Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

ALTRO CHE INDIGNAZIONE, È ORA DI LEGALIZZARE IL MESTIERE PIÙ VECCHIO DEL MONDO (di Matteo Fais)

Ma che diavolo ci sarà, poi, da indignarsi? Non lo facevano per necessità, nessuno le costringeva, guadagnavano 4-500 euro a incontro, erano maggiorenni. È comprensibile che ai genitori, una volta scoperto, possano girare i coglioni, ma alla fine era una loro scelta – se non sopportate il fatto che i vostri pargoli decidano del proprio corpo, date retta, non fate figli. Peraltro, possibile che questi non si accorgessero di niente, degli abiti griffati e delle borsette?

Con un po’ di sano cinismo e prosastica consuetudine con la vita, si può tranquillamente dire chi se ne frega delle baby – ma se avevano tra i 18 e i 20 – squillo che, a Roma, grazie al fidanzato compiacente di una, si vendevano in alberghi di lusso al miglior offerente. È inutile farsi illusioni, le puttane sono sempre esistite e sempre esisteranno. Bisognerebbe pertanto, una volta per tutte, prendere in mano la questione e parlare di legalizzazione, tasse e via dicendo.

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Alla fine, è abbastanza chiaro perché, in Italia, un terzo dell’economia risulti essere sommersa. Non è il barista che non batte lo scontrino per un bicchiere d’acqua, sono le mignotte che incassano dai 100 ai 500 euro a botta e lo spaccio di sostanze stupefacenti. Avete voglia di fare gli sdegnati, ma i soldi mancano per tutto, salvo che per andare in fica – l’espressione non è delle più belle, è vero, ma si tratta della pura verità. Del resto, non si segnala un maschio normale che, in vita sua, non abbia mai fatto una puntatina da una ragazza a pagamento. È normale – per quanto normale possa essere l’esistenza umana –, la curiosità – forse ancora più della necessità – lo richiede. Poche balle! Chi dice il contrario mente senza pudore.

Bisogna inventarsi qualcosa, una specie di voucher, reintrodurre la marchetta e permettere anche a chi vuole fare il mestiere più antico del mondo di mettersi in regola con il fisco, di guadagnarsi il pane e la pensione nella legalità. Tanto, inutile fare becera retorica: ci sono molte donne che lo vogliono fare – o, quantomeno, lo desiderano tanto quanto essere impiegate alle poste o cassiere al centro commerciale. Entrate su un qualsiasi sito di streaming porno e raccontateci poi che quelle sono tutte vittime di violenza, costrizione e raggiro. Ci saranno anche, ma non possono essere tutte – bisogna essere seri e parlare oltre la solita propaganda femminista.

Tra l’altro, sono pure in grande numero. Anche perché, sempre parlandoci fuori dai denti, oggi, disporre con leggerezza del proprio corpo è prassi diffusa – suvvia, guardate una spiaggia e provate a sostenere onestamente che ci sia una grande differenza con quelle frequentate dai nudisti. Va così, inutile far finta di niente. È la libertà ed è troppo tardi per tornare indietro.  Superato un certo limite, bisogna capirlo, cadono tutte le remore.

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Se una non ha voglia di lavare scale, spaccandosi la schiena per 6 euro l’ora, non le si può dare proprio tutte le colpe. Se preferisce prendersi dentro uno stronzo qualsiasi, è un suo sacrosanto diritto. La domanda non esiste senza l’offerta e viceversa. E, in fin dei conti, immersi come siamo nel degrado totale che ci circonda, la presenza di un certo numero di donne che paga tasse ogni volta che apre le gambe sarebbe uno dei problemi minori.

Sarebbe dunque il caso, forse, di mettere al bando i moralismi e scegliere il realismo più spicciolo, anche perché, statene certi, ciò che non si può ottenere gratis lo si avrà a pagamento – e sono troppi gli uomini esclusi dal commercio con il gentil sesso per poter pensare di dire basta alla prostituzione.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

Un commento su “ALTRO CHE INDIGNAZIONE, È ORA DI LEGALIZZARE IL MESTIERE PIÙ VECCHIO DEL MONDO (di Matteo Fais)

  1. Matteo, hai ragione. Il tuo discorso è ineccepibile. Aggiungo che se fosse regolamentata si potrebbero anche attuare i controlli sanitari per evitare il dilagare di malattie veneree. Per combattere il CoViD ci hanno imposto un sacco di restrizioni, mentre verso la prostituzione la politica è lassista. Non regolamentare la prostituzione è ipocrita, il fenomeno esiste ma si fa finta di non vederlo. La società contemporanea promuove le perversioni LGBTQ+ ma si scandalizza della prostituzione, forse proprio perché quest’ultima interessa all’odiato uomo bianco eterosessuale. Infatti è stata la femminista Merlin ad ostacolarla. Purtroppo credo che con la Meloni la situazione potrebbe persino peggiorare, visto che in passato si espressa negativamente riguardo alla prostituzione.

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