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L’OSCURO LEGAME: LA SINISTRA E LA PEDOFILIA

Secondo la sinistra, la statua di Montanelli dovrebbe essere rimossa poiché negli anni Trenta, in Africa, sposò una ragazzina di dodici – forse quattordici –  anni. La vicenda del monumento al noto giornalista, s’inserisce in una più ampia campagna di demonizzazione del maschio bianco eterosessuale, definito, di volta in volta, violento, stupratore potenziale e ora anche un po’ pedofilo o, almeno, compiacente con la perversione. Ma la sinistra, può accampare una moralità superiore in materia sessuale?

Neanche per sogno. Fin dalle sue origini illuministe, ha avuto coi bambini e la sessualità un rapporto ambiguo. Il filosofo ginevrino Jean-Jacques Rousseau, che scriveva intorno all’educazione dei fanciulli, non solo ne abbandonò tre in uno squallido orfanotrofio, ma scrisse compiaciuto di avere comprato a Venezia una bambina di dieci anni, che seppe «liberarlo» dalla depressione.

Solo durante il Sessantotto, nel contesto della cosiddetta «liberazione sessuale», le posizioni in favore della pedofilia vennero alla luce in tutto il loro orrore mascherato da «progresso». Il marxista e teorico della rivoluzione dei costumi, Gerd Koenen, sostenne giochi e attività sessuali negli asili; in compagnia del più celebre Daniel Cohn-Bendit, parlamentare europeo e autore di un testo pro-pedofilia intitolato Gran Bazar.

Negli anni Settanta, dopo che tre uomini erano stati arrestati per avere avuto rapporti sessuali con ragazzi non ancora quindicenni, il quotidiano “Libèration” pubblicò il Manifesto in difesa della pedofilia, firmato da tutta l’intellighenzia della sinistra europea (Louis Aragon, Roland Barthes, Simone de Beauvoir, Michel Foucault, André Glucksman, Felix Guattari, Jack Lang, Bernard Kouchner (fondatore di Medici Senza Frontiere), Jean-Paul Sartre, Philippe Sollers, Louis Althusser, Gilles Deleuze).

In tutto il continente nacquero riviste marxiste, come “Rosa Flieder” o “Pflasterstrand”, che arrivarono a giustificare la pedofilia, chiedendo la depenalizzazione se non addirittura la legalizzazione del sesso con i bambini, il tutto in nome della «liberazione dalle pastoie borghesi» e per il «bene del bambino».

Anche il noto scrittore ed editore di sinistra Hans Magnus Enzensberger, autore dei Colloqui con Marx ed Engels,  scrisse articoli a favore delle attività sessuali coi bambini. Uno di questi si intitolava Educare i bambini nella comune e faceva riferimento alla comune socialista di Giesebrecht Strasse di Berlino.

Tra i propagandatori di queste teorie aberranti e «progressiste» ci furono anche istituti educativi ispirati alle teorie antiautoritarie della nuova sinistra, come il Rote Freiheit. Questo si dava come scopo la «produzione» di personalità socialiste. Tra gli altri vi furono il centro Libertà Rossa sostenuto dal Psychology Institute alla Free University di Berlino e la Humanistische Union.

Viene poi Michel Foucault, il santo laico delle accademie, che in un’intervista, apparsa su “Change”, nel 1977, parla del bambino come «seduttore dell’adulto». Dichiara: «Ci sono bambini che a dieci anni si gettano su un adulto – e allora? Ci sono bambini che acconsentono, rapiti».

Alfred Kinsey, il «padre della rivoluzione sessuale», era un uomo con tendenze pedofile, mentalmente disturbato – si circoncise da solo con una lametta. Usò i suoi celebri Rapporti sulla sessualità umana per giustificare «scientificamente» la pedofilia.

In Italia, le cose non sono andate meglio. Dacia Maraini dichiarò la naturalità dell’incesto. Mario Mieli, il coprofago iniziatore del movimento omosessuale in Italia, considerava «opera redentiva» il sesso tra un adulto e un impubere. Dieci anni fa, la senatrice Pd Donatella Poretti, esponente dell’Associazione Luca Coscioni e vicina al mondo omosessuale, chiese l’abrogazione degli articoli 564 e 565 del Codice penale sui reati contro la morale della famiglia. L’articolo 564 del Codice penale è quello che prevede la reclusione da uno a cinque anni per chiunque commetta incesto con un discendente o un ascendente, o con un fratello o con una sorella. Il radicale Marco Cappato, deputato europeo, ha difeso al TG2 il diritto dei pedofili olandesi ad avere il loro partito, esprimendo il desiderio che la pedofilia venisse regolata da leggi: «così non ci sarebbe violenza ma soltanto amore».

Il 27 ottobre 1998, i Radicali Italiani organizzarono un convegno dal titolo Pedofilia e Internet, vecchie ossessioni e nuove critiche, promosso da Marco Pannella. Tra le ragioni del convegno si legge: «siamo certi che gli adolescenti a cui molti paesi del mondo attribuiamo la capacità di rispondere in giudizio delle proprie azioni non abbiano invece pari consapevolezza e responsabilità nell’ambito sessuale? In ogni caso in uno Stato di diritto, essere pedofili, proclamarsi tali, o anche sostenerne la legittimità non può essere considerato reato».

La sinistra, per decenni, ha sostenuto la pedofilia in nome dell’«Amore» e del «Bene», presentando una pratica mostruosa come «liberazione».

                               Davide Cavaliere

3 commenti su “L’OSCURO LEGAME: LA SINISTRA E LA PEDOFILIA

  1. Peccato che una così ricche dotta e documentata perizia non si sia potuta spingere (ma solo per questioni di stringatezza e leggibilità) sino all’epoca d’oro dell’Atene liberal (ne avremmo lette delle belle). Particolarmente approfondita la trattazione degli aspetti razziali delle questione.

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