Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

EPPURE HANNO VOLUTO E VOGLIONO ANCORA IL GREEN PASS, PERCHÉ NON GLI IMPORTA DELLA LIBERTÀ (di Matteo Fais)

Bisogna mettersi l’anima in pace. Andate sulla sua pagina e leggete dal Vangelo secondo Mentana: “In Italia girano fessi dei così fessi da pensare che, siccome ora si possono allentare le misure anti Covid, questo proverebbe che mascherine, green pass e vaccino non servivano. Come dire, quando albeggia, che è stato inutile illuminare le strade di notte”. Provate a buttare un occhio sui commenti.

Non vale neppure la pena di riportarli. Meglio abbandonarsi all’inevitabile depressione. La nostra Nazione è questa. Alla gente non frega niente della libertà. Non c’entra la politica, è la massa. Basta scorrere e leggere. Nessuno si lamenta. Chi lo fa è in numero infinitamente inferiore.

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Vogliono la pesante ingiunzione dello Stato, come un Grande Fratello – o meglio un Grande Papà – nella propria vita – certo che c’è un problema irrisolto con questa figura a livello nazionale! Vogliono qualcuno che gli dica cosa fare, che li faccia sentire violentemente protetti, che li sollevi dalla necessità di fare scelte personali. E, soprattutto, quasi nessuno pare gradire l’idea che ognuno possa decidere come meglio crede.

La vita in Italia è un po’ come la proverbiale festa delle medie, quella in cui, se non vesti in linea con la moda del momento, sei out. Alle persone piace l’uniformità, perché le menti più semplici mal sopportano il complesso e il multiforme. Ciò che si presenta come diverso, o quantomeno non immediatamente assimilabile, deve essere allontanato. Un apparenza di ordine rasserena, una minima differenza fa impazzire.

È il medesimo principio di chi, vedendo due omosessuali per strada, li aggredisce con una mazza. Il suo problema è che i due finocchi mettono in dubbio la sua coerente e ottusa idea di mondo, in cui tutti sono etero, desiderano unicamente quelli del sesso opposto e si riproducono. Il culattone non è bullizzato semplicemente perché perverso, ma perché la sua perversione, agli occhi di un disagiato, mette in crisi una visione del mondo forte, un binomio fondato su cazzo e fica. Si avrebbe la medesima reazione se uno confessasse all’amico di essere amante delle vecchie, o feticista, scambista e via dicendo. La differenza costringe a pensare in un modo che quasi nessuno può tollerare.  

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La morale della favola, in soldoni, è che qui la colpa di quanto successo e di quanto ancora sta succedendo – il green pass è tuttora richiesto in molte strutture – non è semplicemente del sistema politico, perché il popolo vuole, anzi gradisce un sistema politico che agisca in tal modo. Non c’è neppure da attribuire il tutto alla propaganda, perché il grosso della popolazione è fermamente convinta che le cose stiano come si pensa, che il vaccino permetta di evitare l’ospedale, che la mascherina funga da salvavita e che il green pass sia tutto sommato sacrosanto, una garanzia di trovarsi tra persone sane. Attenzione: difendono le loro posizioni, convintamente, non le subiscono, non si sentono in difficoltà dialettica, anzi in schiacciante superiorità logica.

Oramai, è chiaro, non c’è soluzione. Come scritto milioni di volte, dal covid non guariremo mai, come dimostrano le persone ancora in giro con la mascherina e tutti i pazzi commentatori social. Il Governo può togliere tutte le restrizioni che preferisce, perché la malattia c’era già ed era mentale. I colpevoli, peraltro, sono troppi.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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