Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – LA FAMIGLIA FERRAGNEZ: FENOMENOLOGIA DELLA REGRESSIONE SOCIAL(E) – (di Davide Cavaliere)

Sfuggire al proprio tempo è impossibile, dunque non possiamo non scrivere di Vittoria, il nuovo bambolotto di mamma Ferragni e mamma tatuata Fedez. Dopo il successo internazionale del putto riccioluto e smorfioso, ecco che la celebre coppia fabbrica per il pubblico di Instagram una nuova creatura frignante.

Non riesco a credere che i due, per quanto milionari, abbiano davvero desiderato un nuovo bambino. Erano i followers – anglicismo col quale, da qualche anno a questa parte, indichiamo le masse decerebrate dei social network – a volerlo e loro, abili imprenditori, li hanno accontentati.

ACQUISTA il nuovo romanzo di Matteo Fais, Le regole dell’estinzione, Castelvecchi.
AMAZON: https://www.amazon.it/regole-dellestinzione-Matteo-Fais/dp/8832828979/
IBS: https://www.ibs.it/regole-dell-estinzione-libro-matteo-fais/e/9788832828979

Ecco, dunque, un nuovo essere umano esposto alla triviale curiosità del popolo del web. Leone e Vittoria stanno vivendo un Truman show, con la loro esistenza, compresa quella fetale, data in pasto al morboso e demenziale interesse dei followers di “mammina” e “papino”.

Il neonato viene gettato in rete e subito si mette in moto la macchina solipsistica e masturbatoria di Instagram. Una moltitudine di manichini condivide l’immagine, che viene riprodotta illimitatamente e ubiquamente. Senza che ne sia consapevole, la creatura si ritrova esposta nel panopticon mondiale e diventa oggetto di commenti ridicoli e meme inutili.

Sarebbe ingiusto prendersela solo con il rapper e la influencer che, in fondo, si sottomettono ai meccanismi mediatici del totalitarismo contemporaneo, del quale sono “icone” e “modelli”. Sono centinaia e centinaia i bambini costretti a diventare influencer, indossatori, appendiabiti viventi, réclame in forma umana o mere estensioni della personalità narcisistica dei genitori.

I baby influencer sono un’attrazione su Instagram, come un tempo lo erano gli attori hollywoodiani. Genitori-manager trasformano i propri pargoli in “star” dei social, attraverso scatti studiati, pose da vip e abbigliamento alla moda. Bambini costretti a subire shooting quotidiani.

Ancora più sconcertante è l’interesse che i suddetti pargoli suscitano. Milioni di persono desiderano vedere il figlio piccolo di qualcuno mentre mangia, dorme, piange o cammina. Il ché è abbastanza indicativo dello stadio terminale a cui è giunta la civiltà digitale. Ma perché i bambini suscitano tale interesse? Possiamo abbozzare una risposta: l’infante è il modello a cui aspira l’adulto contemporaneo. Il nostro tempo – dominio di un capitalismo compenetrato dal marxismo sessantottino – ci vuole mantenere in una condizione di infantilità, perciò eleva il Bambino a paradigma. 

CONTRIBUISCI ANCHE TU A SUPPORTARE IL NOSTRO GIORNALE
Caro amico lettore, come potrai immaginare, dietro questo blog ci sono diverse persone che collaborano agli articoli che tu quotidianamente leggi. Se desideri supportare la nostra attività, ti saremmo grati se volessi dare il tuo sostegno all’Iban IT53E3608105138290082390113. L’intestatario è Matteo Fais. Grazie di cuore, La Redazione.

I consumatori, in fondo, sono solo dei kids in un supermercato globale di merci e servizi. Essi non fanno altro che comprare, passare da giocattolo a giocattolo, invidiando quello altrui. La società dei consumi è puerile e il “Puer” è il suo emblema. La caduta del Padre e di ciò che lo simbolizzava (Dio padre, terra dei Padri, famiglia patriarcale) ha prodotto il trionfo del “bambino”.

L’Infante prolifera e si ricerca la sua innocenza evitando il Male in tutte le possibili forme – morte, malattia, conflitto, odio – e acquistando in modo smodato balocchi sofisticati. Il bambino, oggi, insegna all’adulto basti pensare a Greta , lo guida nei consumi, negli interessi, s’impone alla sua attenzione. Il pupo non parla e il follower nemmeno. Quest’ultimo balbetta in una lingua impoverita, stringata, formattata dai mass media

Ecco il mondo dei bambini: non è né innocente né buono, ma il regresso è evidente.

Davide Cavaliere

L’AUTORE

 DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais, del giornale online “Il Detonatore”. 


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *