Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

LA BANALITÀ DEL MALE SIETE VOI CHE, ADESSO, VI INDIGNATE (di Matteo Fais)

Potete pure andare a fare in culo! Anzi, dovete andarci voi più di Draghi e tutta l’allegra brigata dei compilatori del DPCM.

Avete poco da indignarvi, adesso, dicendo che queste misure, come impedirci di comprare i beni che non sarebbero di primaria importanza, sono da Gestapo. I responsabili di tale scempio della democrazia, della violenza che stiamo subendo, siete voi vaccinati. Per avere salva la pizza del sabato sera e le vacanze estive, avete ceduto all’ignobile ricatto e, ora, vi strappate le vesti gridando che i vostri fratelli vengono emarginati, tenuti fuori dai negozi come gli ebrei.

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Pezzi di merda, vorreste forse dire che non lo sapevate come sarebbe andata a finire? Volete forse sostenere che non avete notato, giorno dopo giorno, l’escalation della coercizione e la corda che veniva stretta sempre di più intorno al nostro collo?

Fate venire ancora più rabbia e voglia di vendetta. Siete degli Himmler schifosi, con la vostre pietose scuse del “rispetto delle regole” o, peggio ancora, il “bisogna distinguere la questione sanitaria da quella politica”.

Chiunque abbia anche solo il cervello che serve per le funzioni vegetative di base sa benissimo che non esiste una sola faccenda, per quanto sanitaria, igienica o floreale, che non sia in prima istanza una diretta emanazione della politica.

Non si può dire “ma il vaccino serve” – questione su cui non è neppure il caso di discutere, perché assolutamente secondaria. Il vaccino non era un atto di natura meramente medica – non questo, non in questa fase. Voi avete volutamente fatto finta di non capirlo, magari anche credendo di tutelarvi contro il covid, ma trascurando la ricaduta che il vostro gesto avrebbe avuto su di noi.

Continuate pure, dunque, a pubblicare le vostre fottute fotine del cazzo, mentre mangiate i piattini gourmet al ristorante, dopo avere esibito il green pass e risparmiateci l’indignazione. Noi non possiamo entrare a comprare niente che non sia strettamente necessario. Voi, invece, potete fare quel che vi pare, senza restrizioni. Non siamo sullo stesso piano. La stella di Davide è cucita sul nostro cappotto, non sul vostro. Mi spiace, ma non siamo lo stesso popolo e voi ci state sui coglioni.

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La vostra ignavia è ripugnante, il vostro discolparvi un’offesa all’etica. L’altro giorno, una donna novantenne è stata portata in tribunale, perché a vent’anni faceva la segretaria al campo di sterminio. Non diteci “ma io dovevo lavorare”. Anche lei doveva, ma è comunque andata a processo perché, giustamente, a prescindere da cosa si pensi di quel periodo storico, nessuno può dirsi innocente per il suo tempo. Chi sceglie di vivere a certe regole, è corresponsabile della loro affermazione. Voi state di fronte alle vostre scelte senza alcuna scusa. La differenza fondamentale tra voi e chi fa il male volontariamente sta unicamente nella vostra infima natura. Meglio chi commette un’atrocità in nome di un credo, un’ideologia, un pensiero. Ma, per chi accetta la banalità del male solo per non assumere su di sé l’impegno e il fardello sociale che esistere comporta, nessuna pietà. Prima o poi, faremo i conti, statene certi.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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