Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

NON ESISTE UN’ALTRA AMERICA, DAVIDE: L’OCCIDENTE PUÒ SOLO PEGGIORARE (di Franco Marino)

Nel mio ultimo articolo, in risposta a Davide Cavaliere, ho scritto una cosa che ha inquietato molti e di cui mi è stato chiesto conto sia via email che su Whatsapp: “L’occidente può solamente peggiorare”. Così questo è un articolo dove rispondo a questa domanda e nel contempo replico, ma solo parzialmente, a Davide e poi chiudo. Non perché non mi piaccia dibattere con lui (tutt’altro) ma perché alla lunga la gente ci dirà “Invece di rompere l’anima a noi lettori, telefonatevi”.
Scherzi a parte, questa domanda richiederebbe un articolo lunghissimo e invece cercherò di sintetizzare. Ma non si può imbastire un discorso senza ricordare le origini di quelli che sono i veri proprietari dell’Occidente: gli Stati Uniti. Che, nati fondamentalmente come ex-galeotti inglesi spediti dalla Madrepatria, speranzosa di toglierseli di torno per sempre, si ritrovarono in un enorme spazio, pieno di risorse, di materie prime, di bisonti da cacciare, di terra da coltivare.
Ora, provate a mettervi nelle scarpe di gente che, senza avere nulla, arrivano in un posto a loro ignoto, senza disporre di carte geografiche (che a quei tempi erano appannaggio di pochi). Immediatamente ci si illude sull’infinitezza di quei spazi. E dunque gli abitanti del posto, sviluppando una morale non originata dalla consapevolezza dei limiti – diversamente da quella europea – ma da un’illusione di infinito, del tutto insita nel calvinismo che trovò una robustissima spinta proprio in America, si convinsero che la ricchezza derivasse dalla grazia divina di Dio che ci vuole bene, inserendo il “diritto alla felicità” (funzionale all’accumulazione di ricchezze) finanche nella Costituzione americana. Fin quando, arrivati nel West ove, dopo essersi affacciati in un oceano ancor più grande di quello percorso per arrivare e dunque resisi conto di aver spinto troppo oltre le aspettative su quello spazio, si trovarono sul piano teorico a dover combaciare la narrazione libertaria originaria con la necessità contingente di costruire un ampio sistema di potere occulto che sabotasse qualsiasi tipologia di pericolo per la tenuta del sistema, senza intaccare l’apparenza libertaria. Fu così che nacque il deep state, che è poi il vero centro di potere americano. E in fin dei conti non è qualcosa di nuovo nella storia. Avvenne anche nella Roma preimperiale quando Ottaviano creò i pretoriani, il cui unico scopo era di permettere la politica double bind di salvaguardare l’apparenza repubblicana e sotterraneamente costruire un impero.

Per fare un esempio di come funziona il meccanismo, in termini pratici, di fronte ad un problema molto attuale, quello del sovrappopolamento, un paese autoritario come la Cina ordina di non fare più di un figlio. Gli Stati Uniti, viceversa, per non palesare la propria natura, sul piano teorico investono su un sistema propagandistico che, promuova la propaganda gay, il femminismo isterico, la conflittualità coniugale, in generale tutto ciò che di fatto scoraggi il suo popolo a riprodursi. Mentre sul piano pratico, con un robusto investimento sui servizi segreti, costringono il dissenziente – al quale non viene torto un capello ma viene semplicemente ostracizzato – ad adeguarsi.
In sintesi, nella dittatura orientale, si toglie il microfono al dissenziente e lo si perseguita. In quella occidentale, gli si abbassa il volume mentre lo si alza agli altri. Lo abbiamo visto col covid: non si sono obbligate le persone a vaccinarsi, si è solo resa un inferno la loro vita, togliendo lo stipendio ai renitenti alla leva vaccinale, criminalizzandoli sui media, cacciando gli obiettori del green pass dalle università, distruggendo famiglie. Meccanismi tipicamente americani, per chi conosce quei luoghi e per chi riesce ad andare oltre la propaganda di Hollywood e le suggestioni vacanziere. E sia chiaro, gli Stati Uniti non potrebbero essere diversi non per malvagità ma perché, avendo spinto troppo oltre il proprio modello socioeconomico e indebitandosi fino al collo, si trovano ora in una situazione per la quale, da una parte non possono pagare i loro debiti e dall’altra non possono più tornare indietro perché l’emersione della propria natura autoritaria costringerebbe il mondo a veder sfumare la cortina ipocrita di tempio della democrazia. E questo tocca anche i diritti individuali. Garantire la libertà e la sicurezza dei cittadini in una democrazia richiede che lo stato non possa permettersi di fare alcune cose che costerebbero poco ma sia costretto a farne altre che costano molto di più. E naturalmente, peggiorando le condizioni economiche e dunque la possibilità di assicurare quei diritti, inevitabilmente verranno tolti. Esattamente quello che sta accadendo sotto i nostri occhi. La sanità costa troppo? La si taglia. Tanto se una pandemia che satura le terapie intensive, basta chiudere in casa i cittadini. La proprietà privata costa troppo difenderla? Si costringono i cittadini a vendersela, rendendo difficile sfrattare l’inquilino che non paga, obbligandoli ad aumentare le classi energetiche dei loro appartamenti.
Questo perché i diritti costano. E in una democrazia dove i costi salgono alle stelle, si tagliano i diritti ma nascondendo la cosa dietro mille scusanti che servono ad evitare ciò che invece in altri posti si verifica in maniera autoritaria. Ed è nel contrasto tra l’ipocrisia occidentale e l’autoritarismo orientale che matura il putinismo occidentale.

So benissimo che la Russia e la Cina non sono niente di ciò che un occidentale dovrebbe augurarsi. In questi giorni sono finalmente riuscito a sfrattare un inquilino da casa mia che non mi pagava l’affitto da un anno e mezzo – nel corso del quale ha tentato di accoltellarmi un paio di volte – e che mi ha praticamente disastrato casa: calcolo dei danni totali? Più o meno 30.000 euro a occhio e croce. In Cina lo avrebbero condannato alla pena capitale. Così come sorrido se penso che se qualche anno fa mi avessero scoperto a gestire dei siti warez, in Italia al massimo sarei stato condannato ad una salata ammenda, mentre in Cina sarei stato condannato a morte. Così come so che avrebbero condannato alla galera sia me che Davide che Matteo se avessimo fatto un sito di fronda al regime come lo facciamo qui in Italia.
La differenza tuttavia che non viene colta è che in quei posti, proprio a causa dell’autoritarismo giustamente denunciato da Davide, si inizia a prendere atto che i tormenti dell’anima provocano appetito come quelli dello stomaco e che ad un cittadino non basta vivere in una stamberga, con una vaschetta di involtini primavera. Infatti l’opposizione a Putin, in Russia, come anche quella al regime cinese, è ben più forte e molto più tollerata di quanto si immagini. Sia le classi dirigenti russe che quelle cinesi dopo aver tirato fuori dalla miseria centinaia di milioni di persone, sanno di dover fare un passo in avanti, adeguando la qualità della vita ai livelli occidentali. Un passo che forse non vedrò io, forse Davide che è molto più giovane di me. Ma che russi e cinesi hanno il potenziale di percorrere, grazie a conti finanziari sani che gli consentono di implementarli e una cultura, quella russa, ben consapevole di non trovarsi in un piatto ricco dove ficcarsi ma in un territorio ostile e dunque ben addestrati al limite del reale. Noi no. Perché abbiamo finito i soldi. Perché i diritti ci stanno venendo progressivamente tolti proprio perché costano troppo. E l’America non ha più la forza penetrativa di un tempo.

Davide dice che esiste un’altra America. E’ qui l’errore. No. Non esiste un’altra America. Come non esiste un’altra Italia, un’altra Francia, un’altra Germania, un altro Canada. In tutto l’Occidente, la narrazione pandemica ha incontrato il consenso trasversale della maggioranza della popolazione. In tutto l’Occidente, coloro che in teoria rappresentavano l’alternativa al deep state americano, si sono convertiti ai dogmi del medicalmente corretto. Anche in Russia, è vero. Ma, in primo luogo, la Russia ha affrontato la pandemia in maniera molto blanda rispetto ai paesi occidentali: il delirio toccato da paesi come il Canada, la Russia non l’ha visto nemmeno col lanternino. E poi, come giustamente ci ricorda Davide Cavaliere, che la Russia sia statalista e autoritaria – in parte è indiscutibilmente vero – è qualcosa di palese, non è una novità. Quindi perché tirarla in ballo?
La vera novità – ma solo per chi sulla natura autoritaria occulta dell’Occidente non abbia scritto in sovrabbondanza in passato – è che gli Stati Uniti abbiano finalmente calato la maschera: minacciando chiunque osi anche solo tentare un’analisi meno mainstream della guerra in Ucraina. Ma soprattutto, stanno nascendo nuove forme di comunitarismo, destinate a soppiantare gli stati nazione tradizionalmente intesi. Cosa di cui personalmente mi rendo conto quando, scrivendo un articolo, mi ritrovo inondato (perché ogni tanto qualcuno traduce i nostri articoli) di messaggi da parte di gente di ogni parte del mondo, gente che di diverso da me ha solo la lingua, ma di uguale lo stesso amore per la libertà e che, come me e Davide credono nella necessità di una ribellione alla tirannia globalista. In quei messaggi scorgo tantissimi miei fratelli assieme ai quali lottare, mentre in molti italiani ho scoperto tantissimi individui malvagi che non esiterei a mandare a morte come del resto costoro a loro volta manderebbero a morte me. Anche per questo, infatti – e sembra strano che lo dica proprio io – il mio livello di patriottismo non è mai stato così basso.
E allora due sono le cose: o l’America – e dunque l’Italia, il Canada e tutto il resto – sono un’altra cosa ed è giunto il momento che lo dimostrino, non solo con sentenze di qualche tribunale, facilmente aggirabili con una legge, ma con una vera rivoluzione; oppure la facciamo noi cittadini, globalmente, contro i centri di potere che si sono impadroniti della nostra libertà.

Certo è che l’America oggi è come il ritratto di Dorian Gray. Da lontano sembra bellissimo. Da vicino emerge in tutta la sua bruttezza. Gli stati-nazione attuali sono ormai cadaveri ambulanti. Sia che si chiamino America, sia che si chiamino Italia. La rivoluzione che ripristinerà la cultura dei diritti può essere soltanto globale. Perché globale è la tirannia sanitaria. E non sarà l’America a guidare questa rivolta. O quantomeno non la sua parte maggioritaria. E non comunque in rappresentanza di uno specifico paese. Ma solo una nuova nazione che, soppiantando le altre, si fonderà su valori diversi, a partire da una comune visione dei diritti.
Che è poi del resto il nucleo su cui si fondò la prima America.

FRANCO MARINO
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5 commenti su “NON ESISTE UN’ALTRA AMERICA, DAVIDE: L’OCCIDENTE PUÒ SOLO PEGGIORARE (di Franco Marino)

  1. Articolo ancora, se mai possibile, più penetrante del solito. Ti ammiro davvero. In fondo sei un grande sognatore Franco, sarà perché hai 20 anni meno di me, sarà perché credi negli uomini ribelli. Ma la ribellione non avverrà in Europa e neppure nell’Occidente. Per ribellarsi sul serio occorre avere fame vera e l’insicurezza nel domani. Nell’Occidente i diritti vengono cotti a fuoco lento prima di essere ridotti in cenere e, nel mentre, i governanti tengono i popoli appena sopra la linea di galleggiamento. Finiti i tempi di rivolte per ideali rimane il pragmatico detto “Pancia nutrita=Zero speranze di rivolte”

  2. Davide un idealista, Franco uno speranzoso. Giuseppe un realista.
    A mio parere quello che si avvicina di più al vero è Giuseppe.
    Ha proprio ragione quando afferma che stanno levando diritti e speranze un po’ alla volta, ed è incredibile la capacità di adattamento del terrestre, non l’avrei creduto prima del 2020.
    Credevo che l’istinto delle bestia messa all’angolo sarebbe venuto fuori, ma non è accaduto e adesso è davvero troppo tardi per una rivoluzione pacifica. Se mai ci sarà una rivoluzione, sarà molto violenta e l’occidente starà dalla parte sbagliata (vedere Ucraina).

  3. Concordo con Giuseppe” articolo , se mai possibile, più penetrante del solito”, non credo al Franco Marino sognatore, ne’ speranzoso. Un’analisi lucida che va oltre alla situazione presente ma che ne prevede nel tempo un’unica soluzione. Rivoluzione globale contro i centri del potere questo mi pare il punto che egli individua come unica soluzione. Lo penso anch’io. Ma non può essere immediata. In tale disparità di mezzi e netta inferiorità contro un avversario che possiede qualsiasi piattaforma comunicativa e un fiume di denaro nonché menti sopraffine, è praticamente impossibile qualsiasi forma di battaglia. Ma si parla di rivoluzione globale, fosse solo italiana sarebbe veramente un’utopia. Modestamente credo che per opporre un contro potere e le necessarie risposte politiche al momento che stiamo vivendo, organizzato da decenni, necessiterebbero persone in grado di combattere armi alla pari:denaro , mezzi di informazione, ma non solo, necessitano uomini di legge, medici, militari, strutture indispensabili ..poiché è impensabile che il solo popolo, masse, piazze, riescano a tagliare la testa dell’enorme piovra che con i suoi tentacoli, le sue lobby, sta soggiogando il mondo. Non sarà oggi, ma in un futuro prossimo che sicuramente sia Marino che Cavaliere avranno modo di vivere

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