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L’EDITORIALE – UNA RELIGIONE CHIAMATA PROGRESSISMO (di Davide Cavaliere)

C’è qualcosa di inquietante e sorprendente negli uomini di fede progressista. Non sono individui, ma automi afflitti da torpore dogmatico. Soffrono di cecità volontaria di fronte alla realtà, vivono in una dimensione ideologica disancorata dell’autenticità dei fatti. Pur di non mettere in dubbio la loro visione falsata delle cose, sono pronti ad affermare ogni menzogna, a difendere l’indifendibile, a sacrificare il loro intelletto sull’ara della correttezza politica. Sono adepti fanatici di una religione secolare. 

Nonostante il dichiarato ateismo, la Sinistra è una fede intramondana, pervasiva e totalizzante, che avviluppa l’identità degli individui e li rende incapaci di separare il personale dal politico. Per questa ragione non mettono mai in dubbio le loro posizioni, perché ciò incrinerebbe la loro identità personale, l’idea che si sono fabbricati di sé, quella di paladini del Bene, moralmente e intellettualmente superiori alla massa e alla storia.

Sono posseduti da un’ideologia, dall’idea che il potere politico possa creare un ambiente umano diverso, armonico, egualitario, edenico; di conseguenza, sviluppano una fedeltà assoluta ai partiti e alle entità in cui vedono incarnata questa redenzione dell’esistente. Si tratta di persone alienate dalla società in cui vivono, incapaci di pensare in termini di “interesse nazionale” e indifferenti, ma più spesso ostili, alle sorti della loro nazione.

L’ideologia è una pneumopatia infiltrativa della mente, che smette di funzionare correttamente e abbraccia idee pericolose anche per quanti ne sono portatori. Ma quali sono i contenuti della religiosità progressista?

La Sinistra, nella sua essenza, è la religione dell’umanità. Essa ha per basamento lo storicismo che sostanzia e fonda l’idea di “Progresso”: la Storia è la marcia del consorzio umano verso il meglio (non è un caso che il partito di Emmanuel Macron, il messia dell’europeismo, si chiami proprio “En Marche”). La soteriologia trascendente del Cristianesimo è stata tramutata in una dottrina della salvezza immanente. Una fede futurologica, orientata solo all’avvenire, come possiamo ben leggere nelle opere dei padrini della Sinistra: Comte, Saint-Simon, Marx e Marcuse.

La passione per il futuro, legittima l’odio per il presente e il passato, che appaiono come enormi errori da emendare con una violenza redentrice, perché orientata alla realizzazione del “senso della Storia”. Marx parlava della violenza come “levatrice della Storia”.

I militanti della Sinistra sono completamente sottomessi al fine che pensano di incarnare, la società senza classi, il sol dell’Avvenire, la Liberazione, la Giustizia Sociale… e in nome di quest’ultime, tutte variazioni del medesimo tema: l’uguaglianza, appaltano il loro senso critico alla direzione centrale del Partito di riferimento o agli organi di stampa a esso attigui. Sono la versione neo-comunista dei Trinariciuti di guareschiana memoria, hanno due narici per respirare e una terza per svuotare il cranio da ogni idea autonoma e immettere quelle preconfezionate altrove. Aderiscono acriticamente ai comunicati e alla narrazione ciclostilata dagli apparati dell’egemonia culturale marxista, immolano ogni barlume di ragione alla tessera di Partito. Niente al di fuori di quest’ultimo, tutto in esso, anche la coscienza individuale.

L’ideologia progressista è un nematode dell’intelletto, che assume il controllo delle menti, modificandone il campo cerebrale e riorientandone il linguaggio e le percezioni. Sono posseduti da un’entità mentale esterna, che crea connessioni logiche proprie completamente sganciate dalla realtà empirica e anzi: offuscandola. Sono manipolati e, a loro volta, manipolano. Per usare la terminologia di Eric Voegelin, sono logofobici, terrorizzati dalla ragione e dall’analisi critica.

Le marionette del progressismo affermano tutto e il suo contrario, non ragionano intorno alle loro giravolte, non si pongono nessuna domanda, passano dal sostenere una tesi ad appoggiare quella opposta senza pruriti alla coscienza. Non ammettono mai i loro errori, certi che l’ideologia sfornerà per loro una serie di giustificazioni a posteriori del proprio operato.

La Destra, i conservatori e i patrioti, si devono rendere conto che stanno fronteggiando un esercito di invasati. Dentro ogni progressista, scalpita uno stalinista.

                         Davide Cavaliere 

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