SIAMO DAVVERO TROPPI? (di Franco Marino)

Una delle tentazioni da rifuggire è di dare sempre torto all’avversario. Intanto perché i suoi torti spesso sono semplicemente diversi interessi. Da combattere se non sono i nostri. Ma non necessariamente sbagliati. E poi la persona intelligente può disprezzare un avversario ma nondimeno lo ascolta, se non altro per capire il pensiero del nemico e dunque neutralizzarlo. Non basta questo ovviamente per farmi definire intelligente, ma onestamente ho sempre prestato attenzione alle ragioni dell’avversario, al punto di essere stato più volte, più o meno benevolmente, accusato di bastiancontrarismo. Ma è questo il presupposto a portarmi, sebbene trovi sgradevole il personaggio, ad ascoltare le interviste di De Benedetti, tanto per fare un nome. D’altra parte essendo uno dei grandi del capitalismo italiano, l’uomo ha il pragmatismo di chi sa far uso dei suoi soldi, e di cui il parere si ascolta sempre. Infatti, per non smentire tale visione, ha detto che la guerra alla Russia va contro i nostri interessi. Non occorreva un genio ma almeno è un’opinione controcorrente, soprattutto rispetto a quella sinistra di cui è sempre stato un punto di riferimento. Le cose poi si complicano quando ad essere sbagliata non è tanto la tesi quanto le argomentazioni. Infatti fu questo a far dire a qualcuno che il miglior modo per danneggiare una tesi è difenderla con pessimi argomenti. La tesi del sovrappopolamento non è sbagliata, come non è sbagliato preoccuparsi del clima, non fosse altro perché è interesse nostro difendere la nostra casa (infatti l’etimologia di ecologia rimanda proprio a “casa”). Ma un conto è dire che il sovrappopolamento è un problema, altro conto è pianificare una strage di massa o pervertire la natura umana per costringere la gente a non accoppiarsi. Oppure inventarsi che la colpa di riscaldamenti e glaciazioni sia degli esseri umani che sono troppi.
Siamo dunque davvero troppi? Sì. Del resto, l’esistenza del diritto e del mercato parte proprio dal presupposto che le risorse sono limitate (sottinteso, ci sono troppe persone) e dunque vanno redistribuite.
A questo punto però la strada si biforca. La persona sana di mente ed equilibrata sa che nella storia tutto questo ha avuto risoluzione sempre e solo con guerre e colpi di stato. Quando leggo e vedo le persone chiedersi come usciremo dai problemi del mondo, l’unica risposta che mi viene in mente è una guerra civile mondiale. E’ una risposta che scandalizza, ma è l’unica a seguire il percorso ciclico della storia e dell’etologia. Ed anzi forse proprio il tentativo di ridurre la popolazione può considerarsi una sorta di guerra nascosta all’umanità, sebbene camuffata.
Il malato di mente invece cerca o di costruire eugeneticamente un uomo migliore cercando di far passare il messaggio che non bisogna riprodursi, tentando di sensibilizzare la popolazione raccontando balle e tentando di violentare il sistema nervoso umano (soluzione liberaldemocratica) oppure si impone senza artifizi, vietando alle persone di fare figli. Strada su cui peraltro i cinesi hanno innestato la retromarcia. In entrambi i casi le società che inoculano nel proprio corpo il virus dell’ideologia “depop”, si candidano a trasformarsi o in un manicomio oppure in un campo di concentramento.
In generale, ad essere fallito è il positivismo, l’idea che per ogni problema esista una soluzione scientifica. Ma purtroppo proprio la scienza ci dice che alcune malattie non hanno cura. Se un giorno dicessero che per sconfiggere definitivamente il covid dovremmo diventare uccelli, non per questo ci spunteranno le ali. E tuttavia questo è l’approccio delle classi dirigenti ai problemi che minacciano la convivenza civile sul pianeta. Pensare che le malattie che affliggono l’umanità si risolvano smettendo di essere umani.
E col positivismo, è fallito anche il pianificazionismo, l’antistorica convinzione che una società si gestisca sempre seguendo un piano. Fu Von Moltke, un famoso generale prussiano, a dire che nessun piano sopravvive al contatto col nemico. Il pianificazionismo ha sempre perso, perché si è sempre scontrato con un nemico imbattibile.
La natura umana.
FRANCO MARINO
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È un parere come un altro: metà delle terre emerse sono disabitate, tre quarti degli oceani sono sconosciuti, nessuno sa cosa ci sia in Antartide, la stessa forma della Terra è in discussione.
Se si intende che miliardi di dementi danno troppo fastidio, ok, non ci piove.
Della mancanza di risorse non c’è alcuna prova concreta (e finché la ricerca scientifica “di confine” è guidata dagli eserciti andrà sempre nella direzione di uccidere piuttosto che il contrario).