Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

E SE VERRÀ IL LOCKDOWN ENERGETICO, LO ACCETTERANNO… (di Matteo Fais)

Oh se lo accetteranno! Accettano tutto. Il Potere, con le sue imposizioni, ha un fascino particolare sulle masse. L’essere ligi a un dovere calato dall’alto, per quanto stupido questo possa risultare, soddisfa un qualche senso atavico nell’uomo medio. 

È la sindrome del bravo bambino, la perversione del rigore. Ci vogliono delle regole, non importa quali. Le regole danno sicurezza, calmano gli animi con la loro impersonalità identica per tutti, sollevano dalla responsabilità e dalla riflessione autonoma rispetto al proprio agire. L’abbiamo visto durante la pandemia.

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Adesso, Draghi parla di imporre, per decreto, una temperatura massima, a livello di riscaldamento casalingo. State certi, la gente lo troverà legittimo. Questo sovietismo blando, lo stalinismo del termosifone, il cesarismo della pompa di calore è consustanziale a un’epoca di mollezza pacifista e idiozia. La grandezza della Nazione, oggi, passa dal termostato, dal sacrificio nella regolazione della caldaia. Consumare meno e farlo tutti. La convinzione è che Putin verrà a più miti consigli osservando la colonnina di mercurio nell’umile dimora di nonna Pina. Vedendo i nostri selfie, in casa, con indosso il cappotto, anche lui si convincerà che la pace è meglio della guerra.

I tedofori di partito sono già partiti. Hanno officiato e il sacro ordine hanno twittato. Chicco Testa, Alessandro Gassman, la schiera degli inutili ha consigliato il maglione in casa. Come se i pensionati a 1000 euro al mese e i loro figli disoccupati vivessero a 45 gradi, mentre fuori fa meno 5. Che delirio! Anche a essere antiputtiniani, viene da auspicare che lo Zar di Russia ci sganci l’atomica addosso, perché proprio ce la meritiamo.

A ogni modo, credendo di far dispetto al dittatore dagli occhi di ghiaccio, tutti hanno indossato un indumento in più per la campagna di Russia sul divano, mettendo mano ai condizionatori. Economia di guerra: abbassare la temperatura, spegnere le luci. Stalingrado ha resistito ai tedeschi più feroci, prima ancora a Napoleone, ma questa volta capitolerà per la nostra stolida perseveranza. Il Signore aiuti sti deficienti!

Di emergenza in emergenza, comunque il popolo non si stanca. Sono tutti sul piede di guerra, e hanno ancora la mascherina sulla faccia e venti scatole di igienizzante nello sgabuzzino. Sognano Putin a Piazzale Loreto, appeso a testa in giù, il tutto trasmesso in mondovisione e chissà che non ci scappi pure, poi, un serie NETFLIX – titolo provvisorio La caduta dello Zar.

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Ma è presto ancora per il panem et circenses. Questo è il momento del sacrificio e della resistenza. Non c’è neppure bisogno di fare niente, basta la narrazione epica dei mass media e la parsimonia nell’uso della bombola. Sempre senza scordarci il Covid. Credere nel vaccino, obbedire ai diktat di Draghi e combattere Putin sul filo della temperatura. Vincere e vinceremo la dittatura del coronavirus e il virus della dittatura. 

Di una cosa, a ogni buon conto, si può stare certi: la normalità non tornerà mai. Non c’era prima e meno che mai potrà riprendere corso adesso. La gente è scema, psicotica, ama il controllo per il controllo. Obbedisce agli ordini, persino quando questi sono venuti meno – vedasi il caso della mascherina, mai realmente riposta nel cassetto. Se Burioni riemerge dal dimenticatoio e inizia a dire che ci vorrebbe una collisione sulla superficie terrestre, per avere il riscaldamento, senza il gas dei russi, questi si mettono a tifare asteroide. Scommettete? 

Matteo Fais 

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

2 commenti su “E SE VERRÀ IL LOCKDOWN ENERGETICO, LO ACCETTERANNO… (di Matteo Fais)

  1. A ” cesarismo della pompa di calore” mi stavo pisciando dal ridere. Comunque come sempre leggere i tuoi articoli è come rivedere ogni mio singolo pensiero steso bene per iscritto ma con un non so che di geniale, di tragicomico. Adoro come scrivi le cose. Comunque ho pensato e detto anche io, a me stesso e ai miei parenti in preda a un impeto d’ira nel sentire le solite cazzate su Putin cattivone/pazzo/ assassino ( l’insieme delle solite minchiate ripetute a pappagallo dal tg di turno) che mi auguro che l’atomica la sgancia sull’Italia, perchè questo paese di merda merita solo di essere raso al suolo. Io adoravo la cultura italiana, ne ero fiero. Non sto qui a elencare le eccellenze di questo paese che ben conosciamo, ma è diventata la patria per eccellenza degli zombie sadici, ipnotizzati, lobotomizzati. Non c’è soluzione se non la loro dipartita in massa affinchè le persone rimaste ”umane” posso condurre una vita dignitosa. Se poi crepiamo pure noi pazienza, la finiamo di soffrire perchè con sti scemi a distruggere le nostre vite, a renderle un totale incubo, in un sistema antiumano e col prospetto imminente del transumansimo e controllo totale è meglio schiattare. Sarebbe buono condurre una vita, in questo periodo di follia, alla ”vado a vivere in alaska”.. aria pulita, inquinamento zero, lavori per mangiare e non combatti coi cretini. Ma in questo posto di merda non c’è un pezzo di terra che si possa occupare per trarre riparo e sostentamento e ancor meno ne siamo all’altezza essendo cresciuti in un posto cementato come delle mammolette. (parlo in generale per comodità, ognuno ha la sua storia)

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