Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

LA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO E’ UNA DICHIARAZIONE DI FALLIMENTO (di Franco Marino)

Quando si vuole edulcorare il significato di un concetto, è sufficiente cambiargli nome e molti si illudono di non dover scontrarsi con l’esatto significato in esso contenuto.
Gli esempi sono numerosi. Flessibilità è il nome, apparentemente sensuale e seducente con cui edulcorare un significato ben più triste e grigio: precarietà. Mutuo è la parola dolce e suadente con cui molti si illudono di acquistare una casa, non rendendosi conto che in realtà si stanno indebitando per decenni e che fino a quel momento non sono proprietari assolutamente di nulla, dal momento che non possono disporre pienamente di quel bene come se quel debito non esistesse.
Ristrutturazione del debito è, invece, l’altro nome con cui designare quello che, di fatto, è il fallimento dell’Italia, che peraltro era già in programma da decenni, persino da anni in cui ci veniva raccontato che l’Italia era la quarta economia del mondo.
Ma partiamo da una premessa che ho spesso ricordato e che molti spesso dimenticano. Nel 1945 gli italiani hanno malamente perduto una guerra. Ora, chiunque abbia studiato storia, sa benissimo che quando un paese perde una guerra succedono cose molto brutte: la sovranità del paese vinto viene smembrata, spesso il territorio di quel paese viene spartito dal vincitore con gli alleati, gli abitanti del posto vengono fatti schiavi, le armi di quel paese vengono requisite, in generale alla nazione vinta capitano tutte le cose brutte che possono capitare a chiunque perda una guerra.
Della fantomatica Liberazione dai regimi nazionalsocialisti si tende a dare molti meriti agli americani. Cosa vera solo parzialmente, dal momento che moltissimo del “merito” andò anche ai sovietici. Non a caso, gli accordi di Yalta divisero l’Europa in due, quella occidentale agli americani e quella orientale ai sovietici.
Tuttavia, gli americani non fidandosi dei sovietici, permisero che le nazioni occidentali che avevano riportato gravi danni dalla guerra, non patissero le vere conseguenze di una guerra persa e così gli italiani non solo conobbero sul momento grazie ad un cosmetico mantenimento di una sovranità e di un’unità territoriale, l’illusione di non averla davvero persa quella guerra, ma nel giro di quindici anni grazie al piano Marshall raggiunsero un livello di ricchezza che fino a quel momento era sconosciuto alla storia italiana.
C’è solo un problema. Quella ricchezza si basava sulla speculazione finanziaria statunitense che comprando i titoli di stato italiano, consentiva che l’economia italiana galoppasse, in cambio di una totale sudditanza della politica italiana ai disegni di Washington.
Tutto questo, come è ovvio a chiunque abbia un cervello, non aveva niente a che fare con la benevolenza degli americani quanto con l’esigenza – che del resto fu anche alla base della nascita dei nazifascismi – che i paesi europei non si facessero sedurre dal modello sovietico che sicuramente per i ricchi e per i proprietari rappresentava una minaccia ma che per i poveri cristi che non avevano nulla, rappresentava il grande miraggio di una vita nuova.
Oggi che l’URSS non c’è più, non c’è più neanche l’interesse da parte degli americani a sostenere le economie europee e dal 1992 ad oggi, i paesi europei stanno attraversando un lungo periodo di crisi economica e politica, che ha avuto un primo picco nella crisi del 2008 e che si ripeterà nel 2021 quando, a colpi di lockdown, le economie dei paesi europei verranno di fatto dichiarate fallite.

Perchè dico questo? Perchè la ristrutturazione del debito questo è. Nè più nè meno. Ristrutturare un debito significherà ufficializzare che quel debito di fatto non verrà pagato. A questo punto, due sono gli scenari possibili. Il primo è che si dica ai creditori “Signori, noi non possiamo ripagare quel debito, quindi attaccatevi al tram”, col risultato che i creditori se ne scapperanno e smetteranno di investire sui debiti dei paesi europei. E il secondo è che il governo decida di pagare questi creditori con beni e risparmi italiani, il che spiega anche perchè si stia cominciando a parlare di patrimoniali e di ritorno dell’IMU anche per la prima casa. Così come spiega anche tantissime cose che in apparenza sembrano entrarci come il cavolo a merenda ma nelle quali invece, in controluce, si vede la filigrana del tentativo di appropriarsi del patrimonio degli italiani: ossia il fatto che moltissime leggi, come quella sullo stalking, sull’omofobia e quant’altro, prevedano anche pesanti pene pecuniarie, fino anche alla confisca dei beni.
Appare chiaro che l’obiettivo di queste leggi, spesso fumose, che non specificano mai con chiarezza cosa sia perseguibile o meno, sia quello di consentire ai creditori di mettere le mani sui beni degli italiani. I quali, trovandosi magari alle prese con un’accusa per la quale si prevede la confisca dei propri beni, preferiranno venderli, magari ad entità finanziarie con sedi fiscali all’estero pronte a subentrare.

Col MES poi – e basta leggere il documento per rendersene conto – dietro l’apparente bonomia di aiuti economici, si può tranquillamente riscontrare come la condizione per il loro sblocco sia che il governo italiano adotti delle misure ben precise che, nella loro farraginosità apparente, sfocino in leggi contro patrimoni e risparmi degli italiani. Il che fa giustizia anche della grande bugia che il governo racconta e cioè che il MES è un aiuto senza condizioni. Come il concetto di “adozione di misure di garanzia” e “aiuto senza condizioni” stiano insieme nella stessa frase non è dato capirlo a meno che non sia una malcelata truffa linguistica. Ma del resto la richiesta di condizioni è l’inevitabile condizione per ogni credito, proprio come fanno i creditori quando un debitore fallisce. Senza poi alcuna garanzia nè che quei creditori continueranno ad investire nè che effettivamente il debito sia quel che dicono. E se a questo si aggiunge che buona parte del debito pubblico è in mani italiane, questo è TUTT’ALTRO che una cosa positiva, perchè se il debito fosse quasi interamente straniero, noi potremmo dire “Ehi straniero! Non ti pago più! Fottiti”. A quel punto, allo straniero non rimarrebbe che dichiararci guerra ma di fatto, le conseguenze per l’erario italiano sarebbero minime. Invece, grazie ai vari Monti, Letta etc., noi ci siamo ricomprati buona parte del debito pubblico e il risultato è che a breve si delineeranno due schieramenti: da una parte le partite IVA e i lavoratori dipendenti, dall’altra pensionati, impiego pubblico, possessori di rendite e risparmiatori che ovviamente si faranno la guerra per difendere ognuno il proprio, senza rendersi minimamente conto che TUTTI sono in pericolo perchè questa è una guerra alle nazioni, non ai singoli interessi.

Purtroppo la gente è abituata che i debiti siano solo quelli privati. Io contraggo un debito con te e tu creditore, se non puoi riscuoterlo, dichiari fallimento e ti prendi la mia casa, la mia automobile e tutto ciò che puoi prenderti. E quel che è peggio, è abituata al fatto che lo stato sia un’entità a parte rispetto ai cittadini mentre è, invece, espressione dei cittadini.
Ma i debiti pubblici sono debiti a tutti gli effetti e vanno, in un modo o nell’altro, SEMPRE ripagati dal debitore. Quando non vengono ripagati da quest’ultimo, li ripaga qualcun altro che magari non ha alcuna colpa. Ecco perchè si chiamano “debiti pubblici”. Perchè sono, in realtà, debiti che un cittadino contrae per il semplice fatto di esistere. Come in una delle sue geniali battute, annunciando la nascita della figlia, Checco Zalone annunciò “E’ nata Gaia, tre chili e trentamila euro di debito pubblico”. Bei tempi di una volta, visto che adesso il debito è salito a 48.000 euro.
Solo che questo debito non verrà pagato certamente dai nullatenenti i quali anzi sono stati ripagati col fantomatico reddito di cittadinanza (che è in realtà un reddito minimo). Non verrà certamente pagato dai dipendenti pubblici i quali rimarranno inchiodati al loro posto e al massimo perderanno un anno o due di stipendio che verranno forse erosi dalle pensioni future. Indovinate chi lo pagheranno? Partite iva, risparmiatori, proprietari di immobili. Che pagheranno i debiti anche di quelli che non lo pagheranno.

Interessarsi alla politica italiana, alle sue sorti, a quelle dei suoi protagonisti, significa partire dall’erroneo presupposto che l’Italia sia un paese sovrano, in grado di assumere direzioni autonome. Fin quando non si sovvertirà l’attuale alveo costituzionale.
La democrazia e la sovranità di questo paese non muoiono con l’approvazione del MES ma nel 1945 con l’ufficializzazione della sconfitta militare dell’Italia e la creazione di una Costituzione fatta per rendere il paese schiavo di USA, URSS e Gran Bretagna. Il MES è soltanto una cremazione programmata da decenni.

Questo è il futuro che ci attende se non ci ribelliamo. Quando si perde una guerra, è così.

FRANCO MARINO

Un commento su “LA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO E’ UNA DICHIARAZIONE DI FALLIMENTO (di Franco Marino)

  1. Perfetto come sempre nella tua disamina Franco Marino.
    Rimane come sempre un solo dubbio: come fare a “ribellarsi “?
    Sicuramente non “democraticamente 🤣” con il voto, che considerato l’andazzo delle elezioni americane , mi viene da ridere nel pensare al nostro.
    Quindi?
    Purtroppo manca un leader o un’organizzazione che possa far da traino in questa “ribellione ” che troverebbe sicuramente molti adepti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *