Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

MORTE E SPETTACOLARIZZAZIONE  (di Matteo Fais)

Speriamo che in cielo le cose non vadano come in Italia, in cui, a seconda di chi muore, tutto il Paese cinge il suo spirito in un mite abbraccio, o altrimenti ti ficcano in un tombino, al cospetto di 4 stronzi, e tutto si chiude lì. È incredibile, nel 2023, quanto potere abbia ancora la televisione – probabilmente anche grazie all’amplificazione dei social.

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Oggi, si muore davvero se lo si fa in Italiavisione e se, su Facebook, qualcuno parla di te, ti cita, rimastica una tua frase e la sputa sul mondo. Altre donne sono state uccise in questi giorni, come quella di Andria, di 42 anni, di cui non viene neppure riportato il nome. Se poi, come Pamela Mastropietro, si crepa per mano di un extracomunitario, la notizia viene, per quanto possibile, fatta passare sotto silenzio.

Insomma, non è propriamente vero quanto diceva Totò che la morte è una livella. Semmai, aveva ragione Sartre quando sosteneva che chi muore è in balia di chi resta, il quale può decidere di fare di te un simbolo o di lasciarti alla pace che spetta ai trapassati.

Certo, non a tutte è dato di vedere ai propri funerali Sindaci, Ministri, e autorità varie, oltre a muovere addirittura il Presidente della Repubblica fino a proferire una dichiarazione di tre righe sul proprio conto.

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Non c’è niente da fare, bisogna morire in favore di telecamera o presentare almeno ad essa un cadavere squisito e una processione al seguito che possa essere strumentalizzata al fine di trasmettere un messaggio in linea con quello diffuso.

Giulia Cecchettin era perfetta, povera ragazza: giovane, non troppo bella da risultare una femme fatale e quindi da accusare di essersela andata a cercare, vittima della possessività di un ragazzo dall’aria molto comune. Praticamente, la martire del patriarcato 2.0 per antonomasia.

Non è un caso che, solo per lei, si sia scatenato il fronte complottista immaginando un padre legato alla massoneria, una sorella satanista, un fratello minorenne nascosto per oscuri motivi e una nonna che l’avrebbe fatta sacrificare per promuovere un suo libro – ovviamente, nessuno conosce neppure il titolo di questo. Si tratta di una strumentalizzazione uguale e contraria a quella promossa dai media e di stampo non meno manipolativo e squallido.

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Oramai, bisogna avere paura anche di finire sottoterra, perché il mondo è popolato di zombie che non aspettano altro se non una carcassa da cannibalizzare per i propri infimi scopi, che si tratti di femministe paranoiche con il pallino del patriarcato o di complottisti che vedono ovunque scene ispirate ad Eyes Wide Shut di Kubrick, vaccinisti vogliosi di instillare sensi di colpa e antivaccinisti alla ricerca di prove per delle strane correlazioni tra miocarditi fulminanti e sieri sperimentali.

Non se ne esce. Siamo tutti potenziali vittime di uno spettacolo senza interruzioni che non si interrompe neppure quando la bara tocca terra, ma che anzi esplode proprio poco prima e andrà avanti per non si sa quanto. Oggi come oggi, il vero lusso è morire senza che qualcuno se ne accorga e faccia della speculazione sul trapasso la propria ragione di vita.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).

4 commenti su “MORTE E SPETTACOLARIZZAZIONE  (di Matteo Fais)

  1. Hai assolutamente ragione, non saprei stabilire chi si è accanito di più su questa povera ragazza tra chi vede patriarcato persino al giorno d’oggi e chi discute da giorni sui rituali oscuri della famiglia. Certo è che gli anti mainstream sono veramente fuori di testa.

  2. Ricordo che in questa famiglia è morta la MADRE e una FIGLIA nel giro di un anno, qualsiasi comportamento considerato strano, troppo “allegro” (da parte dei sostenitori della versione satanista) potrebbe almeno venire perdonato senza giudicare troppo.

  3. Avrei un paio di dettagli da sottoporre ai sostenitori del complotto satanista:
    la sorella ha visibilmente pianto e il padre stava chiaramente per sciogliersi nella commozione ma si è trattenuto (lo si evince dal modo in cui stringe i muscoli della bocca). Così, giusto perché si è molto parlato della poca partecipazione della famiglia.
    Ah no, che sciocco, era solo una recita perché in realtà la ragazza è stata ammazzata da tutti i parenti!

  4. Tutto verissimo, ma fino ad un certo punto!!!!!!Ricordiamo che tutti parlano o sparlano in base alla tua visibilita’ e a quello che sei disposto a cedere. Chi non ricorda, per dire, i funerali di Moro? Ormai sappiamo come andò il rapimento e l uccisione, un uomo di stato che avrebbe avuto tutti gli onori (falsi) di un funerale di stato, eppure la moglie e la famiglia lo vietarono e chiesero quello estremamente privato, a porte chiuse. Mi si dirà che erano altri tempi, balle! Se la famiglia Cecchettin avesse voluto poteva sparire, invece padre nonna e figlia che partecipano ad ogni programma, l unico, povera anima è stato il fratello che quasi pare non esistere, si è visto solo al funerale, quindi si può benissimo non farsi notare! In quanto al circo Barnum, purtroppo è stato ampiamente strumentalizzato, a cominciare da giornalisti dementi e spettatori comuni che si lasciano rimbambire , non cambia niente dall evento vax, alle manifestazioni pro Ucraina, stranamente non pro Israele e cmq femministe contro patriarcato! Forse c è ancora qualcosa che si può impedire, poco , ma c è, basta volerlo!

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