Il Detonatore

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LA MATERNITÀ PANDEMICA – IL DELIRIO NON SI FERMA (di Clara Carluccio)

L’amore materno, oggi, si esprime con maschere anti gas e tuta integrale collezione Chernobyl ’86. All’occorrenza, anche un bagagliaio buio e stretto in cui segregare la prole infetta. Indubbiamente, il premio Best Momy lo vince Sarah Beam, la statunitense che ha appunto rinchiuso il figlio nel vano posteriore dell’auto perché positivo al Covid

Sulla buona strada anche la nostrana Francesca Barra: professione giornalista, grande estimatrice dell’accademia Gassman figlio – la scuola di spionaggio da terrazzino per sventare gli aperitivi residenziali – e ortodossa osservante del protocollo anti contagio. La donna sta vivendo il dramma di una gravidanza in concomitanza a un membro della famiglia positivo – la figlia di otto anni – e, da brava soldatessa del Governo delle emergenze, l’ha messa in isolamento.

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La bambina si è trasformata, al tocco del tampone magico, in una potenziale bomba batteriologica appestatrice del futuro fratellino o sorellina, da confinare nella sua cameretta, convertita da luogo di favole e giocattoli, in una sweet carceraria, in attesa della negativizzazione

Mamma Franci ha raccontato di essersi dovuta “ingegnare”, procurandosi l’intero kit protettivo – tuta, doppia mascherina, guanti e visiera -, perché, dato il suo stato interessato, soffriva molto del non poter mettere piede nella stanza e accarezzare la piccola

Hai visto, bambina, la tua mamma si è vestita come gli eroi della televisione. Casa vostra è diventata un reparto Covid, un hub vaccinale. Per la condotta esemplare e le immancabili critiche al mondo no-vax, la Barra si è meritata il premio “Mamma igiene dell’anno”. 

E tu, genitore degenere e negazionista, se la scienza dice che non puoi toccare tuo figlio, non azzardarti. Punto. Basta con il mito della presenza fisica, il complotto del sistema immunitario e la fake news del normale virus che va e viene. Questi pargoli vanno svezzati il prima possibile a suon di Dad e pugnetti al posto del “give me five”

Il compagnuccio di banco è sopravvalutato, una figura obsoleta, un residuo della società avanti Cristo, anzi, avanti Covid. Perché affezionarsi a pochi amici, quando si può non averne affatto? Viva la fluidità, la vita indipendente da ogni legame. Fare merenda vicini, sussurrarsi all’orecchio, battere le mani cantando le filastrocche, addio. Chissenefrega delle recite di Natale, le feste di compleanno, le gite scolastiche senza nessuno escluso. Ricettacoli di malattie mortali, come quella che ha colpito la figlia della Barra? Non esattamente. La giornalista ha dichiarato che, dopo qualche linea di febbre, la bambina ha iniziato a stare meglio. Insomma, la pandemia starà anche sterminando l’intera popolazione italiana ma, da come la descrive, in casa sua ha preso le sembianze di una qualsiasi influenza. Se così si dovesse confermare, salvo improvvise tragedie, una bambina sarebbe stata privata inutilmente della vicinanza della propria madre. Considerando la cieca fedeltà ai dettami sanitari, c’è da scommettere che non sarà né la prima né l’ultima volta. 

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Le mammine dell’era Covid hanno dimenticato i benefici dei baci e delle carezze sui propri figli. L’effetto placebo da contatto fisico e le implicazioni psicologiche che la mancanza di esso può comportare – lo diceva la scienza.

La nuova generazione, invece, non distinguerà nemmeno le espressioni facciali, perché avrà visto solo orsetti e caramelle disegnati sulle mascherine. Quando, e se, questa pantomima sanitaria finirà, l’essere umano vedrà irrimediabilmente modificato il suo comportamento sociale. Sarà un delatore, un igienizzatore e un distanziatore irremovibile. Persino l’istinto materno andrà perso e, per questo, la Barra, più che farci rabbia per le automatiche accuse ai no-vax, dovrebbe farci una gran pena. Anche lei, come tutti, pagherà caro le conseguenze. 

Clara Carluccio 

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