DIO, PATRIA E SEPARAZIONE CONSENSUALE – CARA GIORGIA, BISOGNA ADEGUARSI AI TEMPI E ALL’AMORE LIQUIDO (di Matteo Fais)
Anche se troveranno comunque una scusa per accusarla, non si può certo dire che Giorgia Meloni brilli come madre e donna fascista – come molti suppongono sia. Alla fine, in spirito massimamente contemporaneo – anzi, proprio 2.0 –, ha licenziato il compagno come una squinzia qualsiasi, a mezzo di un post su Facebook, proprio come una Samantha, sciampista della Garbatella, comunica al resto dell’umanità maschile che si è lasciata con Omar, dunque è nuovamente sul mercato.
Premesso che, ovviamente, dei rapporti amorosi della Premier chi se ne frega, è importante notare come oramai un po’ tutti, anche coloro che difendono una visione più conservatrice e tradizionalista della famiglia sono, giocoforza, dovuti venire a transazione con la propria coscienza e scendere a patti con il mutare dei tempi.
Alla fin fine, per quanto tragico possa sembrare – e certamente, in parte, lo è –, almeno nella descriziona del vecchio e compianto Zygmunt Bauman, l’amore liquido, anche se non piace a tutti, non dispiace quasi a nessuno. Tutto sommato, è sempre meglio potersi svegliare una mattina e scegliere la propria libertà, in luogo del ritrovarsi imbrigliati in una tela di ragno mortale da cui non esiste via di fuga.
Quanto successo alla Meloni, e a tanta gente molto meno nota, aiuta comunque a capire che nessuno può fare a meno di calarsi nella propria dimensione spazio-temporale, per quanto possa essere critico nei suoi confronti. Gli anni ’20-30-40 e ‘50 non torneranno e la famiglia così come è stata conosciuta fino all’altro giorno è oramai trapassata.
Sì, è proprio così, inutile farsi illusioni: gli amori che vanno avanti dalla culla alla tomba, come si sarà notato, non funzionavano. Fateci caso, quasi tutte le nonne, quelle della vera famiglia tradizionale, patriarcale e matriarcale, o della mononucleare borghese, hanno voluto mandare le figlie a studiare. Presumibilmente, hanno preso questa scelta per affrancarle dalle grinfie di un uomo che, con la scusa del “sono io a portare i soldi a casa”, se le sarebbe tenute a mo’ di proprietà per un’intera vita.
Il futuro che ci si para innanzi e che abbiamo scelto, contrariamente a quanto sostengono tutti i teorici di una propaganda martellante, è questo, senza più relazioni stabili, monogamiche, e quello sforzo per costruire qualcosa e sistemarsi, cioè avere per forza una famiglia e dei figli. È una nostra decisione, nel senso che i più hanno assunto tutta una serie di comportamenti e atteggiamenti che conducono inevitabilmente alla contingenza che stiamo vivendo. Se una relazione forte ed esclusiva animasse realmente l’idea sentire della maggioranza, state certi che vivremmo ancora entro una certa dimensione. Ma le masse hanno fatto di tutto per uscire da quella trappola.
Purtroppo, volente o nolente, anche la Destra dovrà capirlo presto o tardi. Agitare ogni 3 per 2 lo spettro della famiglia tradizionale, sacra e unita – ma lo era davvero? –, è far leva su una mera nostalgia infantile. Siamo qui, il nostro tempo è l’adesso.
La storia della Meloni è, in tal senso, paradigmatica di come non si possa vivere fuori dal mondo, pur avendo le migliori intenzioni. Chi volesse dei figli, oggi come oggi, è meglio che si metta l’anima in pace: presumibilmente, i bambini vivranno divisi tra due case, con due genitori che non stanno più sotto un tetto comune, con altri compagni passeggeri che si innestano e spariscono durante il corso degli anni. Bisogna farsene una ragione, il mondo ha scelto il suo corso.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.