IN CARCERE A CAUSA DI ONLYFANS – ECCO COSA SUCCEDE NEGLI STATI ILLIBERALI (di Matteo Fais)
Raccapricciante! Da mettere i brividi! Povera libertà! Pensare che, ancora nel 2022, si possa andare in carcere per dei contenuti a luci rosse è semplicemente inaccettabile. È totalitario e squallido come nessun film porno riuscirà mai a essere.
Quanto successo sotto il regime militare in Birmania, lì dove due ragazze sono finite in carcere per dei filmati erotici pubblicati su OnlyFans e altri siti privati, dovrebbe far riflettere su i rischi che si corrono a promuovere e supportare società palesemente illiberali.
Purtroppo, in Occidente, con l’aumentare del disagio generato dalla disoccupazione e dalle distanze sociali, sta crescendo una pericolosa fascinazione per simili moti autoritari. Ogni regime che sembri porre un argine al presunto degrado delle nostre parti fa breccia nei cuori. Torme di ragazzi, senza occupazione o precari, privi di famiglia e figli, si trastullano sognando una rivincita per la loro esclusione. Pensando a queste donne che guadagnano “senza fare niente”, mentre loro si devono spezzare la schiena, covano rancore e rabbia in modo cieco – non ci sarebbe da stupirsi se, prima o poi, qualcuno entrasse in una scuola per compiere una strage stile Columbine.
Purtroppo, in Occidente, pur essendo liberi, non siamo stati granché educati alla libertà. I professori, a scuola, ci hanno cresciuti dicendoci che le televisioni di Berlusconi ci obnubilavano la mente, come se non esiste il telecomando e la possibilità di spegnere la TV, quasi vivessimo sotto il regime del Grande Fratello orwelliano, lì dove lo schermo rimane perennemente acceso.
Nessuno ci ha spiegato quanto sia bello poter scegliere e rifiutare nel caso, vedere un McDonald e rispondere “no, grazie”. Niente, ci hanno messo in testa che l’unica cosa a esistere è la propaganda e che questa condizionerebbe senza possibilità di scampo – fatto salvo i pochi illuminati che hanno inteso il nostro essere vittime della stessa. Proprio per questo, ora, da certi, la reazione folle e coercitiva dei birmani viene salutata come una grande conquista.
Sì, indubbiamente, secondo molti, la libertà è un capo oramai fuori moda, da strappare e da cui ricavare stracci. Nessuno che arrivi a comprendere come OnlyFans, il portale attraverso cui strarlette più o meno famose vendono contenuti espliciti, sta in piedi sulla base del fatto che qualcuno volontariamente acquista quel genere di prodotti. Nessuno li costringe e neppure il bisogno è una scusa. Ci sono mille altri modi gratuiti per appagare i proprio bisogni insoddisfatti e, se proprio non ci si riesce, si può sempre ricorrere agli psichiatri – del resto, servono anche a questo.
No, quasi nessuno si rende conto, in questo bellissimo Occidente di tristezza e decadenza, quanto siamo fortunati ogni giorno a poter dire la nostra – e gli altri di seguirci o mandarci al diavolo –, a stare lì a parlare male di tutto e tutti di fronte a un aperitivo indigesto, sapendo che OnlyFans esiste ma ne facciamo tranquillamente a meno, senza bisogno di mandare in carcere chi vorrebbe venderci le sue porcherie.
Certo, non mancano gli elementi esecrabili e decisamente di cattivo gusto, in questo mondo libero, dalla Ferragni a Totti, passando per i contenuti televisivi e oramai pure per quelli letterari. Ma se state cercando un responsabile per la loro diffusione, sappiate che non vi resta se non di fissarvi allo specchio.
Matteo Fais
Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais
Chat WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734
L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.