Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

SALVINI E L’INSOPPORTABILE SINISTRA (di Matteo Fais)

Cosa si pensi di Salvini è davvero poco importante. La questione, come sempre, è rappresentata dalla Sinistra e dalla sua assurda idea di solidarietà, la quale sembra pensata apposta per fare incazzare le masse popolari.

Il processo al leader della Lega, naturalmente, era una farsa patetica, su cui il partito ha fatto benissimo ad accendere i riflettori, così da impedire all’oscuro potere rosso di portare avanti il suo piano. Avendo tutti gli occhi addosso, hanno ben pensato non fosse il caso di giocare sporco come di consueto, questo è palese.

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Ma ciò aveva ben compreso chiunque non fosse di parte in modo ottuso. Abbiamo unicamente sprecato soldi pubblici in una buffonata – soldi che sono irrimediabilmente andati perduti, mentre la sanità va a rotoli, per citare un esempio delle tante falle del sistema di cui nessuno si cura, mentre si scialacquano denari in operazioni politiche senza senso, solo per far danno ai propri oppositori.

Ma l’aspetto più squallido, in tutto ciò, è rappresentato dal becero buonismo del popolo di Sinistra, dal suo umanitarismo forzato, esibito con aristocratico disprezzo. Tutta quella retorica a favore del povero migrante in fuga da fantomatiche guerre – ma quali? –, da ataviche povertà, ha, sia detto per inciso, frantumato i coglioni.

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Si potrebbe addirittura arrivare a sostenere, con un paradosso solo apparente, che se davvero esiste attualmente una qualche forma di razzismo nel popolo italiano – caratteristica, tra le tante, che non abbiamo mai avuto – è solo perché la Sinistra l’ha fatto nascere con quella sua propensione a cercare di instillare un senso di colpa nelle masse.

Questa malsana idea che noi dovremmo salvare il mondo e aprirci all’ineluttabilità del melting pot, per scontare non si capisce bene quale peccato originale, è pura pazzia. Questo voler attendere a tutti i bisogni di qualsiasi popolo, purché non si tratti in primis di quello italiano, chiaramente, fa saltare le coronarie a chi, da decenni, vive in una costante difficoltà economica.

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Purtroppo, questo punto spesso si perde di vista: sullo Stivale, indiscutibilmente, c’è ancora tanta gente che grazie al cielo sta vagamente bene, pur avendo visto drasticamente ridimensionarsi il proprio tenore di vita; ma è altresì vero che esiste una vasta percentuale la quale, se non si può proprio dire che sfiora l’inedia più assoluta, non si può neppure asserire che campi serenamente e senza sforzi.

Di tutti questi la Sinistra non solo si è scordata, fa proprio finta che non esistano. Se protestano, dalla torre d’avorio dei quartieri residenziali, li zittisce dicendo loro che sono dei poveri pezzenti senza cuore e che dovrebbero vergognarsi di guardare al pugno di riso in bianco sul piatto, invece di rivolgere il proprio pensiero ai migranti in transito verso le nostre coste.

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Sentirsi somministrare la consueta ramanzina da gente che campa a ostriche e champagne – i cosiddetti comunisti con il rolex –, chiaramente, esaspera gli animi. Più che la propria povertà, ciò che indispettisce è l’ostentato lusso dei grandi sentimenti che le classi dominanti sbandierano, quella superiorità morale che – è proprio il caso di dirlo – loro si possono permettere, grazie alla certezza del proprio futuro e alla distanza di sicurezza che stabiliscono con i migranti.

Mentre gli altri vivono a stretto contatto con questi, tra droga, prostituzione e altre situazioni non certamente delle più edificanti, loro pensano agli sbarchi, senza neppure rendersi conto che la reazione più naturale, presso la folla, è di orientarsi tra le braccia del peggior conservatorismo. In molti se lo sono dimenticato, ma quando la piccola borghesia viene abbandonata a sé stessa dal potere politico, la situazione può prendere una brutta piega…

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).

2 commenti su “SALVINI E L’INSOPPORTABILE SINISTRA (di Matteo Fais)

  1. Perfettamente d’accordo su tutta la linea. Voler far passare per un’idea razzista la semplice realtà dei fatti: gli italiani non possono mantenere tutti i poveri del mondo, tanto più se ci sono ancora tanti poveri in Italia, e tanto più se questo viene giustificato come se fosse frutto di una sorta di peccato originale del popolo italiano, l’unico che, possiamo tranquillamente dirlo, non ha beccato un centesimo dal colonialismo, anzi ci è andato pure a rimettere.

    Aggiungo che poi, gli stessi migranti che scappano dalle loro nazioni sono quelli che hanno cacciato a calci in culo gli europei perchè “da soli ci sappiamo gestire meglio”.

    Ora i conti non tornano, adesso che sono finalmente liberi di amministrare il loro destino perchè vengono in Italia dagli sporchi colonialisti? Non dovrebbero lanciare un razzo su Marte a settimana?

    La scusa che “devono ancora riprendersi” non tiene. Ricordo a coloro che lo avessero dimenticato, che il Giappone è uno dei paesi più ricchi al mondo dopo due testate nucleari e che la Germania è uscita dalla fine della seconda guerra mondiale letteralmente distrutta mentre ora è una potenza economica mondiale.

    Traete pure le vostre conclusioni.

  2. “Tutta quella retorica a favore del povero migrante in fuga da fantomatiche guerre – ma quali?”
    È una domanda che mi sono posto anche io. Perché non si chiedono da quali guerre scappino, chi le ha causate, quali sono gli scenari? E nemmeno si domandano perché, fuggendo da una guerra, non raggiungano il primo luogo sicuro, ma debbano per forza arrivare in determinati Paesi europei, come se, essendoci una guerra intestina in Italia, anziché fuggire in Francia, Austra, Svizzera…gli italiani in fuga volessero necessariamente raggiungere la Svezia o la Norvegia.
    E poi ancora, perché non si chiedono come mai giovani uomini di 1.90 m, scappino lasciando morire donne, anziani e bambini?
    Ovviamente indagare questi interrogativi non farebbe gioco ad una certa retorica.
    È verissimo, la sinistra gioca sul senso di colpa e sulla superiorità morale, proprio come fa il femminismo (non a casa vanno a braccetto): io, donna, sono vittima e innocente, tu uomo, sei carnefice e colpevole.
    Ricordo una puntata di otto e mezzo, in cui la Gruber cercava di incalzare la Meloni sull’articolo corretto da porre dinnanzi al termine: “presidente”, nel caso in cui il presidente del consiglio fosse donna. La Meloni, come un industriale, rispose in pratica che era un problema secondario e irrilevante.
    Ricordo che in quel momento mi chesi come facesse un operaio da 1300 euro al mese a non aver voglia di lanciare il televisore giù dalla finestra sentendo il vaneggiare della Gruber, che apparve proprio una donna di “sinistra”, ricca e annoiata.
    Questo perché, come lessi da qualche parte sul redpillatore, il femminismo galoppa tra le donne viziate e benestanti che non devono affrontare i problemi basilari della vita.
    È qui che cade la sinistra e la sua retorica, l’attrice impegnata e femminista, che guarda caso però si mette con il regista o produttore, mica con il raider che le porta la pizza.

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