Il Detonatore

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L’EDITORIALE – L’INEFFICACIA DELLA SCUOLA – CI VORREBBE UNA RIVOLUZIONE DEL SISTEMA (di Matteo Fais)

Leggere, scrivere e far di conto. Questa era la formula in passato associata alla scuola dell’obbligo. Se poi, oggi, andassimo a vedere, quello che gli italiani, per la maggior parte, non sanno fare è proprio leggere, scrivere e far di conto. Davvero, la situazione è di una gravità sconcertante. Lo vedo ogni volta che pubblico un articolo. Basta mettere alla prova la gente con un paradosso, un’iperbole, una provocazione. Ci vuole niente e hanno smarrito la bussola. Tant’è che, avendo la passione di rileggere i vecchissimi giornali, tipo “Il Popolo d’Italia” o “L’Unità” gramsciana, mi domando come fosse possibile che un popolo semianalfabeta, come quello dei primi decenni del ‘900, potesse affrontare la complessa prosa dell’autore dei Quaderni dal carcere o del Mussolini di “L’Avanti” e di quello della svolta interventista. Non parliamo poi del Guglielmo Giannini fondatore di “L’uomo qualunque”. I loro editoriali erano brevi saggi concettualmente densissimi, non certo letture da fare al cesso in dieci minuti. E dire che sia Gramsci che Mussolini non erano laureati. Oggi – lo dico perché me l’ha confessato lei – la ragazza che pulisce le scale nel mio palazzo, per conto di un’impresa, è laureata in Scienze Politiche.

La verità è che – lo ricordo bene – a noi a scuola non ci hanno insegnato un cazzo di niente, o giù di lì. I professori facevano propaganda anti berlusconiana per buona parte del tempo. Io non ricordo una lezione sul valore logico delle subordinate. E, infatti, ecco che, al momento della laurea triennale in Filosofia, mi ritrovo ad aiutare un’amica che ha scritto una tesi sul mio stesso argomento. Ci credereste che questa cristiana non aveva messo un punto che uno lungo un’intera pagina A4? Lo giuro! Sembrava di leggere Ulisse di Joyce. Da pazzi. 

E non avete idea di quante volte mi sia capitato di dover spiegare a gente ben più che matura, se non proprio pensionata, il senso delle virgole. Esempio. Provate a scrivere su carta “Mamma mia, quanto ti desidero” e poi “Mamma mia quanto ti desidero”. Nel secondo caso, Edipo vi sorriderà, nel primo la ragazza che avete a fianco si compiacerà del desiderio che vi suscita. Il tragico è che, a capire tutto ciò, ci sono arrivato in totale autonomia, leggendo volumi su volumi. Per anni, nessuno si è sentito in dovere di spiegarmi la sintassi e la grammatica, i segni di interpunzione. Scandaloso, non c’è altro da aggiungere.

E non pensate che alla Facoltà di Filosofia fosse meglio. Heidegger e Nietzsche, in larga parte, me li sono letti durante le dolci e oziose vacanze del passato. In compenso, mi sono sorbito discussioni interminabili sulla pericolosità della Lega e su Bossi razzista. 

Insomma, non vorrei dire che tutti i docenti sono pessimi, ma io il vero bagaglio culturale me lo sono costruito da solo. Certo, qualcuno mi ha instradato, mi ha detto “Leggi i giornali, compra i libri, ogni sera prendi sonno con un romanzo”.

E, allora, erano bei tempi perché, oggigiorno, i docenti sono sempre più intrappolati in pratiche e compilazioni burocratiche, per non parlare della didattica a distanza. Chi esce da una scuola superiore, di questi tempi, non è capace di comprendere un testo di media difficoltà – magari fosse al livello del primo Bossi, quello pre-ictus. La Sinistra li ha preparati a dovere per il suo sogno europeista e la Destra se n’è fottuta con assoluta noncuranza. Del resto, basta vedere come fanno studiare la Letteratura ai ragazzi. Li abituano a ripetere pedissequamente, e senza quasi mai confrontarsi coi testi, le opinioni dei critici che hanno scritto il manuale. Puro indottrinamento letterario, una variazione sul tema di “fidati solo dei professionisti dell’informazione e dei competenti”.

È una tragedia. Scuola e università sono pietose. E mentre scrivo questo pezzo, un amico mi ha pure chiesto, via Messanger, come si cita il titolo di un testo in nota. Voleva sapere se usare le virgolette alte! Le virgolette alte! Ed è formato in una delle più famose università italiane. La cosa grottesca è che sento dire da gente simile che Salvini sarebbe un somaro totale. Per carità, è possibile, ma non vi consiglio, allora, di parlare con lo studente medio di Lettere o Medicina. 

Infatti, ogni qualvolta uno vi dovesse sottolineare che il politico di turno è un ignorante “che non ha mai letto un libro”, domandategli per curiosità quanti ne abbia letti lui. Vedrete rivoli di sudore e sentirete scuse terribilmente imbarazzanti. Credetemi, il grosso di voi non merita politici migliori di quelli che abbiamo.

Matteo Fais 

Un commento su “L’EDITORIALE – L’INEFFICACIA DELLA SCUOLA – CI VORREBBE UNA RIVOLUZIONE DEL SISTEMA (di Matteo Fais)

  1. Quanto descritto, l’avevo scoperto anni fa, quando ero stata incaricata, dal Dirigente dell’Ente Locale in cui lavoravo, di seguire alcuni studenti durante il loro periodo di esperienza “scuola-lavoro”, in collaborazione con il docente responsabile della loro scuola. Questi ragazzi, che frequentavano il quarto anno di scuola media superiore di un Istituto Tecnico, non erano in grado di scrivere una semplice lettera di invito. Non erano in grado di archiviare fascicoli, la cui unica competenza richiesta era solo quella di conoscere l’alfabeto. Non avevano mai letto un libro ed i loro interessi non riguardavano la cultura. La loro proprietà di linguaggio era carente. Spero che oggi la situazione non sia così catastrofica e, per consolarmi, penso che mi siano capitati gli studenti peggiori della scuola.

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