LA FRANCIA: UN’ELEZIONE INUTILE (di Franco Marino)

Se decidiamo di giocare con qualcuno, la prima cosa da verificare è se l’avversario rispetterà le regole. In quel caso, la competizione potrà essere anche accanita ma nessuno dei due tenterà di prevalere sull’altro in maniera sleale. Se, viceversa, il confronto è tra chi le regole le rispetta e chi invece gioca slealmente, quella partita non ha senso. C’è un’eccezione a quanto sopra: se, pur sapendo di avere a che fare con un avversario sleale, possiamo comunque batterlo essendo sleali a nostra volta, avendo cioè dunque trucchetti che possano permetterci di prevalere su di lui. Ma in questo caso, occorre che il gioco valga la candela; occorre essere molto abili, perché se un imbroglione è abile, voi rischiate solo di perdere la posta; occorrono tutta una serie di condizioni che, ove non si verifichino, trasformerebbe un incontro in una sconfitta sicura. C’è anche il caso in cui due contendenti decidano di truccare il risultato – come purtroppo avviene in molti casi – e dunque non valga la pena assistere all’incontro.
Con questa premessa, cerco di chiarire il mio assoluto disinteresse per le elezioni in Francia. Non mi interessa chi vincerà tra Macron e la Le Pen. Non mi interessa niente di Zemmour, a cui molti – anche qui sul Detonatore – hanno dedicato articoli e che non è altro che l’ennesimo capopopolo stagliatosi con abbaglianti luci nella galassia della dissidenza. Tanti bei discorsi che turlupinano i pigri che aspettano un duce che prenda la Bastiglia, comodamente seduti sui propri sofà. Non mi interessa in sostanza giocare a questo gioco, così come tra un anno non andrò a votare. Conscio che la cosa non cambierà minimamente la sostanza della questione. Spendermi per la Le Pen, oltre ad essere inutile – per la cronaca, sono italiano, non francese – presupporrebbe una fiducia nel giuoco democratico, nella Le Pen, in generale nella protesta democratica, che non ho più. Da anni. Anche perché il vero punto non è se vincerà la Le Pen ma cosa potrà nei fatti fare. Per quel che contano le mie impressioni, specialmente vista la premessa di cui sopra, secondo me rivincerà Macron per varie ragioni che si riassumono tutte nel corposo ceto medio francese che, ad ogni elezione, provoca con la precisione dell’orologio a cucù una consolidata prassi: l’outsider della situazione spaventa il ceto medio che a quel punto si compatta in favore del “democristiano” della situazione. Che è del resto il motivo per cui esiste il ballottaggio. Che nasce proprio per sabotare i movimenti antisistema. Fu così con Chirac, fu così con Hollande – ho preso non a caso due personaggi opposti, uno della destra e uno della sinistra – ed è stato così anche con Macron. Che rivincerà perché ha guadagnato voti, ma di fatto cannibalizzando i due partiti della sinistra e della destra storica francese, ricreando la versione francese della DC. Che non è cristiana solo perché la Francia è storicamente anticlericale, ma che ha gli stessi schemi, lo stesso conservatorismo di fondo. La Le Pen non vincerà per ragioni speculari a quelle che invece fanno vincere Macron: non ha saputo conquistare voti. E’ apparsa poco cazzuta come dissidente. E quanto questa sia la vera ragione della sua sconfitta si vede proprio dal fatto che sul proscenio è apparso Zemmour che dal nulla ha preso due milioni di voti. Un debutto eccellente sul piano personale ma inutile globalmente. Anche se della cosa lui non ha colpe, perché il suo successo dipende unicamente dall’imborghesimento della Le Pen.
In generale, l’equivoco di fondo consiste nel credere che chiunque vinca, governerà contro il sistema. Ma anche supponendo che invece vinca la Le Pen, cosa potrà fare, di fatto? Potrà trasformare la Francia in un paradiso freevax? Potrà uscire dalla NATO, sostenendo Putin? Chi ci crede, o cammina sull’acqua o fa cose interessanti col vino. I sistemi democratici in Europa ormai sono fuffizzati. Perché i paesi europei sono in realtà clienti degli Stati Uniti, che infatti questa contrapposizione frontale ormai la vivono da sei anni. E ormai le elezioni vengono decise da una dittatura che ha un piede nelle banche e uno nei laboratori medici. Il vincitore viene deciso a tavolino da Goldman Sachs e Big Pharma. Una dittatura a tutti gli effetti, che di dittatoriale non ha soltanto l’autodichiarazione ufficiale “Io sono un dittatore”, perché per il resto lo è a tutti gli effetti. Immaginare che da una mafia di questo tipo si esca con le regole della democrazie, è semplicemente ridicolo. Con i mafiosi non si ragiona. O si arrestano oppure ci ammazzano. Magari facendoci saltare per aria. Oppure eliminandoci con una puntura per il nostro bene.
FRANCO MARINO
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Condivido ogni tua parola perché la penso esattamente come te. In toto.
Le tue analisi politiche e sociali sono di una profondità disarmante.
Grande Franco Marino, il mio contributo al Detonatore è solo merito tuo ( anche se Fais fondamentalmente è un simpatico)
La mafia mondiale è oltreoceano…e non puoi sconfiggerla..senza spargimento di sangue..
È così in tutta Europa..