Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

“USE YOUR ILLUSION” DEI GUNS, UN DOPPIO ALBUM MAGNIFICO, COMPIE TRENT’ANNI ( di Matteo Fais)

copertina guns

Quell’intro di basso, sulla batteria di You Could Be Mine che fin da subito martella cupa e pesante, dà uno strano piacere, come prendere a cingiate, con una mano, l’ex ragazza, mentre con l’altra la si schiaffeggia. Oggi, tanta misoginia – ma è solo amore che si ribalta su sé stesso – non sarebbe ammessa. Proprio per questo è bellissimo sentire la voce affilata di Axl che dice di essere un freddo bastardo che spezza i cuori, li taglia in due, in particolare a una che ha quella faccia da troia da prendere a schiaffi – proprio lei, con la sua lingua di cocaina.

Bestiale, ma più ironico, su un riff di chitarra quasi blues, anche in Bad Obession: autodistruzione e odio per qualche dannata puttana che ti manipola fino a mutare le tue fragilità in rabbia invereconda. Perciò non riesci a smettere di pensare di sprofondare nel letto e chiami tua madre – quell’altra stronza – che, tanto per cambiare, ti ha dato del pazzo, dicendoti che quella non è niente di speciale. Sì, ma allora perché riesce a prenderti in giro, mentre ti offre una striscia – sempre di coca, manco a dirlo.

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Use Your Illusion dei Guns n’Roses fu un album, un doppio album, al principio dei ’90, stupendo ed efferattissimo. Violenza verbale, odio, chitarre stranianti, testi come rompighiaccio conficcati nel costato che scavano e quella voce vibrante di collera e volubilità. Le femministe, oggi, con i social, li avrebbero fatti neri. Loro se ne sarebbero fottuti comunque, perché di donne nelle loro stanze ne avevano avute a centinaia, forse a migliaia, consumate come droga, ragazze drogate dal loro fascino selvaggio. Axl saliva sul palco con un’aria leggermente più matura di quando registrò Appettite – a volte aveva addirittura la barba –, ma sempre serpentino e attraente come il tentatore nel giardino dell’Eden – casualmente, una delle canzoni si intitola proprio Garden of Eden.

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Guns n’ Roses, Your Illusion I II BOX SET 2022, Geffen.

Il numero di pezzi immortali è quasi insopportabile, praticamente impossibile da riunire in due soli album. Canzoni anche infinite e dolorosissime, come Estranged (“Quando parli a te stesso/ E non c’è nessuno a casa/ Puoi riuscire a ingannarti/ Sei venuto solo al mondo”). Straziante e incurabile, eterno, epocale. Quasi mai è stato scritto un pezzo altrettanto malato, in cui ogni suono è solitudine e incapacità di stabilire un contatto col resto dell’umanità, il manifesto dell’alienazione esistenziale, di una frattura insanabile tra l’io e il mondo. Un brano sull’amore, ovviamente impossibile, assurdo, basato su un’incomunicabilità che non può trovare soluzioni. Un pezzo da ascoltare fino a sentire le lacrime scorrere e oltre, lì dove ogni particella del sé collassa.

Si possono tranquillamente evitare i pezzi più famosi – come le due versioni di Don’t Cry. Sono stupende – ma cosa non lo è in questo doppio? Adesso che sono passati più di trent’anni dalla sua uscita, dedicatevi anche a quelle meno note che non sono finite su un singolo – come si diceva soprattutto allora, quando i singoli erano ancora importanti, qualcosa a parte dagli album.

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Locomotive è un brano, per esempio, durissimo e veritiero sull’amore che ti devasta, in cui cerchi di trovare consolazione incontrando solo il sordido nel cuore di lei. Sì, su quel sentimento che muove il sole e le altre stelle c’è tanto da recriminare. Lo provano canzoni come 14 Years, o Yesterdays.

In questi due dischi – 4 in vinile –, ognuno ha da trovare il suo percorso di dolore e redenzione. Ma, entrambi sono superlativi e folli. E il nostro animo è lì, alla mercé dei soli che sanno trovare le parole e le note per raccontarlo. Non si esce vivi dagli anni ’90.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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