Il Detonatore

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I LUPI DEL LOCKDOWN E LE PECORE CHE NON VOGLIONO CAPIRE (di Franco Marino)

Una delle più famose favole di Esopo narra di un lupo che vuole a tutti i costi aggredire un agnellino che sta bevendo l’acqua a valle mentre il lupo è alla fonte. Dal momento che l’agnellino si limita solo a dissetarsi in grazia di Dio, il lupo inizia a provocarlo, accusandolo di inquinargli l’acqua. L’agnellino gli risponde “Scusami, come faccio io ad inquinarti l’acqua se io sto a valle e tu alla fonte?”. Senonchè il lupo, vistosi smarrito dall’imparabile risposta dell’agnello, cambia fronte e lo accusa di aver insultato suo padre l’anno prima. E l’agnello risponde “Io l’anno scorso non ero ancora nato”. Esaurite le accuse, il lupo salta addosso all’agnello e lo mangia.
E’ ripensando a questa storiellina apparentemente una semplice favola ma stracolma di significati morali – come tutte le favole di Esopo, del resto – che ripenso alle minacce di lockdown che arrivano in questi giorni ai cittadini, accusati semplicemente di vivere. Chi se ne va sul lungomare, chi quest’estate se ne andava in spiaggia a divertirsi, chi andava in discoteca. Tutti sono stati alluvionati da valanghe di moralismi da parte di preti spogliati, tutti, anche coloro che hanno un comportamento civico assai poco irreprensibile, si sono trasformati in sbirri civici pronti ad urlare al cittadino colpevole di non aver indossato alla perfezione la mascherina, autoprocurandosi così la propria quotidiana dose di adrenalina.




Insomma, un popolo di agnelli è cascato mani e piedi nelle accuse pretestuose del lupo, senza rendersi conto che è la disonestà di fondo del lupo il vero problema.
Quello a cui stiamo assistendo è un copione già scritto perchè il vero obiettivo non è proteggere gli italiani dal virus ma mandare l’economia in crisi per costringere l’Italia a cadere nel ricatto del MES che costringerà il governo italiano ad adottare misure altamente impopolari contro il paese.
Naturalmente per giustificare questo crimine, si cerca di scaricare la colpa sui cittadini, rei di passeggiare per strada, complice un Novembre mite, di non rassegnarsi ad indossare un’inutile mascherina, di avere rapporti sociali, di andare al ristorante, di mangiare, di bere, di ballare, di farsi il bagno, di copulare – sino alla demenziale pubblicità della Durex che esorta i potenziali clienti a “fare da sè” – insomma di vivere.
I lupi della politica si approfittano dell’innocenza dei cittadini per vessarli, per derubarli, per costringerli ad una lunga morte dapprima civile e poi fisica, secondo un copione che è già scritto, giustificando il tutto con una pandemia che, giorno dopo giorno, palesa sempre più i propri contorni farseschi.
Forse, se avessimo letto meno Repubblica e più Esopo, non ci saremmo ridotti a questo punto. Avremmo riconosciuto l’inganno, chissà.
Ma stavolta è Fedro a dire che chi si fa pecora, il lupo se lo mangia.

FRANCO MARINO

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