Il Detonatore

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PICCOLO DIZIONARIO DELLA TOSSICITÀ FEMMINILE – DALLA “PICK ME UP GIRL” ALLA “DRAMA QUEEN”, VIAGGIO NEI PEGGIORI CASI UMANI IN ROSA (di Matteo Fais)

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In un mondo di chiaro stampo femminista come il nostro, si sente spessissimo parlare di mascolinità tossica – oramai, pure averci le palle pare sia un’espressione perniciosa del proprio sé. In sostanza, se non ti fai letteralmente violentare dal capriccio femminile, sei un potenziale femminicida.

In compenso, l’esasperazione del discorso e la sua concentrazione su un solo lato della Luna, ha portato a trascurare, se non a minimizzare, i tantissimi atteggiamenti tossici del gentil sesso, da sempre catalogati come innocue intemperanze estrogene – al limite un poco stronze –, e lasciarle andare con una scrollata di spalle.

Eppure, questi comportamenti, solo perché messi in atto da un essere con un corpo di 50 chili, in luogo degli 80 maschili, non viene considerato nella sua effettiva pericolosità, come se un soggetto fisicamente debole non potesse provocare altrettanto dolore e patimento con la forza della mera manipolazione psicologica.

È arrivato il momento, dunque, di prenderli seriamente in considerazione.

P.S: Chiaramente, in una società aperta e sana, qualsiasi essere senziente è libero di comportarsi come meglio crede sul piano morale, fintanto che non vada a ledere l’integrità fisica altrui. Pertanto, quanto segue non va ritenuto minimamente un invito ad adottare reazioni violente verso chi, per così dire, si comporta male, ma semplicemente a prenderne le distanze per salvaguardare la propria integrità emotiva.

LA PICK ME UP GIRL

In un mondo in cui, certo, non mancano le belle ragazze e anche tra loro vige una competizione assoluta, alcune hanno ben pensato che, per distinguersi, l’unica via sia mettere in risalto presunte caratteristiche, interessi e peculiarità particolarmente ricercate, così da emergere entro una certa fetta di mercato maschile. Esempio molto semplice: a livello social, lì dove l’immagine conta molto, potrebbe essere una buona idea fotografarsi con una giacca dal taglio elegante e avere dietro di sé una libreria che dia un senso di abbondanza letteraria – se tu credi di avercelo lungo, lei la sa lunga. Il messaggio è chiaro: non sono la solita che pensa solo a unghie, trucco e parrucco, io sono una che legge, un’intellettuale.

Nella maggior parte dei casi, manco a dirlo, quei libri sono un mero addobbo e non sono stati neppure sfogliati – perché, dopo averli acquistati in preda alla compulsività più incontenibile, la tizia si è resa conto del tempo necessario per passarli in rassegna. Quando invece sono stati letti, inesorabilmente, non sono stati capiti. Ma ciò è secondario, perché il punto non è dimostrare nei fatti – per esempio con un proprio scritto – di essere una lettrice forte, dalla particolare sensibilità critica, ma apparire tale.

Gli esempi potrebbero tranquillamente moltiplicarsi a dismisura. Questo modello di donna, cosiddetta Pick Me Up Girl, fa di tutto per manifestare interessi bizzarri, sovente addirittura esotici, per recitare la parte della diversa con la platea maschile. È molto probabile sentirla parlare della bellezza di Cuba – Paese in cui non è mai stata –, mentre beve uno spritz nel locale più in, sputacchiando di tanto in tanto formule altisonanti di cui non capisce il senso e le implicazioni, tipo “redistribuzione della ricchezza” o “plusvalore”, mentre il fesso che la accompagna è pronto a pagare per lei, sperando di aver trovato finalmente una con cui poter parlare dopo il sesso.

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Non è da escludere che, nel tentativo di recitare al massimo la parte di quella in controtendenza – addirittura l’antifemminstasaluti come una liberazione il modello delle società teocratiche, quale quella islamica, in cui le donne sono costrette a portare un velo, spesso integrale, che le ricopre da capo a piedi. Incidentalmente, lei dice tutto questo forte della sua verginità smarrita a 14 anni, con i tatuaggi che le spuntano da ogni centimetro di pelle scoperta e con un discreto curri-Culum fallico alle spalle. Interrogata in merito al perché non viva secondo i sacri valori della Tradizione, farà l’indignata e si dichiarerà vittima di questo squallido e perverso Occidente che l’ha allontanata da un “un’esistenza più vera e sana”.

Costei, con gli ignoranti, con cui comunque non disdegna di accompagnarsi, potrà sostenere la parte, con 3 parole messe in croce, senza commento; mentre, con quelli più ferrati, muoverà la testa manifestando profondo apprezzamento per le loro tesi rivoluzionarie da brigatisti mancati.

Attenzione, però, perché, come si sa, la migliore menzogna da rifilare agli altri è quella con cui si prende almeno vagamente in giro anche sé stessi. La ragazza in questione, ad un certo punto, se nessuno la inchioda alla sua pochezza intellettuale, si convincerà in parte di essere realmente differente dalla maggior parte delle altre gallinelle starnazzanti. Non lo è, non ha niente da dire più di loro, ma essendo un’insicura patologica non può permettersi di essere semplicemente ciò che è, deve darsi una patina da alternativa.

Va da sé che il genere di femmina in questione è prevalentemente ciò che si potrebbe chiamare una Millantatrice Culturale. Con scarsi studi alle spalle, un sapere raffazzonato e lacunoso, una laurea che “devo solo dare gli ultimi 10 esami”, ha assimilato giusto quei 3 nomi e quelle 4 nozioni, oltre a diversi selfie con volumi epocali per dar sfoggio in società. Un soggetto da evitare soprattutto perché, in un diabolico tentativo di autoconvincimento, pretenderà un’attenzione intellettuale del tutto immeritata.

L’ARTISTA

A qualunque uomo che navighi nell’ambiente culturale e, soprattutto pseudo tale – nella maggior parte dei casi, questa è la realtà –, sarà capitato di imbattersi in una Pick Me Up Girl che si definisce Artista. Naturalmente, non si capisce mai bene quale sia la sua specialità nel generico e vasto panorama dell’arte – escludendo le stramberie erotiche e i pompini.

Interrogata in merito al suo campo di interesse e alla produzione in cui si sarebbe espressa la propria abilità, solitamente glissa, fa finta di niente. Comunemente, non ha pubblicato – nel senso proprio di reso pubblico – niente, per lo meno non in forma ufficiale, per esempio con un libro di poesie o una mostra di pittura. Al massimo si è limitata ai social, in cui ha ricevuto commenti positivi da qualche sfigato che vorrebbe portarsela a letto.

Se però, con un uomo di intelletto, ingaggia a un certo punto una relazione sentimentale, potrebbe pure decidere di palesare sé stessa e chiedere una valutazione del proprio operato, ovvero di qualche confuso schizzo decisamente infantile o un file Word con 10 liriche dall’afflato poetico dei pensierini delle elementari – più semplicemente, scarti imbarazzanti.

Cionondimeno, potete contestare pure i suoi pompini, ma non azzardatevi a dire male delle sue doti da artista. Vi dovrete subire una miriade di “Tu non hai mai creduto in me”, a cui voi cercherete di replicare con circonlocuzioni volte a farle intuire che “Tesoro, sei una sega senza speranza, ma io ti amo comunque perché sono un cretino come tutti gli uomini e il sentimento, similmente alla fica, mi obnubilano”.  

L’artista, particolarmente quando non è tale ma vuole a tutti i costi convincersi di essere diversa dalle altre, è uno dei soggetti femminili più nefasti e tossici. Non ha mai compreso che l’arte è sacrificio, genio e costanza, studio. Per lei, il tempo della creazione è richiuso tra un ripasso del trucco sugli occhi e l’attesa di quello che deve venire a prenderla per l’aperitivo. Garantito che, per quanto le concerne, “se solo non fossi afflitta da un terrificante male di vivere”, l’Ulisse del Joyce si potrebbe scrivere in quelle due sere della settimana in cui non è uscita perché aveva il marchese. Tenetevene alla larga, soprattutto perché, volenti o nolenti, vi costringerà a prendere visione dei suoi capolavori.

LA DRAMA QUEEN

È la migliore sul piano scenico – nel senso che ama le sceneggiate. C’è un po’ di lei in tutte, ma grazie a Dio non tutte sono al suo livello, altrimenti il genere maschile si sarebbe già estinto per suicidio di massa.

È anche la più difficile da snidare perché sembra semplicemente una passionaria, quella che si butta in qualsiasi cosa anima e corpo senza risparmio. La sua specialità è farti credere di crederci. Se dice di amarti, non si limita a dirtelo, a sera, salutandoti con un messaggio di buona notte. Ti chiama in lacrime, anche se tu le hai promesso di sposarla tra 3 mesi. Perché “io lo so, lo so che il tuo amore non è sincero. Tu non soffri come me quando non ci sei”. Un maschietto si sente lusingato e travolto da cotanto impeto. Pensa finalmente di aver trovato l’amore nella forma in cui l’aveva sempre immaginato, cioè totalizzante.

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Mrs. Drama Queen è anche quella che ti fa sentire importante semplicemente facendoti stalking insensato. Ti dirà “L’ho visto, l’ho visto che hai messo like a quella puttana della tua amichetta che posta tutte quelle foto a tette di fuori. Voi maschi siete proprio dei morti di figa, basta una stronza troia che mostra un po’ di culo e già vi viene il calore”. Anche in questo caso, voi cadrete nella trappola, pensando che una sia così gelosa solo perché vi ama davvero.

Balle! La signorina, il giorno in cui le farete presente di avere un impegno, o di non poterla portare in vacanza a Cortina perché non c’avete il becco di un quattrino, comincerà a urlare che voi non ci tenete veramente a lei, che il vostro sentimento è un bluff e, come se niente fosse, vi mollerà senza tanti convenevoli. Poi, tornerà, ma solo per farvi capire che cosa vi siete persi e, in ultimo, dopo aver constatato che siete cotti a puntino, vi manderà a fare in culo per l’eternità.

Il rapporto che vivrete con lei sarà un teatro. Strillerà per ogni messaggio che vi arriverà – “Deve essere qualcuna di quelle baldracche con cui stavi prima”. Se commetterete il minimo errore, fosse anche non versarle da bere per prima, griderà alla vostra noncuranza, “alle scarse attenzioni nei miei confronti. Tu mi consideri sicura, una cosa già data”.

Dovete capirlo, a lei questa recitina da scuola elementare piace da morire. Si sente la protagonista di un grande dramma. Elettra le fa un ditalino a una così! L’imprevedibilità, con lei, diverrà consuetudine quotidiana, il coup de théâtre a cui vi dovrete presto abituare se non volete morire di infarto una sera sì e l’altra pure.

Inutile precisarlo, ma le piazzate della tipa non si limiteranno al privato. La Drama Queen sente di dover attirare l’attenzione del mondo come un’attrice sulla scena. Questo per lei è un palcoscenico. Da brava narcisista patologica, vi costringerà a situazioni spiacevoli in qualsiasi luogo pubblico possiate immaginare: dal macellaio, in lavanderia, al bar, all’autolavaggio. L’eroica lotta contro un universo che non comprende la sua grandezza tragica non conosce sosta. 

È il tipo di donna che va bene solo per gli scrittori. Una sceneggiata torna di frequente utile da trasporre sulle pagine di un romanzo, perciò i narratori hanno sempre donne che recitano la parte delle folli. Volgarmente, ogni mosca trova la sua merda.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.

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