Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

IO NON MI INGINOCCHIO (di Franco Marino)

Una delle mode occidentali degli ultimi anni è l’animalismo. Espresso in molteplici gradazioni. Si va dal semplice “amore per gli animali” espresso attraverso il possesso di uno di essi, ai vari integralismi alimentari che sfumano da un timido vegetarianismo ad un integralistico veganismo. L’idea di fondo è che gli animali siano creature speciali messe in crisi dall’uomo brutto e cattivo.
Eppure, proprio dal mondo animale ci giungono alcune interessantissime lezioni. A partire dall’iconica scena del leone che insegue la gazzella. O dalle lotte tra leoni per la conquista del territorio. Se esistesse una leonessa col volto della Boldrini, probabilmente imporrebbe a quei leoni di inginocchiarsi di fronte alla gazzella o a leoni sottomessi del passato. Ma probabilmente quella leonessa sarebbe stata già scacciata perchè il leone sa benissimo che l’inseguimento della gazzella e la lotta contro altri leoni è semplicemente una necessità della specie.

Gli uomini assomigliano agli animali molto più di quanto amino credere. Quando si dice che l’uomo sia in possesso di un’intelligenza superiore rispetto agli altri animali si dice il vero. Ciò sfortunatamente non coincide con l’essere migliori di loro. Lo squalo, per dire, non ha bisogno dell’intelligenza. Ha tanti sensi, e perfettissimi, che noi, al confronto, siamo delle talpe. Fra i vantaggi inverosimili ha anche quello di avere più file di denti, e addirittura, se nell’entusiasmo alimentare ne rompe qualcuno, non ha bisogno di andare dal dentista perché gli ricrescono. E’ una macchina talmente perfetta che non soltanto ha resistito a tutti i cambiamenti da quando è nato, ma si può permettere il lusso di essere poco intelligente. Perché dell’intelligenza non ha nessun bisogno: non teme nessuno, non si deve mai strapazzare e sta al sommo della catena alimentare. È uno degli esseri più perfetti che abbia creato madre Natura. Permettendogli di resistere persino ad ere geologiche inframezzati dagli asteroidi.
Analogamente, il ghepardo con i suoi 110 km orari può raggiungere qualsiasi preda, un’aquila da migliaia di metri di altezza riesce a vedere per terra meglio di quanto ci riesca io dall’alto dei miei insignificanti 185 centimetri. La maggiore intelligenza dell’uomo compensa semplicemente i deficit fisici che lo rendono inferiore alla quasi totalità degli altri esseri viventi.
Qualcuno osserva che lo sviluppo della civiltà umana renda assurdi i miei discorsi e il problema è esattamente che tale sviluppo ne conferma la validità. Perchè è l’abbondanza delle risorse a disposizione che rende un uomo capace di solidarizzare con i poveri, di esprimere rincrescimento per i problemi che non lo riguardano personalmente. Ma questa si chiama, appunto, sazietà. Un povero non ha la minima empatia nei confronti del bambino nero africano perchè pensa come prima cosa a sfamare i propri.

Nel mondo animale, il diritto all’accoppiamento con le femmine più attraenti e all’acquisizione di territori migliori, si raggiunge solo con la lotta. Nel mondo degli umani…pure. Se l’umanità ha previsto che i bianchi siano più ricchi dei neri, ciò significa che i bianchi sono migliori di loro. Sono i più forti in qualcosa. Se i neri avessero avuto le medesime qualità, avrebbero vinto loro e oggi si parlerebbe dei problemi del terzo mondo in Europa e dei neri cattivoni. Se, invece, l’Africa è stata depredata dai bianchi (ma quando? Tanti anni fa. Oggi la stanno depredando russi e cinesi) ciò non ha nulla a che fare con la cattiva coscienza del maschio bianco, occidentale, americano o europeo ma con una cosa che si chiama umanità. Definire, infatti, inumani il razzismo, la violenza, la depredazione, è una sciocchezza. Se quei comportamenti fossero stati inumani, non esisterebbero. Se esistono, inumani non sono. Con buona pace del povero Arrigoni.
La lotta contro l’umanità si conclude sempre con la sconfitta di chi la conduce perchè il sistema nervoso umano non è modificabile. Non ci sono riusciti le chiese, i partiti, pervasive ideologie. Non ci può riuscire nessuno.

Io non ho nulla contro le razze diverse dalla mia. Non mi inginocchio semplicemente perchè farlo significherebbe negare la mia natura di uomo, di predatore. Di individuo che può permettersi la solidarietà perchè non è in una situazione di indigenza. Ma, se lo fossi, se l’alternativa fosse la morte di fame dei miei familiari, non esiterei a commettere qualsiasi nefandezza pur di sopravvivere. Anche quella di massacrare milioni di persone, se ritenessi – a torto o a ragione – che queste possano voler massacrare me. Perchè sono umano.
Chi si inginocchia è solo qualcuno con la pancia piena. Con la presunzione che quella pancia rimarrà piena. Con la tracotanza di ritenersi estraneo alla propria natura umana, fino al punto di combatterla. Infatti si inginocchiano cantanti, calciatori, politici.
Chi deve arrivare alla fine del mese, non ha tempo per inginocchiarsi. Se non per riparare qualche auto, per coltivare i campi. O per pregare un dio qualsiasi che le cose si aggiustino.
E tutto questo è, invece, perfettamente umano.

FRANCO MARINO

2 commenti su “IO NON MI INGINOCCHIO (di Franco Marino)

  1. Hai perfettamente ragione. Aggiungo, se posso, che nessun “nero” si è mai inginocchiato, nè mai lo farà, per la tratta barbaresca degli schiavi europei. Per esempio. E per le stesse ragioni.

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