Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – CONTRA NETFLIX – SPARIAMOCI A RIPETIZIONE LINO BANFI CONTRO L’ASFISSIA DELLE PIATTAFORME TV POLITICAMENTE CORRETTE (di Matteo Fais)

Non se ne può più. Ogni serie televisiva decente – e sono poche, pochissime – deve per forza di cose pagare pegno al progressismo imperante. Non parliamo poi di quelle indecenti che sono pura propaganda, roba che neppure l’Istituto Luce sotto il Fascismo.

Se ogni volta devo sorbirmi bacini e bacetti omo – cosa che già vedo in spiaggia e per strada, senza che la cosa dia scandalo a nessuno, contrariamente a quanto vorrebbero far credere -, preferisco, mentre cammino verso il futuro, come l’Angelus Novus di Walter Benjamin, guardare al passato, a tutta la commedia sexy anni ’70-’80, i classiconi con Lino Banfi e Alvaro Vitali.

Voglio dire, ok, l’abbiamo capito che esistono i gay, le lesbiche, gli unicorni e gli orsetti, però adesso basta. Non è che divento un persecutore nazista, se non mi vedo almeno due ore di turbamenti amorosi tra adolescenti che hanno scoperto di amare il cazzo e non la fica. D’accordo, fratelli, fate come vi pare. Scambiatevi effusioni, inculatevi, bevete spritz tenendovi per mano e tanti auguri. Io ne ho pieni i coglioni. Politicamente corretto a iosa, piacevole come una supposta. Pare che anche Carlo Verdone si sia scassato le palle – come non capirlo. Oramai, ogni volta che apri bocca, offendi la sensibilità di qualcuno. Basta, per Dio!

Ho voglia di dismettere l’abbonamento a quella merda di piattaforma e tornare ai vecchi DVD: La moglie in vacanza, l’amante in città; Vieni avanti cretino; Cornetti alla crema; Pierino colpisce ancora; Il Brigadiere Zaccaria amava la mamma e la polizia. Mi manca quella comicità leggera, fatta di calembour e giochi di parole, di battutacce e doppi sensi. Nelle serie NETFLIX, con tutti sti bacini e profondissime inquietudini, ci si prende troppo sul serio per i miei gusti. È ammorbante che per un’inculata debbano scorrere tutte ste lacrime. Noi etero – o cisgender, come cazzo si dice oggi – siamo molto più autoironici. Ci piace un culo, una patonza, due bocce epiche e ci ridiamo su. Sbirciamo dal buco della serratura e ci sentiamo ridicoli. Se ci danno dei maniaci, non ne facciamo un dramma, ma ci stappiamo una birra, ruttando allegramente, in canottiera, lasciando ai depilati di sentirsi i più sensuali. 

Che poi, dannazione, pure quando davano del frocione, in uno di quei film, era uno scherzo bonario, che se ti offendi a guardarlo sei solo un pirlacchione, santo cielo. Oggi, per un accenno alla questione, ti troveresti l’Arcigay in divisa alla porta di casa – una versione ancora più ridicola di quelle dei filmetti di allora, alla Village People. 

È la dimensione liberatoria che è venuta meno, per lasciar spazio a una serietà triste e senza scampo. Nessuno può più essere preso in giro per la panza e la calvizie. In compenso, chi dispensa diritti civili come se piovesse ci prende quotidianamente per il culo dicendo che il precariato è una conquista, la disoccupazione non esiste e se la MinistrA vuole metterla in culo alla mia categoria non la posso chiamare troia perché una donna non là si può offendere. 

NETFLIX, inutile chiarirlo, è il male, la propaganda statunitense che entra nelle case per sovvertire la nostra serenità e intrappolarla in una gabbia di proibizioni. Noi rispondiamo con il boicottaggio e una bella pernacchia. Anzi, con il Banfi di Vieni avanti cretino: “go to die to kill”, vai a morì ammazzeto.

Matteo Fais 

L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. A settembre, sarà nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

Un commento su “L’EDITORIALE – CONTRA NETFLIX – SPARIAMOCI A RIPETIZIONE LINO BANFI CONTRO L’ASFISSIA DELLE PIATTAFORME TV POLITICAMENTE CORRETTE (di Matteo Fais)

  1. 92 minuti di applausi! Sto pensando anche io di dismettere l’abbonamento. Mi sono rotto le palle di cartoni porno e omosessualità a palla inutile e gratuira.

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