Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

CARO CALENDA, CELEBRIAMO IL TRAMONTO DELL’OCCIDENTE ANDANDO INSIEME A… MISTRESS (di Matteo Fais)

Gentilissimo Dottor Calenda, lei ricorderà il romanzo di Pascal Bruckner, Luna di Fiele, da cui Roman Polanski ha tratto l’omonima e superlativa pellicola. Rammenterà, ne sono certo, anche quel passo in cui si parla del piacere che può regale farsi umiliare da una bella donna. Evidentemente, sì, se ha scelto di candidare, a Como, per il suo partito Azione, Lady Demonique (al secolo Doha Zaghi), una mistress. Come dice sempre l’autore francese, “Ogni rapporto tra uomo e donna, anche se armonioso, ha in sé il seme della farsa o della tragedia” – non è forse così anche tra Governo e governati?

Tra l’altro, non si può certo dire che, a livello politico, gli italiani non condividano la vocazione al martirio, fatta eccezione per il fatto che le frustate non sono date da una giovane e affascinante femmina, ma da un vecchio rottame di ciò che fu il Partito Comunista, ovvero il PD – ma, insomma, sessualmente e politicamente parlando, ognuno ha i suoi gusti e disgusti.

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Quindi una dominatrice? Lei è un vecchio briccone, caro Dottore. A ogni buon conto, penso che oramai ci siano tutte le condizioni ideali per seguirla in questo gioco erotico-elettorale. Se la politica è andata a puttane, tanto vale portare la cosa alle estreme conseguenze. Si potrebbe addirittura fare una mistress Presidentessa della Repubblica. Sarebbe la prima. Basta tediosi discorsi all’ultimo dell’anno e che l’umiliazione sia plateale. Voglio una donna con gli stivali alti e il bustino di pelle che piscia in bocca a dei precari e frusta gli operai cassaintegrati, con il volto della Thatcher – in arte Lady Maggie – soprapposto a quello di una ragazza che si tocca osservando compiaciuta la scena. Pensi che ascolti! Sarebbe una rivoluzione.

Anche se, su una cosa, lei mi ha deluso. Essendo a favore dello ius soli, pensavo che candidasse una ragazza di colore, una mistress nera, vestita di nero, dall’anima negra e un po’ fascista – ma sì, diamole un manganello per punire noi bianchi privilegiati e patriarcali. Pensi che figata! Se lo farà, vorrei stare in ginocchio di fronte alla tipa, con dietro la stella a cinque punte delle Brigate Rosse e Natalia Aspesi lì vicino che mi urla contro oscenità della peggior specie, tipo “Calpestare un reazionario, con il tacco dodici, non è reato”.

Non c’è che dire, si prospetta un’orgia coi fiocchi, una specie di ammucchiata parlamentare tipo quella che ci governa. Alla fine, in puro stile Eyes Wide Shut, si scopre che fanno tutti parte della stessa organizzazione, che anche loro sono maschere. Gli italiani sono, invece, come Tom Cruise che attraversa i gironi della lussuria sperando di poter partecipare, per poi ritrovarsi col cazzo in mano.

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Suvvia, caro Dottore, buttiamoci in questa nuova avventura di lacci e laccuoli, sfumature di grigio ed eminenze grigie, manette e manettari – Travaglio incatenami alla scrivania! –, ministre e mistress. Se l’Occidente è al tramonto, io e lei, come due animali notturni, lo porteremo in casino, dopo il calar del sole. Altro che Repubblica delle banane, saremo quella del dildo e dello strap-on.

Suo è il Regno, sua è la Potenza e la gloria su XHamster e XVideos – tag: Azione. Vi leccheremo anche le suole come Alex in Arancia Meccanica. E se il popolo ha fame, voi darete loro frustate – che slogan che sarebbe “No ai frustrati, sì alle frustate”. Del resto, lei non ha scritto un libro intitolato Orizzonti selvaggi? Non l’ho letto, ma sono certo che si consumi col perverso piacere di un vecchio giornalino porno. E se Cicciolina e Moana sono state portate in Parlamento per provocazione, io sono certo di una cosa: lei, invece, sulla dominazione è più serio che mai.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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