Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

I MEDIA COME VENDITORI DI DROGA AI TEMPI DEL COVID-19 (di Franco Marino)

Da giorni assisto al delirio dei grandi opinion leader della rete i quali puntano il dito contro chi va all’estero, contro chi va al mare, contro chi non mette le mascherine, contro chi invece di salutarsi con la stretta di mano, si saluta a gomitate. Non li cito perchè hanno il vizio di querelare e io non ho alle spalle i capitali per affrontare un processo che veda me lottare contro gente che ha pezzi di magistratura alle spalle. Ma voi avete capito chi sono.
Così sono andato a ritroso di questi mesi, da quando il covid-19 è comparso nei nostri media.

C’è stato un momento in cui ho avuto la percezione di che tipo di gioco sporco stavano praticando i cantori della narrazione pandemica ed è stato quando ho visto le urla dal balcone rivolte a chi era per strada, gli insulti rivolti su tweet a chi veniva fotografato fuori da casa sua e altri meccanismi simili e così la mente andò ad un episodio che mi capitò qualche anno fa. Accadde che ebbi una brutta lite in automobile con la compagna di mio padre per questioni di natura familiare e questa non trovò niente di meglio da fare che uscire dalla macchina e andarsene in un bar dove finse uno svenimento. Mio padre – pur sapendo che aveva palesemente torto – andò a rincorrerla e nacque una discussione dove alla fine un signore che non era per nulla coinvolto nella lite – non è che lo avessimo chiamato in causa, per dire – si intromise cercando la polemica con me, senza sapere assolutamente nulla di ciò che fosse accaduto. Dopo che io gli avevo intimato di non intromettersi e di farsi i fatti suoi, tentò di avventarsi alla ricerca dello scontro fisico e fortuna volle che intervenne la Polizia a sedare il tutto.

Non è che io abbia nulla in contrario verso chi cerca di intromettersi in una rissa per pacificare i contendenti, il problema è che RARAMENTE chi si intromette lo fa per portare pace. Conoscevo sin troppo bene il meccanismo che lo portava ad intromettersi: il “protagonismo”.
A chiunque di noi sarà sicuramente capitato, quando si trova ad assistere ad una discussione, di volersi intromettere. No, non lo facciamo perchè siamo interessati a porre fine alla discussione. E’ il nostro cervello che, percependo una dimensione conflittuale, è automaticamente programmato per farci produrre adrenalina e dunque assumere un ruolo da protagonisti. E’ l’adrenalina che produce i flash-mob sul balcone. Che porta gli utenti ad insultare su twitter chi, di volta in volta, fornisce anche inconsapevolmente un pretesto per i due minuti di odio di orwelliana definizione. E l’adrenalina, come qualsiasi sostanza psicotropica, è una droga che dà dipendenza. Dunque anche giudicare dal balcone, insultare, offendere, accende l’innato senso di protagonismo presente in ognuno di noi e che, nel momento dello scontro, induce una forte produzione di adrenalina.

Ecco quando io vedo la gente urlare dal balcone contro il runner che va a farsi la corsetta, quando vedo un popolo di biliosi inaciditi che puntano il dito contro tutti “Fascista! Razzista! Irresponsabile! Leghista!”, tutto ciò che vedo è una gran massa di drogati che hanno bisogno di quell’emozione appagante che è il potere. Nello specifico il potere di giudicare.
Una ributtante massa di pezzi di merda che vuole vendere al mondo l’idea di essere dotata di senso di responsabilità, estrinseca questa sua messinscena con la collera contro l’untore, con tanto di sputtanamenti audiovisivi, cosa che ha ormai preso la mano a troppi.
Non c’è, infatti, il genuino civismo di chi vuole combattere l’infezione ma l’antico, atavico e narcisistico gusto di autonominarsi giudici e di sentirsi osmoticamente parte di una perbenistica elite a cui viene conferito il potere di giudicare il prossimo.
La caccia all’untore – se si rileggono i Promessi Sposi, ci si trovano passi di sconcertante attualità – è il cavallo di trojan di future rappresaglie, per nulla disinteressate, che possono costituire il pretesto casomai per sequestri di beni o di risparmi. E non a caso si ritrova, concentrata nei malvezzi di cui sopra, quella stessa nauseante umanità che è poi anche quella che urla contro il cattivo di turno, di volta in volta disegnato e designato dal potere politico dominante.

Tutto questo è dettato dall’adrenalina.
I media sono pusher che hanno successo fin quando riescono a convincerti che sia giusto vendere questa droga. I grandi opinion leader – grandi si fa per dire – sindacano sulle ferie delle partite iva – che nella bacata mente di molti, pensano che due mesi di inattività forzata siano vacanza – così che nella gente monti il malcontento adrenalinico che la porterà ad ascoltare i media per avere un’altra dose, creando le basi per uno scontro tra tossicodipendenti e persone sane, la cui declinazione e destinazione non sarà altro che una guerra civile tra persone che, ora non lo sanno, ma presto verranno private di tutto.
Questo è un fenomeno che ho visto diverse volte. Ricordate il video della signora che sul treno si scaglia contro un viaggiatore che parla al telefono senza mascherina?
Quella signora non sta reclamando il rispetto delle regole, sta semplicemente cercando la rissa per effetto di un’evidente mania di protagonismo, per ottenere la sua dose di adrenalina.
La droga crea dipendenza, occorreranno dosi sempre più alte per appagare il tossicodipendente e l’adrenalina ha la caratteristica di essere contagiosa e pandemica. Fino al punto che si prenderanno coltelli e fucili e si passeranno alle aggressioni, agli omicidi, anche delle persone a noi care.

La psicosi creata dai tutori del sistema ha creato questi mostri. L’obiettivo è scatenare una crisi finanziaria globale che dia il pretesto che gli Stati Uniti – veri proprietari dei paesi europei – da tempo aspettavano per avere il pretesto di disinvestire senza che nessuno si accorga che ci sono loro dietro questo gioco.
Se i mass media propagano la paura, il sistema finanziario crolla, e con esso va giù tutto il resto. Non abbiamo un problema di covid-19, abbiamo un problema di droga che ci viene venduta come zucchero o farina, come se cioè fosse qualcosa di buono.
O arrestiamo i pusher o intossicheranno l’intero paese.

FRANCO MARINO

Un commento su “I MEDIA COME VENDITORI DI DROGA AI TEMPI DEL COVID-19 (di Franco Marino)

  1. Dovremmo gridarlo.al.megafono e dai balconi
    Boni, state boni che’ ci vogliono rinchiudere in casa . Non fate overdose di adrenalina, e’quello che vogliono. Mettiamo.in azione il.cervello e riflettiamo. Grazie sempre.

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