Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

“È NATURALE AVERE UNA FANTASIA”: DIALOGO SU ONLYFANS CON UNA CONTENT CREATOR (di Matteo Fais)

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Nel suo eroticamente straripante Luna di fiele, Pascal Bruckner fa dire a uno dei personaggi che “La perversione non è la forma bestiale dell’erotismo ma la sua dimensione civilizzata; copulare è degno dell’animale, umana è soltanto la devianza, un’arte complessa innestata su una natura semplicistica”.

Forse, in effetti, è inevitabile che, con l’allontanamento dalla Natura, l’individuo sviluppi una nuova visione del piacere, sempre meno legata all’interazione classica tra i corpi, in cui questa assume una dimensione fantasmagorica, astratta, quasi metafisica. Se, poi, ciò sia giusto o meno è questione che, al di là del fanatismo, sprofonda nel personale, nel perimetro valoriale del singolo.

Che si tratti di decadenza, o di elevazione, a ogni modo, il mondo è mutato. OnlyFans è una manifestazione di questo stravolgimento. Indiscutibilmente, non si può pensare che ad alcuni non piaccia. Nessuno punta loro una pistola alle tempie. Potrebbero ricercare, anche coloro che sono soli, l’amore mercenario, ma preferiscono acquistare foto.

Forse, per comprendere la cosa, è necessario mettere per un secondo da parte l’indignazione e guardare da vicino. Per tal motivo siamo andati a intervistare una donna che ha una pagina di questo tipo e che vende, al suo interno, dei contenuti – come li si suol chiamare, oggigiorno. Il tentativo è stato di essere il più neutrali possibile. Lei ha esplicitamente chiesto di non pubblicare il suo nome d’arte – e della pagina –, pur prestandosi alle domande. Da parte nostra, la ringraziamo. Chi è alla ricerca di lezioni morali, può tranquillamente recarsi alla catechesi settimanale.

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Le tue foto, almeno in parte accessibili a chiunque abbia Instagam o Twitter, cosa sono: erotismo, esibizionismo, o un semplice modo per fare soldi?

Erotismo.

Che cos’è questo per te?

È suscitare un impatto sull’altra persona. Io, quando scatto, immagino sempre che ci sia qualcuno che mi piace e mi desidera dall’altra parte. È da ciò che nasce la foto. Naturalmente, è tutto un gioco a livello mentale. Sull’altro versante, invero, si trovano delle persone che impazziscono per te. Per loro, diventi quasi un sogno, un qualcosa di inarrivabile a livello erotico.

Tu dici che è come se immaginassi qualcuno che ti guarda, qualcuno che ti piace…

Sì, immagino quello e così do sfogo alla componente, chiaramente, anche esibizionista.

Mi domandavo: allora, perché non fare semplicemente delle foto a un ipotetica persona che ti piace, invece che buttarle in pasto a chiunque nella dimensione del web?

Io con la fotografia ci lavoro da diversi anni, è diventata anche una passione, nel senso che all’inizio, col primo profilo – che è stato bannato –, facevo delle foto – comunque professionali – e poi in base a quello è nato tutto un progetto personale ancora in evoluzione.

Scusa se insisto: quindi, al momento dello scatto, al di là del pensiero di qualcuno che ti piace e ti contempla, c’è una forma di esibizionismo?

Non è certo quello di chi compie atti osceni in luogo pubblico. In ambito fotografico, è difficile riuscirci senza una componente di questo tipo, direi anzi che è fondamentale. Poi, chi fa semplice nudo artistico non è detto che sia propriamente tale, ma sul nudo erotico serve ed è inevitabile.

Ma è vero che si tirano su belle somme con OnlyFans, o sono tutte balle questi guadagni stratosferici di cui si legge sui giornali?

Personalmente, con OnlyFans, non ci vivo. Devo per forza lavorare, o meglio avere un’altra occupazione. Come me, credo che la maggior parte delle ragazze lo usi per arrotondare. È un portale che obiettivamente ti garantisce dei pagamenti sicuri, immediati – nel senso che, entro un paio di giorni, ti vengono accreditati i soldi. Quello che guadagno mensilmente si aggira intorno ai 5-600 euro sicuri – non una cifra su cui sputarci sopra, ma neanche un guadagno strepitoso. Diverso è per coloro che si avvalgono di agenzie, ma dovresti metterti sotto queste, per cui tu versi una percentuale e loro ti danno accesso al loro giro di clientela. Solo che, a quel punto, non sai più chi ci finisce dentro il tuo profilo. Chi segue quella via è anche possibile che faccia un sacco di soldi.

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Un’immagine della ragazza intervistata.

Che tipo di canale è il tuo?

Il mio OnlyFans non ha avuto probabilmente questo decollo da milioni perché io, principalmente, propongo nudo artistico, che poi ho tramutato in erotico perché questa è la mia natura. L’erotico, lo preciso, non è esplicito, non ha pose troppo audaci.

Quali servizi fornisci a mezzo di OnlyFans?

Foto e video, anche su richiesta. Questi ultimi sono io ad accettarli o rifiutarli e si tratta, ovviamente, di nudo esplicito.

Tu, quando dici “esplicito”, cosa intendi con precisione?

È un’altra tipologia di nudo, in cui si mostrano parti in evidenza. Si tratta fondamentalmente di particolari del corpo che possono essere il seno, le zone intime. Il focus viene fatto lì. Il video, in particolare, comporta tutta una serie di movenze: ci si inizia a spogliare, per finire con un nudo integrale che poi zooma su una parte – però, senza masturbazione.

Fornisci anche quel genere di prestazioni tipo scambi di vocali con gli utenti?

Assolutamente no! Non faccio né videochat né chat. I miei iscritti lo sanno benissimo. Alla fine, ognuno si sceglie il tipo di pubblico che preferisce. I miei follower sono persone molto raffinate ed intelligenti. Se uno è in cerca di porno e masturbazione, lo capisci subito. Di solito, se ne vanno da soli. Io ho scelto di non andare oltre. Poi, non giudico chi lo fa. Essendo single, potrei anch’io, però non voglio perché può succedere, com’è capitato a me, che entrino all’interno del profilo amici di famiglia, o gente proveniente dal mondo del lavoro, e non devono trovare materiale che possa risultare compromettente.

La vendita di foto di nudo come la definiresti, sex working?

Per niente. La prostituzione è un’altra cosa e contempla l’atto sessuale. Se è vero che le immagini non si sa per cosa le usino, fisicamente non c’è comunque un rapporto. Poi, esiste chi si avvale di OnlyFans anche con lo scopo di crearsi un bacino di clienti da incontrare nella realtà.

Non per farmi gli affari tuoi, ma non provi vergogna all’idea che qualcuno ti riconosca per strada, dopo aver visto una tua foto da nuda?

Non mi interessa quello che pensano gli altri. Ho smesso circa 5 anni fa. Ho ricevuto tanti commenti negativi da gente che disapprova ciò che faccio. Soprattutto, online. Di solito dietro la tastiera sono tutti forti, poi nella realtà… Per quel che riguarda le conoscenze personali, non è mai stato un problema. Ho avuto hater, sia donne che uomini. Prima che aprissi OnlyFans, su Instagram, c’era chi sosteneva che fossi un uomo, anzi un trans. Della cosa non me n’è mai fregato nulla, avendo avuto amici trans e omosessuali. Tutti questi pregiudizi non mi toccano, so di essere una donna al 100%. Quando ho aperto il mio canale OF, poi, fatalità, quelle voci sono finite. Probabilmente, le stesse persone si sono iscritte e hanno potuto constatare chi sono realmente con i loro stessi occhi.

Una domanda difficile: perché uno dovrebbe acquistare le tue foto, invece che guardarsi una delle tante immagini porno che ci sono online? Tu cos’hai di diverso?

Io credo scelgano me perché mi seguono già su altri portali e hanno capito come sono, conoscono i miei limiti ed hanno imparato ad apprezzarli. Sono tutte persone che optano per me perché divengo per loro come una fantasia, quasi fossi il loro prototipo ideale di donna, quella che immaginano per eccitarsi. Questo è ciò che gli fa propendere per me in luogo del porno o di altre che provano a seguire lo stesso identico percorso. Chi fa i veri numeri, ovviamente, si butta su un altro genere, ma si tratta spesso di gente collegata al mondo dei film a luci rosse.

Gli uomini con cui ti relazioni nella vita reale – fidanzati, amanti, colleghi – che reazione hanno al pensiero che tu pubblichi foto di nudo?

A livello lavorativo, è capitato che vedessero le foto su Instagram. Ero diventata la loro barzelletta. Ma, sai, è un po’ la solita questione della volpe e l’uva. Nel senso che, non potendoci arrivare, quella era la loro reazione – anche perché io non mescolo mai il livello lavorativo con quello sentimentale. Poi, però, mi sono trovata alcuni iscritti al profilo Instagram. Certi sono addirittura diventati corteggiatori – come al solito, paradossalmente, quello che disprezzi compri. A livello personale, infine, non ho voluto una relazione stabile. Probabilmente non ho mai trovato la persona giusta, quindi non l’ho vissuto come un problema. A ogni modo, chi vuole mi deve accettare così come sono. Io ho anche una componente mia, artistica, per cui se voglio posare nuda, fare genere erotico e portare avanti un progetto, o trovo la persona che mi appoggia – e temo che difficilmente accadrà –, oppure si chiude il rapporto.

E se un fidanzato ti dicesse di non voler restare con te se non abbandoni OnlyFans?

Non mi interessa. Ci sono milioni di uomini là fuori (ridiamo). Non è presunzione, ma non si tratta della persona giusta. Non sai quanti me ne siano capitati. Non me ne frega niente. Io faccio in modo di non affezionarmi. Ho avuto precedenti a livello relazionale, lunghi rapporti, che mi hanno tarpato anche troppo le ali, per cui adesso faccio quello che voglio, quando voglio, con chi voglio, e della mia vita e del mio lavoro ne rispondo solo io.

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Un’altra foto della ragazza intervistata.

Come giudichi i maschi che acquistano dei contenuti da te?

Non ci vedo niente di sbagliato, anzi. È nella natura umana cercare qualcosa che non si può avere – la fantasia. Tutti noi abbiamo sognato un attore, un cantante, ecc. Per loro diventi un’ispirazione, gli servi per arrivare a godere, quindi a provare piacere. Ti usano come una fantasia, perché magari la moglie o la fidanzata non li soddisfa più. Cercano una sorta di trasgressione e non c’è niente di male nel trasgredire.

Ok, ma voglio dire, a tuo avviso, è normale che uno paghi una donna per una sua immagine, senza neppure l’agio di poterla avere fisicamente presente e toccarla? Da uomo, preferirei darle soldi per…

Ma loro non vogliono tradire o perpetrare la cosa. Forse, dopo, vanno a pagare una prostituta. Anzi, uno mi aveva detto di averlo fatto e di averla chiamata col mio nome, immaginando fossi io. Sono fantasie.

Interessante…

Beh, è una perversione. Anche io ho dei miei gusti particolari, per cui comprendo chiunque, persino i feticisti. Non giudico, perché in parte lo sono anch’io.

Che cos’è, per te, una perversione?

Un qualcosa che diventa quasi un vizio, che maturi da un fatto magari tuo personale. Per me, credo dipenda dalla sofferenza…

Stai dicendo che, per esempio, uno, soffrendo, sviluppa una passione masochistica?

O masochistica, oppure da dominatrice. Non vuoi più soffrire, quindi preferisci far soffrire gli altri. Io sono più così. Non sono tipa da bondage, anche se lo propongo su OnlyFans perché va tanto. Quando il rapporto classico non mi soddisfa, vado in cerca di una persona forte e tendo a schiacciarla.

Ma, il genere di video sadomaso non sono del tipo che tu proponi sulla tua piattaforma?

No, la dominazione no, è una cosa mia, privata.

E il bondage?

Quello sì, perché piace tanto. Alla maggior parte degli uomini piace dominare. È nell’essere virile e maschio dominare una donna.

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Dal suo Instagram.

Cosa ti scrivono le persone che ti contattano?

Considerato che il mio precedente profilo aveva 95 mila iscritti e quello precedente ancora 27 mila – ma sono entrambi stati eliminati –, con questo qua, che ammonta a circa 1000 follower, cioè una miseria, mi arrivano circa 50-60 “buongiorno”. Poi, ci sono i cuoricini, i “ti penso”, “sei bellissima”, “sei il mio sogno”. Tutte cose così, insomma. Sono molto carini e gentili. Anche perché gli psicopatici li blocco subito. Non tengo persone che si appiccicano con 40 messaggi al giorno.

Che effetto ti fa ricevere di queste attenzioni?

Mi dà forza, essendo appunto tutti amichevoli, più che insistenti. Anche i vari “Oggi non hai postato nulla, va tutto bene?”, mi rallegrano. Si preoccupano. Ciò è positivo, vuol dire che qualcosa di me è arrivato.

Se avessi una figlia e questa aprisse un canale OnlyFans, come la prenderesti?

Onestamente? Non la prenderei male. I miei genitori non hanno mai gradito neppure che facessi la modella e io non dico che la spingerei. La inviterei unicamente a fare quel che si sente e a usare la testa.

Cosa intendi con “usare la testa”?

Significa non tenere tutti, non compiacere ogni persona per forza o farti andare bene chiunque. Anche nel mondo della fotografia bisogna stare attenti a distinguere tra chi è serio e chi no. Su OnlyFans, poi, significa eliminare quelli che potrebbero essere potenziali psicopatici, pazzi e quant’altro.

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I tuoi genitori sanno della tua attività?

Loro sanno che faccio foto, non certo di OnlyFans.

Come pensi che la prenderebbero?

(ride) Beh, hanno più di settant’anni e non mi sembra il caso di far avere loro un infarto. Comunque, sì, la prenderebbero molto male. Ma, oramai, anche io non sono più una ragazzina e faccio quello che preferisco. Poi, insomma, se ti vogliono bene ti accettano per quello che sei. Certo, io non sono casa e Chiesa come loro.

Ma com’è la vita di una ragazza che ha OnlyFans? È normale o finalizzata unicamente alla creazione di contenuti?

Se tu fai la modella devi sempre proporre contenuti. Però, il content creator non è detto che viva di quello o voglia farlo in eterno. OnlyFans non è un lavoro per sempre. Ti richiede il fisico e una determinata predisposizione. Probabilmente io, come ho sempre detto ai miei amici fotografi, quando arriverò a settant’anni, vorrò ancora stare di fronte all’obiettivo. Ognuno faccia come meglio crede. Io non giudico neppure chi guarda il mio profilo e resta indignato. Chiunque è libero di pensare quello che vuole, però purtroppo spesso seguono invidia, violenza, e pregiudizio, perché comunque è insito nella natura umana di essere così. L’essere umano è una bestia. Non ci si può aspettare solo carinerie dalla gente. So che, se mi sono stati chiusi ben due profili, c’è un motivo e mi va bene così.

Quanto tempo dedichi a OnlyFans e a Instagram ogni settimana?

Circa 10 minuti al giorno a OF. Programmo già tutto il calendario, nel senso che, una volta al mese, mi ritaglio quelle 4-5 ore in cui carico i contenuti che, poi, compaiono automaticamente. Faccio anche la mia presenza almeno una-due volte al giorno, per leggere e rispondere ai messaggi, per caricare qualche video e far vedere che ci sono, che esisto. Pochissimo alla fine. Poco tempo, massima resa. Su Instagram, invece, ci devi perdere tanto, ma senza vedere soldi. Lì guadagni solo se hai sponsorizzazioni, collaborazioni.

Ti senti femminista?

In realtà, no. Direi quasi che odio l’universo femminile e mi sento molto più vicino a quello maschile. Gli uomini si dicono le cose in faccia, litigano e si riappacificano, mentre le donne sono molto subdole, cattive, invidiose e vendicative. Anche quelle a cui ho sentito dire peste e corna di OnlyFans, poi ho scoperto che ambivano a iscrivervisi, quando non l’hanno proprio fatto. Spesso, la donna, purtroppo, non è coerente con quello che dice. Io trovo ci sia tanta cattiveria tra noi e la cosa mi rattrista, perché bisognerebbe essere  più solidali, più unite.

Matteo Fais

Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais

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Chat WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734

L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.

4 commenti su ““È NATURALE AVERE UNA FANTASIA”: DIALOGO SU ONLYFANS CON UNA CONTENT CREATOR (di Matteo Fais)

  1. Ottima iniziativa giornalistica.
    Gli uomini sono ridotti davvero male; se essi avessero un sussulto di dignità, queste ragazze dovrebbero ridimensionarsi, scendere su un livello ontologico … maschile: ritrovarsi con una corporeità che non interessa assolutamente a nessuno, per cui la vita ce la si guadagna non con la semplice … “apparizione” di se stessi, ma con il FARE, materiale o intellettuale.
    Ciò senza negare che l’arte si pone in una zona grigia, intermedia nella gamma di operosità per guadagnarsi la vita, ove il concetto del “fare” può ridursi a qualche scatto fotografico. Il rapporto fra creatore-fruitore del prodotto artistico diventa un dialogo, in cui l’uno cerca di suscitare qualcosa nell’altro; dunque, molto dipende dalla “leva mentale” che l’uno aziona sull’altro; leva che può agire su diversi livelli mentali: intellettuale, emozionale, bassamente istintuale.
    Constatiamo, dunque, che può esistere una fase della civiltà in cui l’individuo non riconosce più alcuna scala valoriale fra intelletto, emozione e istinto; agisce questi livelli mentali con la massima indifferenza e interscambiabilità, senza sentirsene sminuito.

  2. Zitti tutti, non commentate, non esprimetevi. Se lo fate:
    1) siete dei bigotti falsi
    2) state facendo la volpe con l’uva
    3) è solo invidia
    Quindi, facciamo solo i complimenti a “questa artista e “grande lavoratrice”

  3. Vedo e leggo tante „Red Flags“. Mi ricorda poi la donna tossica „l‘artista“ descritta in un altro articolo dal Fais.
    C’è una contraddizione di fondo, ma è ovvio, una donna non dice mai la verità, pure se è in anonimato.
    I soldi. Lo fa per denaro. 600 euro la gratificano più dei vari „tutto bene“ da parte di sconosciuti. Inoltre ci mette molto poco a giudicare psicopatico qualcuno. E come al solito lei è l‘angelo buono che parla di libertà e tolleranza.
    Non lo ammette, ma quando dice che „Instagram produce denaro solo con gli sponsor“ scopre il fianco.

  4. Vedo e leggo tante „Red Flags“. Mi ricorda poi la donna tossica „l‘artista“ descritta in un altro articolo dal Fais.
    C’è una contraddizione di fondo, ma è ovvio, una donna non dice mai la verità, pure se è in anonimato.
    I soldi. Lo fa per denaro. 600 euro la gratificano più dei vari „tutto bene“ da parte di sconosciuti. Inoltre ci mette molto poco a giudicare psicopatico qualcuno. E come al solito lei è l‘angelo buono che parla di libertà e tolleranza. Poi „sta dalla parte del maschio“: grazie al cazzo, sono loro che ti foraggiano.
    Non lo ammette, ma quando dice (con malcelata amarezza) che „Instagram produce denaro solo con gli sponsor“ scopre il fianco.

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