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SINTESI DELL’UCRAINA: I SOVRANISTI HANNO RAGIONE (di Franco Marino)

Dopo aver dedicato i giorni scorsi a parlare di cose serie e ad alto impatto strategico come le battute di Pietro Diomede, torniamo finalmente ad argomenti più frivoli e leggeri. La guerra in Ucraina. Dalla quale si apprendono alcune cose importanti, che, indipendentemente da come la si pensi sul tema – se abbia ragione Putin o Zelensky – danno tutte torto agli antisovranisti e ragione ai sovranisti. Saltando i convenevoli, andiamo al punto. Il motivo principale per cui questa guerra rischia di rivelarsi mortale per le economie europee è che, ben lungi dall’essere una mera questione locale, impatta fortemente sul fabbisogno economico europeo. Dai russi dipendiamo per via del gas. Dagli ucraini per via del grano e altri generi alimentari che costituiscono buona parte della produzione alimentare di alcuni paesi. Essersi messi nelle condizioni di dover dipendere da entrambi, crea una situazione che gli anglofili definirebbero “lose/lose” e che gli italianisti descriverebbero come quella situazione per cui, comunque vada, la destinazione finale è dove non arrivano i raggi solari e neanche il proverbiale cetriolo ma assai peggio, un carciofo. Che ha dimensioni analoghe e in più punge.

Il sovranismo è sempre stato visto come il non voler dipendere dal trattato X, come il possesso della moneta, come la mancanza di basi sul proprio territorio. Tutte condizioni necessarie ma non sufficienti. La vera condizione sufficiente è, mi si perdoni il giuoco di parole, essere autosufficienti, bastare a se stessi. Cosa che, per esempio, costituisce la vera ideologia di Putin. Il quale, ben conscio dei numerosi nemici interni ed esterni, ha sempre cercato di governare il paese affinché gli speculatori internazionali sparassero a salve, nazionalizzando ogni materia prima, sottraendola così alla finanza.
Non sempre si è fortunati ad avere una sovrabbondanza di materie prime. La stessa Russia, che pure fa la faccia sarcastica di fronte allo sventolio delle sanzioni, comunque qualche rogna la sta avendo. Questo perché la sua economia è basata su fondamentali solidi ma poco sviluppati. Come quei muscoli che geneticamente sono predisposti per diventare bicipiti da pugili ma non sono mai andati in palestra. Dunque un minimo di relazioni internazionali bisogna pur averlo. Ma ecco il punto. Quando le relazioni sono sbilanciate perché la controparte percepisce di essere la parte forte del rapporto, ecco i prezzi che salgono alle stelle, ecco le prevaricazioni.
Dunque, il sovranismo – che non va confuso con l’autarchia – non è altro che il tentativo di essere autosufficienti, di bastare a se stessi. Condizione che si raggiunge o con l’autosufficienza economica o attraverso un forte tessuto relazionale.

Di fronte a queste argomentazioni, l’europeista risponde che l’Italia è un paese piccolo e con poche materie prime e dunque per questo non può essere sovrano perché rischierebbe di essere spazzato via dalle grandi potenze. Ma è davvero così? A meno di un’ora di macchina da Milano abbiamo un paese molto più piccolo del nostro, famoso al mondo per un buon cioccolato, per alcune stazioni sciistiche e soprattutto per gli orologi a cucù che ne hanno costruito la fama di regno della puntualità e della precisione. Un paese che non dico la Russia e neanche la Francia ma l’Italia potrebbe annettere oggi stesso, se la questione fosse soltanto dimensionale. Ma nessuno si sogna di sfiorarla con un dito. E tutte le – peraltro non assenti – leggi che ambirebbero a regolamentarle, vanno a finire in quel punto morto che è il vero motivo per cui la Svizzera è intoccabile, ossia essere il luogo dove decine di migliaia di imprenditori di tutto il mondo vanno ad appoggiare le proprie aziende, i propri conti, di fatto consegnando i propri segreti alle autorità elvetiche che poi al momento opportuno dicono ai paesi occidentali “Chiudeteci pure le frontiere, così perderete voti e magari qualche nostro agente dei servizi segreti svelerà qualche altarino al mondo”. Per non parlare delle pletore di criminali che usano la Svizzera per ripulire i propri conti, magari coperti dalla politica dei paesi di provenienza. Rendendosi attraente allo straniero, la Svizzera non ha praticamente debito pubblico e dato che c’è lavoro per tutti, nessuno ha bisogno del reddito di cittadinanza che infatti è stato bocciato con un referendum.
Un altro caso di paese sovrano è Israele, un paesucolo di otto milioni di abitanti che potrebbe essere tranquillamente invaso in qualsiasi momento, ma che ha a disposizione tre cose. Un esercito di gente disposta al martirio, che fa ben tre anni di servizio militare, donne comprese. Un servizio segreto potentissimo, capace di andare ad ammazzare a casa loro i terroristi responsabili della famosa strage di Monaco, di venire a sapere con anticipo della strage dell’11 Settembre e dunque avvisare i dipendenti della ICQ, e di infiltrare la politica di tanti paesi nel mondo. E soprattutto l’atomica. Sia Svizzera che Israele hanno una propria moneta, una propria banca centrale e servizi sociali efficienti. Se ci sono riusciti questi piccoli paesi, perché non può riuscirci l’Italia? Perché invece di dare la caccia ai produttori di ricchezza, non decidiamo di diventare a nostra volta un paradiso fiscale, tenendo anche conto che siamo un paese molto più bello della Svizzera? Perché non ci dotiamo dell’atomica che ci consentirebbe di far presente ai tanti nostri potenziali nemici che la risposta ad eventuali fastidi sarebbe piuttosto insidiosa? Perché non piantarla con questa ridicola storia della transizione ecologica e non convertirsi all’energia nucleare?

Tutte queste piccole norme di buonsenso non sono state applicate. Ed eccoci oggi a chiederci se sia il caso di tifare per l’Ucraina o per la Russia. Sperare nella mitezza di Putin. Essere costretti a prendere parte ad un conflitto che, se non fossimo dipendenti dal gas russo e dal grano ucraino, ce ne potremmo infischiare allegramente. Constatare che con l’enorme debito pubblico che abbiamo, dobbiamo temere che in un qualsiasi momento i mercati (o chi li muove) si accaniscano contro di noi, riducendoci sul lastrico.
Qualcuno dice che la guerra in Ucraina sancisce l’importanza di un’Europa unita. Ma sono frottole. Ciò che questa guerra ci ha svelato, rivelato, secondo alcuni, in realtà soltanto confermato, è che bisogna essere indipendenti, sovrani, capaci di produrre da soli ciò di cui si ha bisogno, lavorare su relazioni strategiche con quei paesi che possono darci quel che ci serve, ma sempre alla pari e mettendosi nelle condizioni di poterli scaricare se cercano di prevaricarci. Bisognerebbe in sostanza non avere una classe politica di servi ma solo di patrioti.

FRANCO MARINO
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2 commenti su “SINTESI DELL’UCRAINA: I SOVRANISTI HANNO RAGIONE (di Franco Marino)

  1. Di patrioti e non di servi…e hai detto niente 😂😂
    Non dimentichiamoci però che la classe politica italica non viene da Marte ma è l’esatta espressione del popolo che la elegge…se tanto mi da tanto avremmo perciò bisogno di rottamare quasi tutti i 60 milioni di italiani perché i VERI patrioti, tra questi, si contano sulle dita di poche mani 👐

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