Il Detonatore

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ADULT BABY, ECCO COSA SONO GLI ITALIANI (di Clara Carluccio)

L’infantilismo, per alcuni, è un bisogno consapevole di regressione ai primi anni di vita, per liberarsi momentaneamente dai pesi e dalle oppressioni dell’età matura. Per altri, invece, è uno stato di coma mentale.

Adult Baby, così vengono definite le persone di quaranta, cinquant’anni che, di tanto in tanto, si atteggiano e travestono da neonati per farsi coccolare e accudire per qualche ora. Che sia per depravazione o trauma di vecchia data, quando terminano il giochino, si riallacciano le scarpe, tornano alle loro vite e il teatrino si chiude. (https://youtu.be/fkReG_ZW9sY

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La società, al contrario, è un gigantesco palcoscenico di bebè che lavorano, guidano la macchina, vanno in vacanza e si divertono senza, in realtà, aver mai acquisito il senso di responsabilità collettiva

La magnificenza delle masse che, negli altri paesi, protestano contro il rincaro delle bollette condannano, al contempo, a un senso di desolazione chi vive in Italia. Qui, i bimbi, più che rivoltarsi per le speculazioni finanziarie, accolgono benevolmente i consigli per risparmiare sul riscaldamento. La Russia e l’obesità si combattono anche tenendo il termosifone a 18°. Parola degli esperti.

Siamo indotti a reprimere i nostri istinti insurrezionali a causa della demonizzazione che viene rivolta verso di noi, più che contro i nostri tiranni. Con la maggioranza dei cittadini che legge “Open”, e ne approva la viscida propaganda, il male è incarnato da chi viene sfruttato, umiliato e ha visto la devastazione totale dello stato di diritto. Questa categoria di Adult Baby si presta felice al gioco della resilienza, si fa mettere in bocca il ciucciotto smart e beve dalla tetta del progressismo. Finché Damiano dei Maneskin canta in perizoma di pelle e Fedez usa lo smalto rosa, tutto va bene. 

In una versione dell’Odissea, scritta da Lion Feuchtwanger, si legge che, uno dei marinai trasformati in scrofe dalla maga Circe, nel tornare allo stato umano, si sia infuriato con Ulisse per aver spezzato il sortilegio: “E così sei tornato, farabutto, ficcanaso. Vuoi tornare ad affliggerci e tormentarci, desideri ancora esporre i nostri corpi ai pericoli e costringere i nostri cuori a prendere nuove decisioni? Com’ero felice, potevo sguazzare nel fango e crogiolarmi al sole; potevo trangugiare e ingozzarmi, grugnire e stridere, ed ero libero da pensieri e dubbi. Perché sei tornato? Per rigettarmi nell’odiosa vita che conducevo prima?”. 

La rivendicazione dei nostri diritti e bisogni avviene solo tramite un atto di forza e coraggio che, in questi anni di moda new age, è stato demonizzato. Dobbiamo essere docili, fatalisti, fiduciosi nel nostro karma e nell’Universo. Soprattutto, dobbiamo imparare a subire i soprusi perché, solo così, ci evolveremo spiritualmente. Queste sono le canzoncine, stile di Cristina D’Avena, che fanno ascoltare ai grandi.

Dopo l’abbandono di Draghi, molti hanno esultato alla “fine della tirannia”. Non vedono l’ora di andare a votare il 25 Settembre in modo da salvare, non il mondo, ma almeno l’Italia. Sperano di delegare definitivamente altre persone per il loro benessere, senza dover più pensare, senza dover più reagire ed opporsi. Un eterno e intoccabile lieto fine – vissero votando e contenti – che conclude la lettura della fiaba elettorale di questa categoria di Adult Baby. E, chi non vota, è un “incivile”, “collaborazionista della dittatura”. Eppure l’astensionismo, se in percentuale davvero significativa, può essere una strategia di delegittimazione della classe politica che sarebbe costretta a rivedere totalmente sé stessa. 

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Bisogna votare senza riversare interamente le speranze e le responsabilità sul partito scelto ed essere sempre pronti ad insorgere, ogni volta che veniamo privati di qualcosa. Che sia il lavoro, la privacy, i soldi o la tutela del proprio corpo.

Quando cresciamo impariamo che ci sono sempre fregature pronte per noi e non basta fare la pace saltellando per risolvere tutto. Essere adulti è lottare e soffrire. Decidere per sé. 

Se non vi va, continuate pure a dormire nella vostra culla. Ancora una volta saranno mamma e papà ad urlare nelle piazze e a farsi sospendere dal lavoro in difesa della giustizia. 

Clara Carluccio 

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