L’EDITORIALE – SALVINI NON DIRE IDIOZIE, NOI NON C’ENTRIAMO NIENTE CON BERLINGUER (di Matteo Fais)
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Cose dell’altro mondo. Berlinguer! Una specie di Bersani in grande spolvero, senza quella faccia da benzinaio di provincia. Un comunista e dei peggiori, anticipatore dei suoi petalosi nipotini odierni. Persino Stalin, come termine di paragone, sarebbe un’offesa meno grave…
Ma la verità è che nessun comunista può essere un esempio per uno di Destra. Bisogna smetterla di volersi creare una patina di rispettabilità paragonandosi a quella gentaglia. Fatto salvo Marx in certe sue riflessioni, i comunisti sono, ognuno a modo suo, la peggiore forma che la politica possa assumere. Un comunista vero è un assassino, un senza patria, uno che ucciderebbe per gli interessi del Partito. Berlinguer non era comunista, ma solo un approfittatore, un rispettabile – si fa per dire – ricco signorotto feudatario che prendeva per il culo i fessi con supercazzole tipo l’eurocomunismo. Lui e tutti i suoi lacchè sono il cancro che ha devastato e devasta il sistema Italia, con quella struttura mafiosa nota come “egemonia culturale”. Berlinguer è il comunismo che a un certo punto della sua storia può cominciare a compiacersi del potere detenuto presso tutte le logge matte del potere. Gli altri potevano pure governare, ma loro controllavano silenziosamente gli ingranaggi, manomettendo e manipolando.
E a ogni modo, un comunista, anche se sincero – è arrivato il momento di dirlo chiaro e tondo -, è un sabotatore, un seminatore di zizzania che trama per generare il caos. Egli non lavora certo per l’armonia sociale. Il suo problema non è che “tutta la Storia è storia di lotta di classe”: a lui interessa fomentare questa per dare corso a un rovesciamento. Non ha interesse a migliorare le condizioni dei lavoratori nella, comunque inevitabile, sussistenza di una differenza di classe. La conciliazione tra Capitale e Lavoro è la cosiddetta “terza via”, che loro non hanno mai neppure contemplato. Questo per quel che riguarda i veri comunisti, cosa che comunque in pochi sono stati – la maggior parte aderiva per mero tornaconto.
Salvini fa malissimo a fare indebite assimilazioni tra la Destra Sociale – cosa che in parte, ma solo in parte, la Lega è – e i vecchi comunisti. Anche l’idea che sarebbe il suo partito, al momento, a occuparsi delle categorie più svantaggiate, dagli operai agli insegnanti, è solo in parte vero. Il bacino di riferimento della Lega è molto più vasto e include tutta la piccola-media impresa, quella borghesia mai realmente benestante, che i comunisti hanno sempre demonizzato dipingendola come la causa dell’evasione fiscale e dei conseguenti disagi che ne deriverebbero – disagi tutti loro, come non avere denaro pubblico da sperperare finanziando i propri accoliti. I comunisti non approverebbero mai un’iniziativa sacrosanta come la pace fiscale, volta a salvare tanti imprenditori vessati da una tassazione immorale, riportandoli nell’alveo della legalità. Loro li farebbero volentieri morire per darne i denari a qualche cooperativa di amici che specula sulla pelle dei migranti.
No, Salvini caro, con Berlinguer noi non c’entriamo e non vogliamo c’entrare niente. Se ti abbiamo votato – e, sia ben chiaro, turandoci il naso, non essendo tu né Almirante né Rauti – è perché qualsiasi cosa è meglio della Sinistra e volevamo ribadire questa antropologica distanza tra noi e loro, anche solo scegliendo il meno peggio. Il consiglio è uno: non dimenticarlo e non tirare mai troppo la corda.
Matteo Fais
È stato un piacere leggere questo breve articolo.
Sono d’accordo, anche se ritengo che, proprio la mancanza di alternativa abbia portato a Salvini voti che presumibilmente prima andavano a sinistra. Ha ereditato i voti degli operai, della gente comune, che non ha niente a che vedere con gli snob di Villa Panphili.