Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

I GIOVANI SONO NATI MORTI – JIM MORRISON E JANIS JOPLIN SONO PIÙ VIVI DI LORO (di Matteo Fais e Andres Perugini)

“Motel, money, murder, madness/ Let’s change the mood from glad to sadness” (The Doors, L.A.Woman).

Rispetto a una vecchia macchina da scrivere, un Word di oggi, ma anche di 10-15 anni fa, ti garantisce di ridurre al minimo i possibili errori, refusi e sviste varie, ma non potrà mai fare di te un Sartre o un Moravia.

Similmente, l’8 piste su cui i Beatles registrarono Let It Be è niente rispetto alle possibilità a cui può avere accesso, con qualche migliaio di euro, persino tuo cugino, con la sua band di Barletta, in Puglia. Sta di fatto che i 4 ragazzi di Liverpool continuano a rompergli il culo in ogni incisione di quelle cosiddette outtake, cioè scartate.

E pensare che gente come Jim Morrison e Janis Joplin, oggi, avrebbe 80 anni, mentre questa Angelina Mango non è degna neppure di spolverare loro gli stivali di pelle – cosa che non si sarebbe potuta dire di Mia Martini, per esempio. È proprio vero, questi giovani sono nati stanchi, anzi meglio morti, trapassati, deceduti, privi di una motivazione per stare al mondo. Imitano miseramente i nonni, senza essere neppure l’ombra di questi.

A nulla è valso avere attualmente strumentazioni tecnologiche che quelli si sarebbero potuti solo sognare. Perché, se è pur vero che la tecnica è necessaria, questa non può comunque dare vita al talento e al genio. Che piaccia o meno, non è un computer particolarmente potente a creare la magia.

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Ascoltate per curiosità l’album Sex, Dope & Cheap Thrills che contiene le diverse versioni registrate in presa diretta di alcuni classici di Janis Joplin, con il supporto della band Big Brother & The Holding Company, dalla superlativa Piece of My Heart a Summertime. Provate, poi, a cercare una cantante che abbia la stessa forza viscerale di quella ragazza ormai ridotta in polvere. Lei canta come se fosse posseduta dal demonio, come se il mondo dovesse finire su quelle note, con un brivido erotico furioso e disturbante. Un suo acuto ti fotte l’anima da ritrovarla squartata sul divano. Non è una canzone, ma la scena di un delitto passionale struggente e bellissimo.

Potete essere pronti a giocarvi la casa e la vita che nessuno tra i nuovi cantantorucoli potrà mai produrre niente di eguagliabile a un L.A.Woman dei Doors. Del resto, c’è poco da ipotizzare, basta aprire Spotify e ascoltare la playlist di Sanremo. Il Nulla parmenideo ha un suono più esaltante. E non si tratta qui di essere vecchi tromboni che odiano i giovani. Questi sono venuti al mondo da zombie, cioè macchiette dei vivi.

Manca tutto, il senso della creatività e della capacità di tirare fuori una nuova espressività dagli strumenti. Le voci sono così pulite, tra autotune e manipolazioni assurde, da risultare false e sterili come la foto di una sessantenne senza rughe su Instagram. È incredibile pensare come si sia potuta ridurre la musica.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).

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SIAMO SICURI CHE ABBIA VINTO LEI? (di Andreas Perugini)

Ha davvero vinto Angelina Mango Sanremo 2024? La cantante è figlia d’arte. Ma Mango, quando era in vita, ha raccolto relativamente scarsi riconoscimenti, non vincendo ad esempio alcun Sanremo (ha partecipato 7 volte piazzandosi al massimo al quinto posto) ed oggi viene ricordato soprattutto per le due canzoni Oro e Lei Verrà. Fin dall’inizio, la partecipazione di Angelina è stata accompagnata dalla figura del padre, presenza, evidentemente, assai più tutelare che ingombrante.

Stendendo un pietoso velo sull’operazione smaccatamente nostalgica, dal sapore quasi riparatorio nei confronti del cantante trapassato, morto per un malore sul palco nel 2014, va ancora fatto notare che il brano è confermato anche da Madame e Dardust. La prima ha partecipato due volte a Sanremo piazzandosi ottava e settima. Ha la nomea dell’antipatica, ma questo brano è nettamente inferiore alla sua produzione artistica media.

Il punto è, comunque, un altro e non di carattere artistico. Si potrebbe discutere se sia sensato dilatare all’inverosimile un festival dal lunedì al sabato, con la fine e la premiazione alle 2:30 di notte. Potremmo discutere che senso abbia fare le cover (cosa c’entrano col brano in concorso?) e i duetti che ovviamente premiano chi riesce a portare il partner più famoso, avvantaggiando colui che ha alle spalle case discografiche particolarmente potenti.

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Il problema vero è che il voto così come concepito la sera della finale semplicemente non ha funzionato. Per tutta la puntata, Amadeus ha lanciato messaggi tranquillizzanti: “Mi dicono che si stanno avendo problemi per votare. State tranquilli, è tutto regolare”. In realtà, un professionista dovrebbe avere seri problemi a convalidare un voto del genere. Fin dai primissimi minuti, l’attività tramite sms non ha funzionato. In generale, la gente partecipava (si aveva diritto a 5 voti al prezzo di 1,5 euro ciascuno) e non arrivava mai conferma dell’avvenuto voto. Se superava i 5 voti il sistema rispondeva che aveva esaurito le possibilità, ma senza che fosse arrivata conferma di ricezione dei precedenti e soprattutto senza che alla fine ci fosse l’accredito dell’sms. Poi, c’è addirittura chi si è visto accreditare oltre 40 voti.

Questi i problemi gravissimi che hanno invalidato la partecipazione del pubblico – questo pesava 1/3 sull’esito finale della votazione. Ma il tutto è stato anticipato da un altro non indifferente “dettaglio”. Durante la settimana, il cantante neomelodico Geolier aveva registrato maggioranze bulgare. Il 60% del televoto, per decretare il vincitore del 74esimo Festival di Sanremo, aveva espresso infatti la sua preferenza per lui, mentre solo il 16% era andato ad Angelina Mango. Insomma, venerdì, Geolier, in testa alla classifica, viene contestato e fischiato dalla platea dell’Ariston che pretendeva la vittoria per la Mango, insieme alla giuria di stampa e radio.

Ognuno può trarne le sue personali conclusioni. Si potrebbe comunque tranquillamente sostenere che, se un festival non vuole far vincere un artista, dovrebbe evitare di invitarlo e di farlo partecipare. Penso anche che un concorso nazionale, attorno al quale girano letteralmente milioni di euro, debba essere più serio nella gestione del voto popolare, che in quanto tale è sempre la più problematica, ma è anche la più ricercata per questioni di marketing. Troppo spesso, in Italia, le Istituzioni si affidano alla tecnologia per i concorsi riuscendo a creare solo confusione. Succede quasi sistematicamente a ogni “click day”, ma anche alla scadenza dei bandi del PNRR. Penso, infine, che Morgan sia uno scoppiato ma, a denunciare il marcio del sistema musicale, non abbia poi così tutti i torti.

Andreas Perugini

L’AUTORE

Andreas Perugini è nato in Svizzera nel 1972. Risiede a Bolzano. Dopo il Liceo Scientifico si è diplomato alla scuola di documentario Zelig ed ha frequentato Sociologia-indirizzo Comunicazioni e Mass media. Dagli anni ’90 lavora come libero professionista. È documentarista ed autore di videoclip musicali e video industriali. È presidente del Cineforum Bolzano aderente alla Federazione Italiana Cineforum. In passato suonava in un gruppo di musica minimalista, i Croma, con cui ha pubblicato il disco Discromatopsia, e in un gruppo Hardcore. Per Harlock, ha dato alle stampe il saggio breve Oltre il Male, dallo stato di natura allo stato politico o di culturaAttualmente si guadagna da vivere lavorando come rilevatore statistico per Istat e i principali operatori del settore.

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