Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – LA SOLA FAVOLA DA RISCRIVERE È QUELLA DEL MASCHIO BIANCO PRIVILEGIATO RACCONTATA DALLA MURGIA (di Matteo Fais)

Caro lettore, vorrei che per un attimo ti guardassi allo specchio. Tu sei un privilegiato, sappilo. Non lo dico io, ma una voce ben più autorevole, Michela Murgia. Oltre ai suoi mille interventi social, radio e televisivi in merito, ti consiglio di leggere l’ultima puntata della sua rubrica su “L’Espresso”, L’antitaliana, spazio settimanale a cui è succeduta dopo la dipartita di Giorgio Bocca.

È sempre utile confrontarsi coi suoi pensieri perché la scrittrice non è scema, per quanto sostenga la parte con una ben celata malafede che potrebbe trarre in inganno. Il fatto è che, come insegna il saggio – se non sbaglio Woody Allen –, il bello dell’essere intelligente è che puoi permetterti di fare l’idiota, mentre il contrario non è possibile. Insomma, lei le idiozie le dice animata dalla arguta sapienza di chi sa come sviare e determinare il dibattito, attirare simpatie pagate al prezzo di poche e insignificanti antipatie.

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Per esempio, il suo ultimo pezzo sul politicamente corretto, visto come manifestazione paranoica del gruppo egemonico – il maschio bianco –, è particolarmente significativo di come lei cerchi con grande abilità di confondere i piani. In principio, si dice che “editorialisti, politici e qualche comico” sbraitano e fanno le vittime contro la cancel culture, perché spaventati dall’idea di perdere il potere sulle parole che impunemente esercitano da tempi immemori.

Diciamo pure che, a tal proposito, potrebbe avere almeno in parte ragione. Uno che parla sempre in favore di telecamera, che dirige un qualche quotidiano nazionale, ha innegabilmente una posizione di privilegio. Una posizione che, attenzione però, lei non lo precisa, è condiviso da personaggi appartenenti a entrambi i generi sessuali. Da Vittorio Feltri alla compianta Oriana Fallaci, da Lucia Annunziata a Federico Rampini, non si può certo dire che costoro – io direi, in buona parte, anche meritatamente – non godano o abbiano goduto di una certa posizione privilegiata. Certo, poi, si potrebbe ricordare che Feltri, tanto per citarne uno, ha rischiato di essere allontanato dall’Ordine dei Giornalisti e, per ovviare, ha autonomamente preso la porta, però, arrivati alla sua età e ai suoi guadagni, come direbbe lui, “che cazzo me ne frega a me”. Sta di fatto che la scure della censura pendeva sul suo operato, quindi non è vero che anche un privilegiato non può essere vittima del politicamente corretto, ma di questo, adesso, poco ci importa.

Il vero problema è che, subito dopo, la Dottoressa Murgia fa un indebito salto dal particolare al generale, estendendo i presunti vantaggi all’intera categoria dei maschi bianchi (“Vorrei dire loro che non esiste alcuna minaccia alla supremazia del maschio bianco eterosessuale senza disabilità”). Da principio, avevo pensato a un semplice errore logico, ma mi sembrava strano da parte di una donna che ha studiato filosofia come lei – almeno, se non ricordo male. E, in effetti, ripensando a tanti altri suoi tweet, interventi e articoli, mi sono ricordato che da sempre l’intera categoria, senza distinzione tra direttori di giornali, operai cassaintegrati, disoccupati ed esodati è nel suo mirino di killer senza scrupoli.

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Devo dire che mi è terribilmente difficile scorgere questo mare di benefici in un’Italia dove la maggior parte delle pensioni sono intorno ai mille euro – il che vuol dire che molte sono al di sotto –, in cui la ex borghesia compra al discount cercando le offerte speciali, i precari sono oramai la maggioranza, il miraggio del posto pubblico è tramontato, aprire un’attività è come attaccarsi una sanguisuga alle palle, e le file fuori dalla Caritas o dalle associazioni che distribuiscono pasti caldi sono in costante aumento.

Ma dove cazzo è questa posizione dominante? Cioè, mi si vorrebbe far credere che un disperato con 500 euro di Reddito di Cittadinanza dovrebbe lottare perché ci siano più attori di colore nelle serie Netflix? Mi si vorrebbe dire che, nella coppia sposata, che fa la fila per un piatto di pasta e fagioli, lui sarebbe l’oppressore di sua moglie? Ma, soprattutto, perché una donna che scrive per il gruppo editoriale Repubblica-Espresso non è considerata privilegiata rispetto a un uomo che fa il commesso al centro commerciale? Così, giusto per dire…   

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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