVUTO ANCHE DEI DIFETTI (di Matteo Fais)

hugh hefner

A quanto pare era un porco, un depravato, ossessionato dal sesso, dedito alla contemplazione voyeuristica delle sue ospiti durante orge infernali e affetto dalla tendenza a indulgere in sostanze stupefacenti di tipo alcolico e non solo. Probabilmente doveva avere anche dei difetti, ma ciò non è dato sapere.

Manco a dirlo, si sta parlando di Hugh Hefner, creatore della superlativa rivista “Playboy”, il Vangelo di ogni uomo sano dalla cintola in giù, spiritualmente mosso dai più alti principi che un essere di sesso maschile possa nutrire: tette, culo, fica e tanta ottima scrittura – su quel magazine hanno pubblicato racconti e articoli alcuni tra i migliori scrittori al mondo.

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Puntuale come la nottola di Minerva, che inizia a volare quando la giornata è già bella che fatta, anche per lui, post mortem, sono giunte accuse sulla sua vita dissoluta, in particolare all’interno della villa nota come Playboy Mansion. Accuse, come tutte quelle che si sentono ultimamente dopo il #metoo, fantastiche! Al re della pornografia soft si contesta di essere stato sessualmente libero fino all’aberrazione. Razionale come andare in cerca di vergini in casino, o chiedere consiglio a Rocco Siffredi per guadagnare uno stoico controllo delle passioni.

Oramai siamo al controsenso più totale, al ribaltamento di qualsivoglia ovvietà e logica. Per giustificare l’ennesima follia, hanno fatto addirittura un documentario in dieci puntate, che in America uscirà il 24 gennaio su A&E, intitolato Secrets of Playboy. Naturalmente, come di consueto, queste persone hanno avuto un brusco risveglio di coscienza dopo decenni e sempre senza prima aver detto di no a quella vita quando erano ancora in tempo.

Adesso si sono quasi tutte ricredute, appena hanno sentito odore di potenziali guadagni, esattamente come in passato si sono fatte venire i calli alle ginocchia quando i soldi si facevano in ben altre posizioni. Certo, le migliori sono le ex mogli di Hefner, le quali si saranno sicuramente accompagnate a lui unicamente in ragione del suo fascino.

Veramente, è tutta una gigantesca follia. Il femminismo di nuova generazione ha il magico potere di mutare tutte le troie in puttane oneste, di far rispuntare l’imene a chiunque abbia vissuto nell’agio mostrando la passera al mondo.

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L’obiezione che certi muoveranno è ovvia: se quelle ragazze volevano continuare a fare un simile lavoro, erano costrette a piegarsi, altrimenti sarebbero state allontanate. Ma chi cavolo l’ha detto che una debba per forza vivere vendendo foto di nudo? Questo non si è mica capito. Non c’è neanche la scusa che fossero delle poverette indotte a vendere la propria forza lavoro per due soldi, perché non è certo questo il loro caso.

Anche dalla peggiore angolazione possibile, costoro sono state sfruttate da un sistema di cui, a loro volta, hanno ampiamente beneficiato per garantirsi una vita nel lusso. Il discorso che varrebbe per la povera operaia costretta a fare turni anche alle 4 di mattina non ha ragion d’essere per una simile fattispecie. “Playboy” e affini costituiscono un mondo a parte, in cui le norme consuetudinarie sono inevitabilmente stravolte, come avviene in generale nel mondo del porno. Non fate finta di non capire.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.

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