Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – CON LE FOTO CHE PUBBLICATE SU INSTAGRAM, VI INDIGNATE PER UN COMMENTO GOLIARDICO DI MASSIMO BOLDI (di Matteo Fais)

Lui non mi è mai piaciuto, perché non è goliardico, ma triviale. Lino Banfi è decisamente più sopraffino e divertente, in molti episodi della sua filmografia – poi, ovvio, non è Bergman, ma neppure ha la pretesa, se non di intrattenere.

Sta di fatto che indignarsi per Massimo Boldi che scrive qualcosa tipo “trombala, se lo merita”, in un commento alla foto di un suo amico – non so neppure chi sia –, è ridicolo e può avvenire solo in un mondo ormai reso bigotto e grottesco da #metoo e altre scorie femministe varie. Poi, certo la frase di Boldi non era proprio gentile, ma neppure una violenza sessuale, santo cielo!

Tanto per stare in tema, comunque, poco fa apro Instagram e vedo la foto postata da una modella che seguo – non che me ne freghi un cazzo di lei, non è mica Sylvia Plath, ma “un bel culo fa allegria” come cantava Giorgio Gaber. Dico così perché la tizia è proprio nuda, vista da dietro, insomma di culo – intendiamoci, liberissima di farlo, è un suo diritto. Non ve lo nascondo, volentieri le darei una “passata”, come dicono i vecchi dalle mie parti. Niente di strano, pensano così più o meno tutti i maschi, anche quelli di Sinistra – e persino i gay, seppur alla vista di altri culi.

E quindi? Sarei da crocifiggere perché un culo mi fa venire voglia di toccarlo, o perché vorrei insinuarmi al suo interno pompando a più non posso? È la natura. Ogni uomo normale, per tendenza innata, ha di queste fantasie.

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Ma niente, le femministe danno fuori di matto. Lo accusano addirittura per i suoi tanti film del passato che veicolerebbero un’idea avvilente della donna. Ridicole! Come se quelle attrici, o presunte tali, non avessero preso parte alle pellicole di loro spontanea volontà e dietro lauto pagamento – chissà poi perché si critica sempre l’uomo che degrada la donna grazie al denaro, ma mai quella che per esso si fa umiliare.

Ciò che però mi fa proprio sbellicare è che il web è pieno – vedi, per esempio, Instagram – di tizie che si fanno notare per foto delle bocce o del fondoschiena, certo molto di più che per la loro abilità come pianiste. E perché non andiamo a vedere quante sono quelle che volontariamente girano film porno, in cui si fanno sbor… eiaculare dentro dal primo venuto – scusate l’ambiguità ma, giuro, non ci avevo pensato. Lascio a voi la ricerca, ma il numero è impressionante. Per non parlare di tutte coloro che fanno soldi – nello specifico, esentasse – su onlyfans, vendendo loro foto di nudo e affini.

E che cazzo, finitela di fare finta di niente e accusarci di sessismo ogni volta che apriamo bocca. L’ottanta percento di voi non fa altro che postare foto da sito di escort e poi ci fate la morale se ci scappa una battuta di cattivo gusto. Sapete benissimo, quando mostrate le vostre natiche sui social, di non lasciare ai posteri alcuna opera d’arte, ma di solleticare unicamente il basso istinto maschile. Sapete benissimo cosa pensiamo e volete proprio questo: in due parole, siete esibizioniste che ambiscono a far tirare cazzi. Poche balle, potete darla a bere giusto a quattro cuckold sinistrati che si sentono in colpa perché hanno l’uccello.

Tra parentesi, è solo perché Boldi è vecchio e brutto che è scoppiato sto casino. Chissà quante volte un calciatore giovane e ben in arnese avrà detto a una delle sue fan “Dai, tesoro, succhiami il cazzo”. E sapete cosa hanno fatto quelle? Il “Sì, Signore” a bocca aperta e lingua in rotazione. A ogni modo, dopo tutti i calli alle ginocchia che si sono fatte venire, avessero almeno il buongusto di non romperci i coglioni.

P.S: Care femministe, prima di deliziarci con qualche vostro commento del cazzo, in cui fate finta di avere il cervello di Simone de Beauvoir, perché non ci dite come mai Massimo Boldi stava con una più giovane di lui di oltre trent’anni. Già che ci siete, spiegateci pure come mai non si vedono in giro molti della sua età, con 400 euro di pensione e altrettanta fortuna in amore… Bacioni.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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