Il Detonatore

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DAL SILENZIO DI DIO ALLE BOLLETTE ESPOSTE – LA MORTE DELLA CHIESA (di Clara Carluccio)

Non bastava il silenzio di Dio, a lasciar vagare l’uomo nella sua angoscia, anche i preti si sono inabissati nel loro mutismo. Più che uomini, chierichetti prepuberali devoti ai comandamenti del Ministro della salute, Nostro Signore Roberto Speranza con Ognissanti Draghi, Conte e il dimenticato Figliuolo. Una volta c’era la fede e c’era la scienza ma, oggi, queste si sono invertite come gli attori di Una poltrona per due – dopo le canzoni di Alvaro Soler e Fabio Rovazzi, ci manca solo una predica simulando le scene del film.

I virologi chiedono un atto di fede e i religiosi igienizzano gli ovili e chiedono il lasciapassare per preservare la loro grezza macchina biologica. Destinati comunque, presto o tardi, a sfaldarsi in quella stessa cenere che, di Mercoledì, spargono sulle nostre teste. Si vogliono guadagnare la vita eterna rispettando le precauzioni anti Covid. Nel Regno dei Cieli? No, in quello di Greta Thunberg, dato il loro sentito attivismo ambientale. Più facile parlare d’inquinamento che del senso della vita.

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Un tempo credevano anche nella forza delle sacre rive del Gange e le miracolose vasche di Lourdes, le più sudicie acque non fermavano il più convinto rituale collettivo. Nell’anno del Signore 2021, invece, tolsero l’acqua santa all’ingresso dei luoghi di culto, lasciarono fuori i fedeli in esubero e vietarono il gesto di pace in quanto veicolo di contagio. La discriminazione si fece religiosa oltre che sanitaria: “Chi non è vaccinato non è benvenuto” così fu scritto sulla casa di Dio, nel Libro della pandemia. Le peggiori blasfemie assecondate proprio da chi dovrebbe indignarsene. 

Persino Giobbe, nella sua sconfinata devozione, pur accettando di sacrificare suo figlio a Dio, si tormenta, si dispera, si lacera nel conflitto più crudele che, il Padre Eterno, potesse mandargli in prova. Questi preti, al contrario, scelgono la Chiesa come si sceglie di fare il bidello o lo sportellista alle Poste – un mestiere vale l’altro, purché sicuro. 

Ma, oggi, il loro dolce sonno è stato interrotto da una caduta dal lettino. Le bollette aumentano anche per loro e, l’idea di celebrare messe fredde e buie, non gli garba molto. Ribellione in veste talare, anzi, ciclistica, visto l’episodio del sacerdote bresciano che ha celebrato in tutina push up e stola gay friendly. Scialbi spettacolini progressisti e mediocre presenza scenica. Fratello Metallo faceva di meglio. 

I rainbow priest mettono online le bollette o le appendono in bacheca per denunciare le speculazioni finanziarie. Hanno taciuto di fronte alle cremazioni forzate, alle morti in isolamento, ma non toccategli la Santa Messa al caldo. Gli si fornisca anche la poltrona in memory foam, già che ci siamo. Hanno recuperato dello spazio tra un cartello di obbligo mascherina e il flacone di igienizzante. 

Tale don Claudio Paganini ha disposto le luci al LED nella sua Chiesa. Si addicono proprio, tra altari, affreschi e marmi. Non sia mai che si torni a dare valore alle vecchie candele, con quella loro fiammella dolce, confortante, ipnotica, dal molteplice simbolismo: “La luce elettrica nuoce al raccoglimento e alla meditazione” dice il sagrestano nel film Luci d’inverno. Purtroppo, non siamo in un’opera di Bergman. Qui, il don è pronto anche ad accorciare la predica, qualora la temperatura scendesse sotto i limiti della gradevolezza. 

I rappresentanti di Dio si stanno dissipando, uno ad uno, in semplicistici e vuoti slogan in nome di una libertà che, invero, sta mandando alla deriva chi ha bisogno di un conforto profondo. 

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Anche il Dalai Lama ha assunto fattezze new age domandandosi di fronte al mondo “a che servono le religioni?”. A che serve, semmai, lui che dice questo? 

Si dileguano, uno ad uno, quelli che dovrebbero essere i nostri padri spirituali, quelli dalle irremovibili certezze: “Sia fatta la sua volontà” significa che, se non è la mia ora, niente, nemmeno un virus, una bomba, potrà togliermi la vita, finché non mi chiamerà Lui. Lo stesso vale per ogni tragedia umana, ogni dolore e ogni valle oscura

Questo, condivisibile o no, è scomparso insieme alla vera normalità che la gente si è lasciata togliere e non riavrà mai più. La solitudine, la distanza, ora non è più solo fisica e sociale, ma anche spirituale. Presto la disperazione sarà abissale. Che Dio incenerisca questi finti pastori. Anche in silenzio, se vuole. A quello siamo abituati. 

Clara Carluccio

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