Il Detonatore

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L’ESORCISTA DEL PAPA –  IL FILM FA SCHIFO, MA LA LEZIONE È SIGNIFICATIVA: L’UOMO NON PUÒ ESSERE DIO (di Davide Cavaliere)

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È recentemente uscito nelle sale cinematografiche L’esorcista del papa, pellicola liberamente ispirata ai racconti e alle memorie di Padre Gabriele Amorth. Il film, che vede come protagonista il celebre esorcista, interpretato per l’occasione da Russell Crowe, ha ricevuto numerosi commenti negativi, compreso quello dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti

Le critiche, a ben vedere, sono fondate. Il film, infatti, spettacolarizza l’esorcismo, spesso con trovate piuttosto banali, trasformando un ministero della Chiesa Cattolica in un fenomeno violento e mostruoso. Nondimeno, bisogna tenere conto delle necessità del teleschermo, che pretendono la loro dose di azione e paura. Inoltre, vedere il glabro Don Amorth interpretato da un barbuto Russell Crowe, può far storcere il naso a molti ma, visti i tempi che corrono, è già un miracolo che la parte non sia stata affidata a un asiatico o un nero.

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La trama è piuttosto semplice, decisamente danbrowiana: l’esorcista-Crowe viene inviato a «indagare» su un inquietante caso di possessione che si sta verificando in un ex monastero in Spagna. La struttura, abbandonata da decenni, è stata ereditata da una donna con i suoi due figli, un bambino e una ragazza, che la vanno ad abitare mentre è in corso un restauro. I lavori, ovviamente, risvegliano un demone da lungo tempo imprigionato.

Il regista, Julius Avery, ha cercato di dar risalto al modo in cui si conduce un esorcismo: la preghiera costante («dovete essere implacabili» ammonisce Don Amorth-Crowe), l’interrogazione del demone nel tentativo di svelarne il nome, il ricorso alla lingua latina nelle orazioni, l’evocazione della Madonna (temutissima da Satana). Guardando la pellicola si nota anche una sottile, ma apprezzabilissima, critica a quella parte del clero che considera il Demonio solo come un «simbolo» e non come una realtà.

Il vero Don Amorth è totalmente assente. L’esorcista interpretato da Crowe è più simile al Van Helsing di Stephen Sommers, che al gentile mariologo che portava la luce di Cristo tra i posseduti e gli afflitti dal demonio. Padre Amorth ha involontariamente prestato il suo nome a un personaggio fittizio che, forse, lo avrebbe fatto sorridere. Forse.

Se volessimo trarre un insegnamento dal film, una lezione in qualche modo «politica», dovremmo soffermarci sull’ingiunzione più volte ripetuta al demone da Amorth-Crowe: «Riconosciti inferiore a Dio». La radice d’ogni male, come insegnano tanti pensatori cristiani, si colloca proprio nel desiderio malsano di voler diventare «come Dio», ovvero non voler riconoscere l’esistenza di una realtà che ci trascende e ci supera. Si tratta della voce del serpente che, dai tempi di Adamo ed Eva, sussurra all’uomo sempre la stessa menzogna: «Il giorno in cui voi ne mangerete vi si apriranno gli occhi e sarete come Dio: conoscitori del bene e del male».

La storia umana è piena di falsi paracliti – Marx, Comte, Nietzsche, volendo citare i più celebri – che hanno divinizzato la propria esistenza o il loro sistema di pensiero, nel tentativo d’instaurare una nuova umanità, migliore di quella creata dal Dio biblico. Una convinzione che ha generato un prometeismo dell’umano privo di ogni senso del limite, che viola i limiti della natura umana imposti da Dio. 

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Padre Amorth, quello autentico, era solito ricordare che il satanismo è rifiuto assoluto delle proibizioni, soprattutto di quelle religiose, vissute come costrizione coartanti a una soddisfazione illimitata dei propri desideri e divinizzazione della propria personale esistenza in opposizione all’oggettività del reale.

Il pensiero corre subito a coloro che, oggi, vanno predicando che un individuo non è quello che è, con le sue fattezze e la sua carnalità, ma ciò che sente di essere o come si percepisce. La scena contemporanea è fondata su questa negazione e relativizzazione della realtà. Ma a noi, purtroppo, per liberarci da certi demoni, non basteranno le preghiere in latino.

Davide Cavaliere

L’AUTORE 

DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais e Franco Marino, del giornale online “Il Detonatore”.

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