Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

LEGGETE IL “NUOVO” MISHIMA DI “VITA IN VENDITA” PER SALVARVI DAGLI AUTORI DI OGGI (di Matteo Fais)

Pazzesco e dotato di una ratio che accarezza lascivamente l’insensatezza. Modernissimo, ma risalente a oltre cinquant’anni fa. Ambientato in Giappone, ma con un respiro letterario internazionale. Dostoevskiano, ma a debita distanza dai pantani descrittivi che flettono la trama verso il tedio. Scritto a puntate per una rivista stile “Playboy”, ma in grado di far impallidire tutti i pretenziosi impostori della presunta grande letteratura radical chic.

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Questa inedita pubblicazione – inedita in Italia! – di Yukio Mishima, Vita in vendita (Feltrinelli), è un uomo che entra in libreria – tanto per non sbagliare, una Feltrinelli – e, con una mossa da maestro karateka, fa piazza pulita in un sol colpo di tutto il ciarpame che affolla la sezione “Nuove Uscite”. Lo potete immaginare, con i libri sparpagliati in terra e stropicciati, che salta sul podio e afferma la sua ontologica superiorità sulla plebaglia dei prosatori attuali. Ah, ci fosse davvero un Mishima, armato di katana, a fare giustizia dell’immonda e vanagloriosa congregazione salottiera!

Yukio Mishima, Vite in vendita, Feltrinelli.

Ma lasciamo perdere il rancore e lo schifo verso la bassezza. Parliamo, invece, di questo testo così spiazzante per il lettore, che affronta un po’ tutti i generi, dall’esistenziale al poliziesco, dalla spy story al pastiche postmoderno. Tutto inizia con un uomo, un pubblicitario, Yamada Hanio, colpito da una kafkiana visione: un scarafaggio sul giornale e i caratteri stampati che si tramutano in altrettanti minuscoli esserini viscidi e schifosi. Una metafora della narrazione mainstream e del giornalismo? Non è dato sapere, si può solo interpretare, ipotizzare, supporre per poi nuovamente dubitare. Il testo, grazie al cielo, non fornisce didascaliche delucidazioni.

Fatto sta che, al cospetto di quella oscuro e grottesco quadretto, il protagonista viene preso da un assurdo desiderio – assurdo esattamente come la pulsione alla vita –, quello di morire (“Eppure, all’improvviso, gli era balenata l’idea di suicidarsi: così, come gli sarebbe potuto venire in mente di fare un picnic. Ma a voler trovare una spiegazione a ogni costo, l’unica possibile è che avesse tentato il suicidio proprio perché non aveva nessuna ragione di farlo”). Ci prova, ma viene salvato. Da quel momento, l’esistenza gli appare sotto una luce ignota, come contemplandola da una nichilistica e siderale distanza. Lascia il lavoro e decide di mettere in vendita la sua vita.

Davanti a Hanio che non era riuscito a uccidersi si apriva un mondo inaspettatamente vuoto, stupendo e libero. Da allora la sua routine quotidiana, che fino a quel momento sembrava destinata a riprodursi all’infinito, si interruppe e lui ebbe la sensazione che qualsiasi cosa fosse diventata possibile. I giorni non si ripetevano più: ogni sera morivano”. Insomma, se Dio non esiste, se niente ha un senso, tutto è permesso, tutto è “vuoto, stupendo e libero”. Addirittura, ci si può fare beffa della sorte e giocarle un brutto tiro, fregandosene del suo incombere: ci si può sbarazzare della materia prima, la vita.

Da quel momento, ogni stranezza farà capolino nel resto dei giorni di Hanio: spie, ambasciatori, puttane, personaggi loschi, addirittura vampiri. È difficile riassumere il tutto, malgrado l’assoluta linearità e consequenzialità della trama perché, per dirla col postfattore, Giorgio Amitrano, “la concatenazione di eventi che in alcuni casi sfiorano il surreale mette talvolta in crisi la ‘sospensione di incredulità’ del lettore”. Verissimo ma, come riconosce lui stesso, “è difficile resistere al ritmo trascinante della narrazione”.

Altrettanto irresistibile è la prosa, le immagini, la fantasia e l’effetto straniante diffuso che strizza l’occhio all’umorismo più nero. C’è una forza in queste pagine che non ha bisogno di alcuna vuota ricercatezza (“In fondo un cadavere è come una bottiglia di whisky che è caduta a terra rompendosi. È normale che ne fuoriesca il contenuto”). La saggezza che dispensa affonda nel vissuto quotidiano, senza dover fingere una rapporto più alto con l’Essere; o una sensibilità, appunto, da scrittore (“È talmente chiaro che basta aprire un armadio per trovarvi, insieme alla sporcizia accumulata, la mancanza di significato”). Per non parlare di quella estrema e cinica onestà capace di muovere al più onesto dei sorrisi (“La società poteva essere gestita senza difficoltà perché nessuno si accorgeva del proprio odore. L’odore dei calzini dello studente, tenuti per una settimana senza lavarli. Il sentore dolciastro delle ascelle della studentessa, insieme a un caratteristico, penetrante e malinconico ‘odore di verginità’. L’odore, simile a quello di una canna fumaria incrostata di fuliggine, dell’uomo di mezza età… Con quale mancanza di ritegno le persone emanano i loro odori personali!”).

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Quella vecchia carogna di Mishima si rivela anche in questa sua opera commerciale un soverchiatore dell’ovvio, un satiro burlone che mette in crisi l’intrattenimento spicciolo, un tradizionalista che porta la perversione nelle migliori famiglie borghesi. Lì dove, oggi, ogni prodotto dell’industria culturale è codificato in una disarmante uniformità identica dalle serie televisive Netflix alle più reclamizzate uscite letterarie, lui rompe, dileggia, converte e rifonde, fa splendore dello scempio, sottomette il mercato a una genialità inafferrabile che si può pagare senza mai veramente comprarla. Vita in vendita è scritto per i soldi, ma è meglio di tutto ciò che cinquant’anni dopo si pubblica per la sola gloria e per pura appartenenza a un circuito di inetti mafiosi.

Acquistatene almeno cinquanta copie e andate a tirarle in faccia ai michioni che affollano il Salone del Libro.

Matteo Fais

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Chat WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734

L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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