Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

LE BALLE DI PARAGONE (di Franco Marino)

L’azienda a cui Paragone ha affidato il dominio del nuovo partito Italexit

Ho ascoltato con attenzione il video difensivo di Gianluigi Paragone e devo dire che, come immaginavo, la sua tesi difensiva avrebbe ottenuto il risultato di aggravare la tesi accusatoria.
Il fatto è ormai noto ma lo riepiloghiamo. Italexit è la nuova creatura sovranista ed euroscettica. C’è un problema però. Come perfettamente illustrato da Luca Donadel, italexit.it sarebbe parte di un network di comunicazione che avrebbe, ad esso associato, anche siti che sponsorizzano il migrazionismo di massa e sarebbe socio di un certo Gianluca Luciano. E la cosa ha ovviamente insospettito coloro che avevano inizialmente creduto che Italexit fosse un trojan del sistema. D’altronde se Gianluigi Paragone ha ritenuto di dover fare un video su questo tema è perchè sa benissimo di aver pestato il classico merdone e che la situazione è altamente equivoca. E pur tuttavia, tipico di chi ha la coscienza sporca, ha bannato a mazzi centinaia di utenti che sono andati con tutta l’educazione possibile a chiedergli spiegazioni. Questo naturalmente non depone a suo favore.

Veniamo al punto.
Paragone asserisce che desiderava così tanto Italexit da aver ingaggiato un broker – cioè un intermediario che si occupa di compravendita di domini – pur di assicurarselo perchè, scrive, se il proprietario del vecchio dominio avesse saputo che l’interessato era lui, gli avrebbe chiesto una cifra astronomica e “lui non ha soldi perchè (excusatio non petita, accusatio manifesta) non ha Soros dietro”.

Ma sono panzane.
Paragone non è Salvini. Il suo valore come brand di giornalista per quanto possa essere elevato è ovviamente inferiore al valore del marchio Italexit. Se io, che sono un signor nessuno, avessi provato a comprare Italexit.it, avrei incontrato le medesime difficoltà di Paragone perchè si tratta di un nome, a prescindere da chi lo gestisca, altamente strategico che farebbe gola a chiunque. La storia che Paragone si sia camuffato dietro un broker (che broker non è comunque) per pagare di meno, semplicemente, sul piano logico, non sta in piedi. I broker campano semplicemente speculando sull’elevata strategicità di un dominio. Loro comprano a bassissimo costo tutti quei domini che potrebbero un giorno essere appetibili e, quando quei domini lo diventano perchè magari un’azienda o un partito potrebbero utilizzarli, a quel punto ovviamente il valore sale alle stelle. Questo smentisce la tesi di Paragone che, poveretto, non ha i soldi per comprare da solo il dominio perchè – excusatio non petita, accusatio manifesta – non ha dietro Soros.
Inoltre, il dominio italexit.it risulta come altri domini, tra cui quello personale di Gianluigi Paragone, ilparagone.it, intestato ad una società inglese che non è una semplice agenzia di comunicazione come, mentendo, dice Paragone. Si occupa di un target specifico di comunicazione. E non è, contrariamente a ciò che, mentendo, dice Paragone, “una generica società di editoria che gestisce, tra le mille cose, collezionismo, blabla, anche siti che si occupano di migranti”. La New European Media LTD, come potete leggere visitando il sito www.myownmedia.co.uk si occupa SPECIFICAMENTE di fungere da gestore di community che si occupano di diritti dei migranti e se andate sulla homepage troverete la solita foto spot del multiculturalismo, con volti di ogni provenienza.
Se Paragone fosse stato ospitato, chessò io, da Altervista o Forumfree, sarebbe stato ridicolo accusarlo di essere un trojan del sistema perchè magari il fondatore di questi due network un giorno si scoprirà essere il cugino carnale di Soros o di Conte. Si sarebbe trattato di una semplice fornitura di un servizio. Si dà il caso, invece, che a gestire i domini di Paragone, quello personale e quello di Italexit, non sia una ditta di hosting o un gestore di domini o una società di comunicazione politicamente neutre ma un’azienda che si occupa di accoglienza di migranti. E’ quello il target. Non ce ne sono altri.

Insomma, la difesa di Paragone, assai poco credibilmente buttata in caciara, non fa altro che avvalorare l’accusa.
Sarebbe ora che con molta onestà si facesse da parte perchè più va avanti più compromette la sua credibilità.

FRANCO MARINO

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