Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

SOUTH PARK CONTRO LA BODY POSITIVE E IL SISTEMA SANITARIO AMERICANO  (di Matteo Fais)

È proprio vero che l’arte dice più di qualsiasi stronzata sociologica, fatta di indagini da scrivania, grafici e statistiche illeggibili. Basti vedere l’ultima trovata di quei geniali bastardi di Trey Parker e Matt Stone, i creatori della serie animata più irriverente al mondo, che, alla fine di maggio, hanno lanciato sulle piattaforme streaming, South Park: La fine dell’obesità.

Se vivessimo in un Mondo Occidentale in cui il popolo ha un minimo di consapevolezza, chi comanda cercherebbe di farli fuori – proprio come avviene nel cartone animato in questione –, di scioglierli nell’acido, di farli sparire insieme alle loro ombre. Fortunatamente per loro, le masse non sospettano neppure di essere prese per i fondelli – il caso covid è, in tal senso, paradigmatico –, dunque li lasciano tranquillamente fare.

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La pellicola inizia con quel cinico cicciobomba – sì, riportiamo in auge i termini banditi dal politicamente corretto – di Cartman in visita dal medico, il quale esprime le proprie preoccupazioni rispetto al suo adipe in eccesso. Di fronte a una situazione che sembra oramai cronicizzata e da cui il ragazzino non è mai riuscito a uscire con la forza di volontà, suggerisce l’opzione di usare il semaglutide, il cui nome commerciale è Ozempic, la medicina miracolosa che avrebbe fatto dimagrire tutta una serie di celebrità hollywoodiane.

Il problema è che il dispositivo medico in questione è distribuito gratuitamente solo alle persone affette da diabete, mentre per gli altri costa la modica cifra di 1200 dollari a dose – un salasso, in pratica. La famiglia di Cartman, ovviamente, non può sostenere una simile spesa e il ragazzo, che aveva immediatamente cominciato a sognare un futuro diverso, libero dall’obesità per cui gli altri ragazzini l’hanno da sempre preso in giro, si ritrova, se possibile, ancora più disperato di prima.

Il dottore, a quel punto, gli suggerisce un farmaco ben più facilmente accessibile, ovvero il Lizzo, che prende il nome dalla cantante statunitense paladina della body positive – per chi non lo sapesse, si tratta del movimento che spinge per l’accettazione della propria fisicità, quindi anche dell’obesità più estrema, nota come morbid obesity. In sostanza, gli propone di restare com’è e non pensarci più.

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Ecco che giunge uno dei climax del film, la bomba sapientemente buttata tra la folla come se niente fosse. Con la solita ingenuità dei ragazzini, che non si mettono problemi a rivelare la nudità del re, Kyle si lascia sfuggire la riflessione “i ricchi hanno Ozempic, i poveri la body positivity”. Non serve certo analizzare approfonditamente la critica, per niente velata, a un sistema che accontenta chiunque in ragione della propria disponibilità economica, senza intervenire sulla disparità di base, anzi generando un problema e costruendo intorno ad esso tutto un florido comparto economico che da questo si alimenta, sottraendo a ognuno secondo le sue possibilità.

Gli amici di Cartman, ovvero Kyle, Stanley, Kenny cercheranno di trovare una soluzione, da prima facendo tutta una folle e infinita trafila entro il Sistema Sanitario americano, per far riconoscere al loro sodale il suo disturbo e ottenere il farmaco gratuitamente. Dopo essersi scontrati con il muro di gomma delle assicurazioni che sovraintendono al perverso meccanismo, si attivano per farla loro in casa la sostanza in questione, acquistando i componenti in India e utilizzando i tutorial di Tik Tok per ricostruire le varie fasi della sua creazione. L’intento è distribuire il semaglutide a tutti coloro che non possono permetterselo.

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Manco a dirlo, a quel punto si mettono contro i produttori di junk food che fanno di tutto per attentare al loro piano e alla stessa vita dei ragazzi, per proteggere quella che definiscono la vera droga americana, lo zucchero. Anche in questo caso, la critica è talmente palese che certo non ci vuole un esegeta del cinema di Bergman per giungere al cuore della questione: l’obesità non è il problema, ma una sua manifestazione, e tale epidemia non si è sviluppata certo per caso o in ragione dell’incontinenza alimentare dei singoli. E, soprattutto: chissà perché si sente tanto propagandare la body positive, attraverso i mass media, quando per decenni si è parlato dei rischi legati ai problemi di peso…

Ma basta con le note a piè di pagina e le versioni in prosa. Non resta che vedersi il film e meditarci sopra autonomamente. Se, poi, si riuscisse anche a coniugare il pensiero con l’azione, sarebbe il massimo. Ma, chiaramente, questo è un sogno. Se un cartone animato, un libro o una canzone potessero davvero cambiare il mondo – cioè se il pubblico fosse capace di comprendere ciò di cui prendere visione –, certo non avrebbero così facile circolazione.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni)

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