Il Detonatore

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LA SINISTRA DI CHIARA FERRAGNI, MA LA DESTRA CHI HA DA PROPORRE? (di Matteo Fais) 

Che Chiara Ferragni e famiglia Ferragnez siano il peggio può unicamente essere considerato un postulato, quindi un principio che non necessita di alcuna dimostrazione  – con chi pensa il contrario è inutile discutere, non ci si incontrerà mai.

Che la Sinistra la erga a sua ideologia, su qualsiasi questione, persino sull’aborto, non può che qualificarla per ciò che è – da Raboni, Fo, Sartre e Foucoult a lei il salto è troppo vertiginoso anche per un postmoderno sostenitore del pensiero debole. 

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Ma la Destra, in tutto ciò, chi avrebbe da contrapporre? Genericamente, niente di meglio. Esiste un filosofo di Destra, oggi, posteriore a Evola e Heidegger? Non pare e, senza nulla togliere a questi, si tratta comunque di uomini di un altro tempo, quando persino lo scaldabagno sembrava una diavoleria della società industriale. (Naturalmente, non me ne voglia Marcello Veneziani, però pure lui, con buona pace, è pur sempre una persona decisamente troppo in là negli anni per trattare di certe questioni alla luce di una nuova sensibilità).

Con l’ambito culturale in generale, le cose non vanno meglio. Scrittori di Destra non se ne vedono, almeno non in Italia – per favore, no, non citate D’Annunzio e Berto! Bisogna andare oltralpe per trovarne qualcuno ascrivibile alla categoria dei reazionari, ma di realmente famoso ce n’è solo uno, Michel Houellebecq. Gli altri restano circoscritti a una nicchia.

Insomma, la Destra non ha un progetto culturale. Non l’ha probabilmente mai avuto dal dopoguerra in poi. I suoi politici, del resto, salvo l’interrogazioncina della Meloni in inglese, su un canale estero, non danno grandi prove di sapere.

Sul fronte dei conservatori, persino quando si deve citare qualcuno, si chiama in causa uno di Sinistra che ha espresso un pensiero vagamente eterodosso – persino se si tratta di uno che sa di ex nomenclatura sovietica, tipo Massimo Cacciari. Insomma, la situazione è tragica, ma molto poco seria. Su questa via, non si va da nessuna parte. Manca la cultura e pure le influencer – che è tutto dire – sono sul versante opposto – neppure si e riuscito a pagare 4 smandrappate per fare 2 storie Instagram da mettere in croce.

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Eppure, niente sembra muoversi in tal senso. Pure se dovessero vincere col 100 per cento, non avrebbero chi mettere lì dove conta posizionare i propri uomini, ovvero nelle case matte del Potere. L’impressione generale è che per i conservatori vi sia una sola strada: buttare giù l’edificio e ricostruire.

Detto ciò, se poi gli italiani vorranno affidare alla Ferragni per il futuro, Destra o Sinistra che sia, l’unica ipotesi è una resa incondizionata. 

Matteo Fais 

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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