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I GIORNALI PROGRESSISTI SFRUTTANO IL CASO DI CAROL MALTESI PER DEMONIZZARE I MASCHI (di Matteo Fais)

Femminicidio un cazzo! L’assassino di Carol Maltesi, palesemente, non è uno che ce l’ha contro le donne, che le odia e va in giro ad ammazzare femmine a casaccio, ma uno squinternato mentale. Questo è un dato e non c’è neppure da sentire ragioni in merito. L’omicidio di una donna è nella maggior parte dei casi semplicemente – si fa per dire, è ovvio – un omicidio, esattamente come nel caso di un uomo. Chi uccide una persona, di solito, la odia o ha motivi d’astio verso questa, non è che ne faccia una questione di genere. Un simile ragionamento è una follia tutta femminista.

Ma non è ancora questo il punto. La cosa più interessante è come la Sinistra giornalistica usi il caso della povera donna finita nelle grinfie di uno squilibrato mentale per far sentire in colpa la totalità dei maschi italiani. Il loro argomento preferito è sempre lo stesso, quello del giudizio: avete pensato male di lei perché il suo lavoro era affine alla pornografia – nella fattispecie, vendeva contenuti hard su OnlyFans.

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Insomma, il messaggio sotteso, caro maschio italico e italiota, è che tu non devi giudicare una donna che ha una carriera a luci rosse. La risposta è molto semplice: ma andate a fare in culo! Cosa vuol dire che non la si può giudicare? Tutti veniamo giudicati, che ci piaccia o meno, per ogni nostro atto, posizione, espressione assunta a livello pubblico. Persino se il nipote diciottenne decide di iscriversi a Lettere – dignitosissima e serissima facoltà –, ci sarà sempre lo zio che, invitato a cena e senza che nessuno glielo abbia chiesto, lo cazzierà dicendo che “è una facoltà per perdigiorno”, “serve solo a non trovare lavoro”, “tanto vale che vada a fare il commesso” e via dicendo. Dunque, come sarebbe a dire che una non può essere giudicata se sceglie di intraprendere una carriera dove usa i genitali e altre parti feticisticamente interessanti per guadagnare?

Secondo la visione tipica di quegli eunuchi di progressisti, ogni uomo dovrebbe accettare qualsiasi decisione femminile senza azzardarsi a fiatare. Persino se uno dovesse scoprire che la moglie vende, all’interno di questi oscuri canali sparsi per il web, video della sua persona intenta a pisciare, o a fare qualsiasi sconcezza, a loro avviso si dovrebbe soprassedere. Una sega!

Tutta questa banda di cuckoni, intenti solo a svirilizzare un popolo di persone dai coglioni già atrofizzati, nutre un patologico senso di colpa verso il genere femminile e, in un assurdo gioco di redenzione, spera di rimediare alla follia patriarcale del passato con una patetica sottomissione odierna, invece che scegliere la linea della parità.

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Gli uomini e le donne sono uguali e, proprio per ciò, ognuno sarà giudicato in ragione delle sue scelte, come è sempre stato dall’inizio dei tempi. E, se uno non tollera che la propria moglie faccia la troia, è bene capisca che non vi è niente di male nella sua ripugnanza per tale pratica. Certo, non ha diritto di uccidere la consorte, ma neppure deve vedersi costretto a essere felice e cornuto.

Carol aveva fatto la sua scelta. Liberissima, per carità! Cionondimeno, una persona deve sapere che nessuna decisione sarà priva di conseguenze. Alcuni non ti vorranno più vedere, sentire e frequentare per il resto della tua vita. È il prezzo della libertà, c’è poco da fare. Ma, difendere il sacrosanto diritto di ognuno di non essere vittima di assassinio, non vuol dire necessariamente sottoscrivere le sue scelte esistenziali. Non si può uccidere ma, al contempo, nessuno ci può impedire di provare schifo per qualcuno. Mettetevi l’anima in pace.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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