Il Detonatore

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IL POTERE “NORMALIZZANTE”: IL POS E LA PERVERSIONE SOVIETICA DEGLI ITALIANI PER IL CONTROLLO  (di Matteo Fais)

Non è un caso che l’Italia abbia avuto uno dei più grandi partiti comunisti d’Europa. Esattamente come non è un caso che tutti i palazzi intorno al vostro vedano muratori al lavoro, grazie ai vari bonus statali che permettono di rifare le facciate, o l’interno delle case, se non proprio a costo zero, con una spesa decisamente agevolata. Similmente dicasi per l’erotica ossessione verso il posto statale.

L’Italia è nella sua essenza una Nazione sovietica o – fuor di metafora – in cui la gente è molto meno anarchica di quanto si pensi. Tutti sognano l’ala protettrice della grande famiglia statale. Quasi tutti i cittadini bramano un uomo o un grande organismo che decida in propria vece. Lasciate perdere che questo abbia sempre scelto male e gli Italiani lo abbiano ogni volta criticato. Ma il loro inconscio desiderio è oramai chiaro.

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Un aneddoto molto noto – non è dato poi sapere se sia vero, ma certo risulta quantomeno verosimile – racconta che Mussolini avesse ricevuto una missiva di un qualche personaggio in vista nel Sud Italia, il quale lamentava di aver avuto la figlia privata della sua virtù e posta in stato di attesa da un giovanotto. Si richiedeva pertanto al Duce e al Partito di intervenire in modo tale da spingere il giovane a sposare la ragazza, con un matrimonio riparatore, così da non infangare il buon nome della famiglia. Si racconta che Mussolini, nel sottoscrivere la richiesta, non potendo proprio dire di no a una figura tale – lui che, quanto a privare le donne della propria virtù, ne sapeva una più del diavolo –, abbia sorriso.

L’episodio, come si diceva, pur mancando la sicurezza della sua veridicità, è certo plausibile e rende molto bene l’italico spirito di molti: niente deve cadere al di fuori del controllo statale, neppure le pratiche sessuali – peraltro svolte nel totale consenso – tra due ragazzi capaci di intendere e di volere. L’italiano è un platonico, nel senso che sogna proprio la Repubblica immaginata dal filosofo ateniese, un sistema irreggimentato di controllo, un grande fratello ante litteram.

Del resto, il consenso diffuso verso la vaccinazione obbligatoria e il green pass prova, oltre ogni ragionevole dubbio, la mancanza di fondamento di una certa visione che ha sempre qualificato l’uomo dello Stivale come al di là di qualsiasi legge, un seguace dell’individualismo più allergico alle norme. Ogni qual volta che l’uomo medio sente qualcuno alzare la voce e dire “Si fa così, punto!”, lui piega docilmente la schiena, felice di aver trovato un Capo pronto a condurlo verso il regno dell’Ordine e la Disciplina senza appello.

Non stupisce, pertanto, il fastidio suscitato nella pubblica opinione dall’idea di aumentare da 30 a 60 euro il pagamento tramite POS, senza andare incontro a sanzioni. Del resto, in ogni bar-gelateria, si vedono ragazzini pagare persino i 3 euro di gelato con un’applicazione del cellulare.  È una specie di sindrome. Si sviluppa ad avere continui contatti ravvicinati con il Potere e i suoi gangli. Del resto, uno dei tratti fondamentali di quest’ultimo è di non essere repressivo e persecutorio, ma normalizzante. In soldoni, indurre l’individuo a non pensare neppure la trasgressione, ma anzi a manifestare volontariamente la propria adesione alla regola imposta.

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Naturalmente, tutta questa battaglia è indirizzata verso coloro che sono più simili all’uomo qualunque, i commercianti comuni, i baristi, i bottegai. Fedele alla narrazione televisiva, l’italiano neppure pensa a tutte quelle categorie che costituiscono il grosso dell’evasione, come spacciatori e prostitute, impossibili da pagare con soldi che non siano contanti.

Per le persone è tutto sommato normale che lo Stato sappia, vigili, decida e punisca. Ciò dà loro un senso di sicurezza, contro la forza entropica dell’individualità libera. In particolare il pidiota è segnato da questa tendenza, dal sogno del buon Leviatano. Lui ama farsi schiacciare da un Potere superiore. Palesemente, la libertà ha un prezzo troppo alto per la sua patologica insicurezza.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

Un commento su “IL POTERE “NORMALIZZANTE”: IL POS E LA PERVERSIONE SOVIETICA DEGLI ITALIANI PER IL CONTROLLO  (di Matteo Fais)

  1. E già tra Pepponi, Don Camillo e sindaci dei rioni Sanità pare esserci poco spazio per l’ anarchia. Credo sia un fatto atavico, siamo sempre stati con le pezze al culo per cui l’ Arte di pararcelo c’è l’abbiamo po’ tutti. Mi pare sia stato Montanelli a definire gli italiani come un popolo di camerieri, con tutto il rispetto per la categoria è una metafora che calza a pennello.

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