Il Detonatore

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PICCOLO DIZIONARIO DELLA TOSSICITÀ FEMMINILE VOL°2 – DALLA “STALKER” A QUELLA AFFETTA DAI “DADDY ISSUES” (di Matteo Fais)

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Visto l’apprezzamento del pubblico per il primo volume del Piccolo dizionario della tossicità femminile (https://www.ildetonatore.it/2023/01/17/piccolo-dizionario-della-tossicita-femminile-dalla-pick-me-up-girl-alla-drama-queen-viaggio-nei-peggiori-casi-umani-in-rosa-di-matteo-fais/), non ci si poteva esimere dal proseguire l’indagine sulle figure più malsane del genere. Ecco a voi il continuo di questo girore infernale nella più spaventosa galleria di casi umani in rosa.

P.S: Qualche lettore ci ha fatto notare come in ultimo, nella realtà, sia difficile smascherare fin da subito i soggetti individuati. Questa è chiaramente un’ovvietà! Nella vita nessuno corrisponde in tutto e per tutto alla descrizione di un tipo umano, il quale è sempre e comunque un’astrazione, un prodotto filosofico e letterario. Sovente, peraltro, nello stesso soggetto, alcune caratteristiche di un modello si sovrappongono a quelle di un altro in percentuali imprevedibili – ognuna è, insomma, un caso a parte. Va da sé, altresì, che nessun soggetto è così monoliticamente malvagio e dedito, da quando apre gli occhi a quando li chiude, a perseguire il male altrui. La stessa donna capace delle peggiori nefandezze con un uomo e la più amorevole creatura con l’altro. Semplicemente, la chimica sbagliata, all’interno di una coppia, genera mostruosità. In sintesi, nessun essere umano può essere perfettamente descritto nella sua concretezza con un esempio generico. Tenetelo sempre a mente. Tra parentesi, i bozzetti qui proposti sono tutto fuorché fascicoli su delle criminali ricercate e da perseguire. Si tratta di ritratti bonari e burleschi – non per niente, anche la donna peggiore può suscitarci un amore infinito. Non è neppure intenzione di chi scrive sentirsi superiore alle figure raccontate. Per dirla con Flaubert, il grande autore francese, riferimento assoluto per ogni uomo che voglia descrivere il femminile, “Madame Bovary c’est moi!”.

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QUELLA CHE HA I “DADDY ISSUES”

Nella tragedia greca antica, è noto, le colpe dei padri ricadono spesso sui figli, come un’eredita morale di cui è difficile sgravarsi. Nel nostro mondo, invece, le colpe dei padri, dal punto di vista delle figlie, sono translate sui compagni – siano questi fidanzati, fuck buddies o semplici one night stand.

Si sta ovviamente parlando di coloro che soffrono di “daddy issues”, cioè problemi con la figura paterna, la quale di solito ha abbandonato la famiglia per costruirsene un’altra con una nuova compagna. Siccome spesso questo genere di femmine non sono particolarmente avvezze alla razionalità più cruda e, soprattutto, hanno un senso dell’umorismo pari a quello di un bradipo, difficilmente accetteranno l’idea che la vita vada così, l’amore finisca, i genitori si separino e via dicendo. Vivono, insomma, una cosa normalissima come un fatto personale, come se il padre, invece di aver trovato una donna che ama più della madre, avesse quasi voluto metaforicamente sbarazzarsi di loro gettandole dalla spartana rupe del Monte Taigeto.

Nella loro mente, la logica si fa minimale quanto perversa: mio padre mi ha mollato, dunque ogni uomo che non corre da me in qualsiasi momento, quando gli dico di aver bisogno, è come lui. Soggetti psicologicamente instabili come questi sono pericolosissimi, anche perché, invece di affrontare il problema principale – la loro figura genitoriale –, se la prendono con tutti gli altri per farla pagare a questo. Intelligente come dare fuoco a una fabbrica della FIAT, perché un nostro parente è morto dopo essere stato investito da uno che guidava una Panda.

Tale tipo umano è immensamente bisognoso di un morboso rapporto di dipendenza su base quantitativa con l’altro sesso. Tu, per lei, devi sempre essere a disposizione, perché sei un servizio di assistenza psichiatrica, non un compagno. Una donna con una vita intellettuale ed emotiva autonoma non ha bisogno di un bastone sempre a presso per camminare. Lei, sì. Date le pretese, è molto facile che questa sviluppi una situazione tossica, con un uomo ancora più tossico e pericoloso che la tiene a bada, che le sta accanto come un padre, la punisce e la educa. Il problema, come risulterà chiaro, è che, se non si deve essere amici con i propri figli, da genitori, non si deve neppure essere un padre per la propria fidanzata.

LA MOTHER TYPE

La donna è affetta da un istinto materno – non tutte, ma la maggior parte –, questo è un dato. La cosa, per certi versi è dolcissima, per altri può facilmente mutare in sciagura. Quando una comincia a sentire ticchettare l’orologio biologico, la sua ragione si spegne e inizia l’attività predatoria. Lei deve avere un figlio, costi quel che costi, anche se non ha un soldo e fuori impazza la guerra nucleare. Fare cazzate, quando si ragiona da animali, è praticamente inevitabile. Da qui, poi, tutte le successive separazioni o l’infernale vita di coppia.

Dal punto di vista del maschio, che è quello che qui ci interessa, non c’è niente di più umiliante che l’essere selezionati in ragione del mero intento riproduttivo. Da fine, si diviene mezzi della donna, macchinette produttrici di spermatozoi.

La Mother Type è una donna senza speranza, pronta per fare la peggiore cretinata della sua vita. I figli si perseguono non in senso assoluto, secondo il principio appunto del “voglio assolutamente un figlio”, ma secondo quello specifico del “io voglio un figlio da quest’uomo”. Se si seleziona sulla base dell’approssimarsi dell’ultima tragica mestruazione, lo si fa superficialmente, mettendo in secondo piano l’amore, ovvero la prima cosa che dovrebbe esserci e che il figlio dovrebbe sempre respirare tra i genitori.

La donna in questione è un pericolo perché è assettata di materiale riproduttivo, non di un essere umano con cui condividere un percorso di vita, con tutte le difficoltà che questo comporta. Una delle red flag più manifeste per capire se si sta avendo a che fare con un soggetto simile, è sentirla rifiutare l’uso degli anticoncezionali. Quella sta aspettando di essere impallinata, fosse anche solo per errore. Pillole, spirali, ecc. sono oramai strumenti sanitari ampiamente testati e a rischio zero. Non fidatevi di coloro che vi dicono che a loro farebbero male o che “sì, ma per mettere la spirale dovrei comunque fare un’operazione e io ho paura” – sì, tecnicamente è un’operazione, ma ridicola, che comporterà massimo la perdita di due gocce di sangue. Occhio perché, come insegnano i vecchi saggi, sovente si va per trombare e si torna inculati.

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LA STALKER

Quando si parla di stalking, si pensa sempre agli uomini, ma è d’obbligo dare a Cesare quel che è di Cesare e anche alle donne il giusto riconoscimento per la loro maniacalità. Il problema è che la stragrande maggioranza degli uomini è abituata a prendere, in massima parte, due di picche, quindi se tutti reagissero male il mondo sarebbe pieno di persecutori. Come impostazione di base, l’uomo è addestrato alla più misera sconfitta. Mentre la donna è difficile non ottenga una qualche attenzione in cambio della sua – non sempre quello che vuole, certo, ma la lusinga sul volto dell’altro è assicurata –, il maschio sa di non suscitare sovente niente più della pietosa commiserazione altrui.

Per tal motivo, ci sono in giro una quantità impressionante di stalker incattivite e agguerrite oltre ogni umana ragionevolezza. Provate a dire a una donna il corrispettivo del femminile “Ah sgorbio, levate” e vedrete se, come minimo, non chiama la polizia.

Se poi la mollate per un’altra o le dichiarate di aver raggiunto con lei la bancarotta erotica, sarà facilmente guerra su tutti i fronti. Ogni volta che potrà dire male di voi, con chiunque, lo farà. Non ci saranno “è stato bello finché è durato”. Userà missili peggio della Corea del Nord. L’intento è crearvi la terra bruciata intorno: se non vi può avere lei, fintanto che le sta bene, non dovete essere di nessun’altra.

Ciò è, in parte, dovuto anche a un differente modo di pensare a sé stessi. Per loro, la rivale è sempre la sfigata, quella che non vale niente, quella che “c’ha il culo grosso”, la sciacquetta, e via maledendo. Per noi, il rivale in amore è sempre quello che “ce l’ha più lungo”, la fa godere di più, è più bello e brillante, più sicuro e forte, con una macchina migliore e un conto in banca più sostanzioso a dimostrazione della maggiore capacità di affermarsi a livello sociale.

Questa donna va semplicemente denunciata il prima possibile. Non siate comprensivi, non cedete al sentimentalismo o, peggio, al crocerossismo maschile. Se le date un dito, quella vi terrà perennemente sottocontrollo il telefono. Portatela in tribunale. Le donne hanno il diritto di capire, esattamente come gli uomini.

Matteo Fais

Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.

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