Il Detonatore

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IL COVID-19 E IL COLPO DI FULMINE (di Franco Marino)

Viene definito come colpo di fulmine l’innamoramento immediato nei confronti di una persona che, a prima vista, provoca sensazioni talmente intense da indurre a dire “Con lei voglio trascorrere la mia vita”. Non sarebbe corretto definire un sentimento del genere come qualcosa che va oltre la ragione perchè, come è stato dimostrato, anch’essa viene coinvolta nel processo di innamoramento, anche se coinvolgendo il subconscio e dunque sostanzialmente “all’insaputa” dell’innamorato. Da quel momento, la persona “fulminata” è come se avesse tutto chiaro davanti, senza aver bisogno della verifica sperimentale: lei sa che è così, sa che la persona prescelta è quella giusta con la quale trascorrere del tempo. E quando non sarà più così, sarà perchè sarà intervenuto un altro fulmine a spegnere il tutto. Il processo del disamoramento, del resto, è identico e lirico al pari dell’innamoramento ed è “un attimo”. In un attimo ci si rende conto che siamo innamorati, in un attimo si capisce che non amiamo più quella persona.


Col Covid-19 è stata la stessa cosa. Un vero e proprio colpo di fulmine. Prima che qualcuno si preoccupi, non voglio annunciare il mio matrimonio col virus. Semplicemente sin dal primo momento ho dubitato di tutte le narrazioni roteanti attorno al covid. E il meccanismo che mi ha portato a schierarmi con nettezza, senza ripensamenti, anche di fronte a dati che contraddicevano le mie previsioni iniziali (ben lontane dai 35000 morti ufficiali) è analogo a quello di un colpo di fulmine. La cosa ha stupito in particolar modo tutti coloro che conoscono la mia ipocondria, il mio terrore sacro per alcune malattie infettive come per esempio l’AIDS, il mio attaccamento a mio padre (anziano, malato e dunque potenziale vittima del covid-19). Ma così come la persona fulminata, sa che il partner prescelto è quello per la vita, senza bisogno di verifiche sperimentali, così il mio colpo di fulmine mi dice che tutto ciò che ruota attorno al covid-19 è una mostruosa montatura.
Ma anche i colpi di fulmine più intensi devono poi poggiarsi su basi razionali. Se il prescelto si rivela un sadico picchiatore, potrà anche essere il più figo del mondo ma la fulminata – se provvista di un minimo di razionalità e di dignità – cesserà di amarlo molto rapidamente. Così come se fossero emersi elementi in favore delle narrazioni ufficiali, qualsiasi persona razionale si sarebbe dovuta ricredere. Il problema è che, ogni giorno che passa, l’ipotesi che non il virus in sè – che sicuramente esisterà – ma l’epidemia scatenatasi sia indotta, che i media siano i veri untori dell’infezione, che molte spiegazioni su alcuni fatti inquietanti – i cadaveri cremati in fretta e furia – tardano ad arrivare, il fatto che questo virus sembra colpire selettivamente e specificamente in alcune aree a maggioranza politica sgradita ai propulsori mediatici del lockdown e tantissimo altro ancora, il fatto che sempre più medici contattino me e altri dissidenti in privato, spiegandoci per filo e per segno come avvengano le falsificazioni, insomma tutte queste ipotesi confermano il complotto.
Il punto è che, come avviene spesso, esistono moltissimi eloquenti indizi – perchè, come ci insegna la saggezza popolare, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi – ma non quello che consenta ai teorici della contronarrazione di piazzare lo smash decisivo che consenta di vincere la partita.
Così non resta che affidarsi alle proprie personali intuizioni nè più nè meno di quei genitori che sospettano che il fidanzato della propria figliuola sia un poco di buono – ma non hanno le prove – e dunque, ostacolando l’unione in ogni modo, non aspettano che questi le faccia seriamente del male prima di intervenire.

A Gennaio un colpo di fulmine mi ha fatto innamorare dell’ipotesi che l’emergenza covid-19 sia una mostruosa macchinazione. Ma nessun mio colpo di fulmine ha resistito a lungo anche contro l’evidenza logica.
Oggi sono sempre più innamorato della mia ipotesi.
E stiamo bene insieme (io e l’ipotesi, non io e il virus)

FRANCO MARINO

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