Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

CREDETE DAVVERO CHE LA SOCIETÀ ESIBIZIONISTA SIA MIGLIORE DI QUELLA IN CUI SI ESPONEVA IL LENZUOLO, DOPO LA PRIMA NOTTE DI NOZZE? (di Matteo Fais)

Potrebbe sembrare una pratica barbara, arcaica. La verità è che noi guardiamo al passato senza vedere mai con altrettanto distacco il nostro presente. 

Certo, immaginate l’ansia, il mattino dopo. Le due suocere che ti piombano in camera, prendono il lenzuolo e lo espongono ad amici e parenti, sulla pubblica piazza. E, se non hai sanguinato, sono cazzi tuoi, è proprio il caso di dirlo. All’occorrenza, viene tagliato il collo a una gallina e nelle due donne più vecchie resta il sospetto che tu sia una poco di buono, una che si è concessa prima del matrimonio – e Dio solo sa a quanti. Forse unicamente tua madre proverà a difenderti, dicendo: “Io sono sicura dell’onore di Giuseppina e, del resto, è sempre stata in casa. Se è uscita è stato solo con me e col padre, per andare in Chiesa”. Certo, privacy e riserbo non erano granché possibili in una società dove non esisteva il singolo, ma la comunità

Beh, credete forse che oggi le cose vadano meglio, o la componente sessuale sia realmente circoscritta all’intimità? Non mi pare proprio. Una qualunque spiaggia – e non solo – è più trasparente della vetrina di un bordello, nel red district, ad Amsterdam. Tra l’altro, sono le donne a esporsi volontariamente in un modo che lascia francamente sconcertati. E non parlo solo di ragazzine sciocche e oche, ma di madri di famiglia. Mi è oscuro che piacere traggano nel mostrare incidentalmente il buco del culo, indossando un perizoma, a degli emeriti sconosciuti, o nel far vedere che dalle mutandine esce loro una cazzo di subumana farfallina. So solo che, tendenzialmente, se la mia ragazza andasse a esporre la mercanzia in spiaggia, la pianterei lì, con l’invito ad andare a farsi inculare da chi meglio crede. 

Se la società del passato era fastidiosamente invasiva, la nostra ha fatto della messa in mostra della propria intimità una bandiera. Lo scandalo che vigeva in precedenza, e limitava la libertà di pubblica esposizione, rendeva possibile quel senso di sacralità ed erotismo che oggi è ormai morto. Secondo loro, un culo – nudo o vestito non importa – non dovrebbe suscitare alcun effetto. E purtroppo, è questo ciò che accade. Siamo una società in cui tutto è sessualizzazione, ma al contempo eroticamente anestetizzata. Esponiamo noi stessi senza alcun pudore, però troviamo strano quel lenzuolo che, in altri tempi, veniva mostrato al balcone – comunque molto meno della figa o del culo, oggi, su Instagram. No, decisamente, non siamo migliori. Siamo solo più esibizionisti.

Matteo Fais

L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. A settembre, sarà nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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