Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

CARO DAVIDE, TI DICO PERCHÈ SBAGLI SU PUTIN (di Franco Marino)

Di solito cerco di evitare articoli dedicati a specifiche persone e mi trovo ancor più in imbarazzo quando sono rivolti a chi scrive nel mio stesso giornale. Ma una precisazione si rende obbligatoria, visto che sono ormai bombardato da messaggi su whatsapp contro Davide Cavaliere, che del nostro giornale è cofondatore e articolista. E a tal proposito, a noi preme ribadire ai lettori che il nostro non è un giornale di partito. Dietro di noi non abbiamo né la CIA né Putin. Ci manteniamo a spese unicamente nostre, riuscendo a malapena a rientrare con qualche donazione e con quei quattro spiccioli che ci passa Google Adsense, azienda americana (non russa o cinese eh?) che oltretutto sovente ci manda messaggi minatori sui contenuti dei nostri articoli. Dunque, la nostra è un’orchestra polifonica, con posizioni differenti, ed è la nostra forza.
Questa è una premessa obbligatoria come lo è su di lui. Sui temi della geopolitica, siamo agli antipodi, sia per come la pensa che per l’approccio a certe tematiche. Ma ritengo che oltre ad essere una persona molto intelligente e colta, abbia anche un enorme talento nella scrittura. E calcolando che è giovanissimo, ha anche molti margini di miglioramento. Naturalmente, ha tutte le caratteristiche della sua età, tra cui un’enorme energia, una certa propensione all’assertività, e un idealismo di fondo che lo portano a porre sempre le sue argomentazioni battendosi con onore. A quell’età si crede che il mondo si divida in buoni e cattivi, in persone che rispettano gli altri e in malfattori, in princìpi da difendere indipendentemente dalle contingenze. Poi si cresce, si fanno esperienze di vita e lavorative e, in ogni ambiente in cui si opera, si affrontano persone che vogliono farci la pelle, trovandoci costretti a dover adottare strategie di sopravvivenza che ci costringono a fare cose riprovevoli, nella consapevolezza che, se non si fanno, verranno fatte contro di noi. E a quel punto la questione non è se sia moralmente giusto quel che si fa, ma se si vuol sopravvivere o meno. Deve essere per questo che, come disse qualcuno, si nasce incendiari e si muore pompieri. Tutto questo però arriva col tempo e non si può insegnare. Quindi non lo insegno. Davide farà molti degli errori che feci io. Si chiamano “riti di passaggio”, e non finiscono mai. Chiarito che forse c’è una “benevolenza pseudopaterna” che forse distorce il mio giudizio, veniamo al punto: perché Davide Cavaliere sbaglia?

Davide ha una solida formazione culturale da atlantista, con tutti i pro e i contro del caso. Liberale, antistatalista, sincero nemico ideologico del culto del Leviatano e patriota. Caratteristiche che lo rendono praticamente identico a me. Con una differenza. Lui crede ancora che gli Stati Uniti siano il tempio della democrazia e del libero mercato. Crede in un mondo il cui Bene è rappresentato dagli Stati Uniti e il male rappresentato da tutti coloro che li combattono. Posizione legittima se al tempo stesso si introietta ogni aspetto di quella visione: la validità del covid e del green pass, il multiculturalismo, il meticciato razziale, l’ecologismo ideologico, l’unisessualismo, il femminismo isterico, il politicamente corretto tutti prodotti che Davide ha aspramente combattuto (e noi con lui) in questi due anni di collaborazione col Detonatore: tutti prodotti della cultura americana. Di quella stessa cultura che demonizza Putin. Nel momento in cui si combattono questi valori e poi si celebrano gli Stati Uniti e la russofobia, si mostra di non aver chiaro quale sia l’effettivo punto, che è invece cristallino: i nemici di Putin sono gli stessi che hanno creato l’emergenza pandemica, che vogliono obbligare a vaccinarci pena sostanzialmente gli arresti domiciliari.
So bene che mi si risponderà che Putin ha adottato provvedimenti analoghi a quelli europei e occidentali. Ma questa è metà della verità, dunque una bugia. Prima di tutto, la Russia è stato il paese che li ha adottati per ultimi. Le limitazioni sono state molto blande e comunque correlate unicamente alle esigenze epidemiologiche. Alla demenzialità di costringere TUTTI i lavoratori dipendenti, compresi quelli che fanno smart working, a vaccinarsi previa sospensione, non si sono permessi di arrivare. Ci siamo arrivati noi italiani. Cosa importantissima, la Russia, con Sputnik, non ha svenduto la nostra salute alle aziende ma, assumendosene la responsabilità, si è autoprodotta un vaccino che l’ha di fatto sottratta al mercato delle vacche occidentali che, diversamente, hanno preteso che gli stati firmassero una malleva che li esentasse dalle denunce per gli effetti collaterali. Ha in sostanza affrontato la questione con poche restrizioni ma efficaci, riuscendo a tornare presto alla normalità. Da paese credibile. Perché è anche questo il punto: l’aggressione ai non vaccinati nei paesi occidentali è venuta da classi dirigenti non credibili. Le limitazioni ai cittadini russi sono venute da una classe dirigente che nel corso degli ultimi vent’anni ha salvato la Russia dal rischio di balcanizzazione e l’ha riportata al ruolo di potenza mondiale. Quello ai cittadini occidentali è giunto da paesi che ogni anno che passa peggiorano le condizioni dei propri paesi. E anche questo fa la differenza. Quindi, dire che noi no green pass dobbiamo diffidare di Putin perché anche lui ha introdotto l’obbligo vaccinale, anche lui si è vaccinato, anche lui crede nella narrazione covid, è totalmente sbagliato.
Dopodiché la questione non è se Putin sia buono e l’America cattiva, se l’Ucraina sia una povera vittima dei russi o se sia il tempio dei neonazisti, né tantomeno la questione è se la Russia sia o meno un paese democratico. Le pulsioni autoritarie, che certamente non mancano nella Federazione Russa, sono una naturale e dunque inevitabile reazione ad una fase storica, quella degli anni Novanta, contrassegnata dall’influenza americana e, nello specifico, dal clan Clinton – lo stesso che sta provocando la guerra in Ucraina – che aveva portato la Russia ad un passo dalla sua dissoluzione. E lo stesso clan è, oggi, il principale creatore della narrazione covid, del green pass e della crisi ucraina. Noi no green pass non stiamo con Putin perché siamo filorussi o putiniani. A scaricarci tra le braccia, non certo angeliche (su questo, do perfettamente ragione a Davide), del presidente russo, è l’ipocrisia di un Occidente che sin dall’inizio della pandemia, dietro la maschera di tutore della democrazia, ha imposto, pena la scomunica, una lunghissima serie di “verità fasulle”, alle quali seguono analoghe finte verità sull’Ucraina, in un meccanismo del tutto analogo a quello già visto col covid.

Dopodiché, Putin rimane quel che è. Ma tocca chiedersi se stare con l’Ucraina per principio, di fatto supportando i creatori della narrazione pandemica, oppure con Putin, di fatto indebolendo il grumo di potere che ci ha tolto due anni di vita. Il covid non ha fatto altro che accelerare il collasso di un modello produttivo e sociale frutto di un processo di disinvestimento sia economico che geopolitico, già avviato molti anni fa dagli Stati Uniti, che oltre a colpire beni e risparmi, ha intaccato anche quel patrimonio di diritti sociali e civili con cui si sono imposti nel mondo, trasformando l’Occidente di fatto in una dittatura. Concetti come “green pass”, “lockdown”, “recovery fund”, “smart working”, ma anche il “politically correct”, il “gender”, per non parlare del demenziale “mansplaining”, che rende discorsi come “le donne sono fatte così” assimilabili ad una molestia vera e propria, rendendola di fatto perseguibile penalmente, sono parole anglosassoni non a caso. Perché sono tutte derivazioni americane. Fossimo sotto l’influenza dei russi o dei cinesi, quei concetti verrebbero descritti con russismi e cinesismi. Veniamo regolarmente bannati (io e Fais ne sappiamo qualcosa) da social network americani e ci dobbiamo rifugiare o su comunità russe (VK e Telegram) oppure meditare di farcene una per conto proprio. Il tutto mentre ben più autorevolmente Trump è stato bannato da tutti i social americani. Tutte cose che dovrebbero indurre qualche riflessione anche al più smaccato dei filoamericani.
Certo, non tutta l’America è così. Ho scritto anche recentemente che ripongo molte speranze di un cambiamento del mondo nell’Alt Right, la destra radicale americana. Che tuttavia ha capito il problema e oggi è interamente dalla parte di Putin. Meritandosi per questa, ma anche per ragioni ben più articolate, l’appellativo di “White Trash”, spazzatura bianca. Io, te, Matteo e altri siamo spazzatura. E questo dovrebbe chiarirti definitivamente come l’Occidente, caro Davide, che ti piaccia o meno, stia diventando, forse è già diventato, o forse si è soltanto rivelato, autoritario come le autocrazie che condanna, con la differenza che non può ovviamente ufficializzare la cosa. Perché se ciò avvenisse, nessuno distinguerebbe il modello autoritario americano da quello russo o cinese, cosa che sdoganerebbe le ragioni dei tanti odiatori degli Stati Uniti. Viceversa, l’Oriente è un mondo che sta esperendo un grande cambiamento, che ovviamente può tanto portare ad un’evoluzione, quanto ad un’involuzione. Nessuno qui dice che la Russia e la Cina debbano essere modelli. Tuttavia è un fatto che in quei luoghi ci sono fermenti, proteste, riflessioni. Lascia che te lo dica uno che la Russia la conosce bene, senza idealizzarla per l’amor di Dio, ma senza neanche voler accettare le semplificazioni da Ministero della Verità a cui si assiste ogni giorno. Viceversa l’Occidente è un museo delle cere che non può più dare nulla al mondo se non crisi finanziarie, crisi politiche, cancel culture, politicamente corretto, censure e ostracismi. Russia e Cina sono mondi in cambiamento. L’Occidente non è migliorabile. Può solo peggiorare. E peggiorerà ulteriormente. Il covid è stato solo l’inizio. La guerra in Ucraina il prosieguo. E presto ci saranno ulteriori guai.
Dopodiché, ogni scelta è personale e legittima. Purché sia pragmatica. Ragionare da tifosi è sbagliato, sempre e comunque. Filorussi o filoamericani che si voglia essere.

FRANCO MARINO
Se l’articolo vi è piaciuto, per favore, supportatemi aggiungendomi a questi canali.
Telegram: https://t.me/joinchat/yd6L_1Y29SVhMWI0
Facebook: https://www.facebook.com/FrancoMarinoPatriotaSovranista/
Ma soprattutto, chiedete l’amicizia a questo profilo: https://www.facebook.com/FrancoMarinoLGI/

16 commenti su “CARO DAVIDE, TI DICO PERCHÈ SBAGLI SU PUTIN (di Franco Marino)

  1. Che dire…assolutamente in linea con quello che dici. Non ho letto l’articolo incriminato, ma la tua analisi ed argomentazione la trovo perfetta e credibile. Come non potrebbe esserlo, alla luce di quello che sta succedendo platealmente da 2 anni a questa parte? Io ancora mi chiedo e sono basita che molte, troppe, persone ancora non si rendano conto e non vogliano affrontare la realtà delle cose. Mi chiedo cosa dovrà ancora succedere per causare il brusco risveglio. Personalmente ho deciso di scendere dalla giostra, tenermi fuori dai giochi, cercare le pieghe,le falle che il sistema comunque ha, per poter sopravvivere con il minor danno possibile. Perché, con questa visione duale, non si va molto lontano, entriamo nel solito loop visto e stravinto.

  2. Io lo capisco. Sono cresciuta a cavallo fra gli anni ’80 e ’90, quindi col mito USA impresso nel cuore. Ma, appunto, sono cresciuta. Ad un certo punto ti rendi conto che la vita non è un film o un telefilm. Capisci che spesso, quel che ti piace non è altro che una scenografia con una buona sceneggiatura e la verità è nascosta dopo i titoli di coda. Per me è stato un orribile risveglio e ogni tanto rimpiango quella sensazione di sicurezza che provavo quando credevo negli USA buoni e protettori.

    1. Ma se è per questo, Davide lo capisco anche io. Per tutti noi, scoprire cosa sia l’America è stato un amaro risveglio. Il problema è che sarebbe bastato leggere John Kleeves, pseudonimo di un italianissimo Stefano Anelli, morto nel 2010 in circostanze sospette e che sul tema Stati Uniti aveva scritto in tempi non sospetti, per capire come sarebbero andate le cose. E c’era tutto. Chi voleva capire, aveva già capito.

  3. Gli Stati Uniti sono un prodotto commerciale, un bisogno indotto, una pubblicità molto ben fatta e confezionata che cerca di vendere un oggetto superfluo.

    Davide, siamo stati tutti quanti più o meno filo-americani, del resto la nostra cultura è pregna di pubblicità atlantista. Film, musica, stili di vita ecc…

    Domanda:
    crediamo di avere ancora bisogno di quel prodotto tanto carino quanto inutile?
    Non è che il mercato offra magari qualcosa di meglio?
    Forse sì, forse no. In ogni caso nessuno ci obbliga a consumare, se non siamo convinti.

  4. Premetto di condividere il pensiero di Franco Marino il cui articolo non commento perché esaustivo e circostanziato, come sempre. Ho letto l’articolo di Davide Cavaliere e altri precedenti sullo stesso tema, non sono d’accordo. Ma ho modo di constatare che molti giovani hanno le stesse idee. Mi chiedo quindi : avere un’opinione è reato? Oggi sembra esserci un solo modo accettabile di vedere le cose. La nostra interpretazione di fatti ed eventi rientra nella sfera delle opinioni, valide o non, sono espressioni del nostro vissuto personale o, anche, del nostro percorso intellettuale. Stabilendo quali opinioni sia lecito avere si creano meccanismi non più compatibili con il concetto di democrazia che si posa sul rispetto delle altrui opinioni. Ho apprezzato molti altri articoli di Davide Cavaliere e continuerò a seguirlo con vivo interesse.

  5. Pienamente d’accordo ed un tempo stimavo pure io Davide Cavaliere. Purtroppo però sulla base di argomentazioni non troppo distanti dalle tue, il suddetto mi ha tolto l’amicizia su FB senza tanti complimenti.
    Quindi sinceramente ho perso interesse nelle sue esternazioni e fiducia sulla sua attendibilità

  6. DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais e Franco Marino, del giornale online “Il Detonatore”.

  7. Sera,
    in genere leggo quasi tutti gli articoli varati da “Il Detonatore”, sono, forse, tra i più piacevoli, interessanti ed oggettivi che si incontrano; si discostano, in positivo , da tante altre pagine su fb, fatto salve, altre poche eccezioni…
    Ho letto, pure, l’articolo del Signor Cavaliere, e, in tutta onestà, devo dire che anche la dialettica è leggermente più accesa rispetto al solito, quasi volutamente “polemica” , verso un certo fenomeno, che si è sviluppato, in modo inopportuno ed esagerato, nel ns. Paese, a seguito rifiuto, o meglio, *libera scelta* , di non prostrarsi al sacro vaccino, che poi, così sacro non è risultato essere…
    Ad ogni modo, di proposito ho evitato di utilizzare il termine “no vax” , poi, progredito con gusto, in “no green pass”, perché indegno e discriminatorio, alla stregua di asserzioni razziste e colpevoliste, tanto amate e ricercate da una certa politica…
    Nel rispetto della libertà di pensiero e di espressione, l’autore del “post ” , in replica , qui, da F. Marino, ha declamato un Suo punto di vista, con un associazionismo , però, che non è del tutto condivisibile ed appropriato. Non per forza, i cosiddetti “no vax”, divenuti “no green pass” , per una conseguenza logica, a seguito del comportamento “dittatoriale” del ns. Governo &Co. , sono o debbano essere “pro Putin”, così come vi sono *punturati* fino al 3° grado, che non disdegnano tendenza e pendenza al “Putinianesimo”…
    Ed è, forse, proprio in nome di una “maggiore libertà” che la storia dei “no green pass”, è legata, non strana, ma coerente, allo spirito che l’ha fatta insorgere: non accettare passivamente quanto narrato dai nostri potenti mezzi di informazione , sulla pandemia, prima e sul conflitto, ora…(di regime?…forse, ce n’è uno in particolare , che sta facendo la vivisezione dell’uomo e della famiglia, manca solo che ci dica gli orari di “svotamento”!…😁), in merito ad una situazione piuttosto controversa, sulla origine e funzionalità di questa guerra, che ci tiene col fiato sospeso , e che ha determinato nuovi gravissimi frazionismi politici e fratture sociali, che, sulla scia dei precedenti “pandemici” , stanno seriamente mettendo in discussione la nostra forma costituzionale di Repubblica Democratica, facendola avvertire più come una subdola e strisciante forma di autoritarismo , con sapore dittatoriale…
    🤔 comunque, la questione non credo sia proprio come interpretata, anche se a ciò , si potrebbe prestare… La provenienza , del “capo di governo provocante”, è un fatto puramente aggiuntivo e specificativo di una possibile visione delle cose, vale a dire più frutto concreto e contrapposto, forse, e questa è una mia personale impressione, agli elementi di paritetica corrispondente posizione, nel nostro quadro politico interno, e, perché no, a livello mondiale… (!); ed è stato fin troppo buono, il signor Franco Matino, nel momento in cui ha parlato di Tucidide ed Erodoto, e non pure di venditori di bibite o disk-jockey o animatori …da circo…o di vecchi babbuini…
    Anche perché v’e’ tutto un antefatto di domande, risposte e lucide spiegazioni, che non sembrano voler favorire né la guerra, né giustificare la terribile aggressione, ma solo narrare, narrare i fatti… Detto ciò, posso solo aggiungere che se non avessi letto e riletto il saggio “Il Virus Americano” (di Giorgio Buquicchio) , non avrei potuto capire, perfettamente, la opposizione ed indignazione per una guerra, e per l’attacco arbitrario , da parte di una super potenza atomica , ad un popolo di civili inermi ed innocenti, dovendo essere il “principio liberale” , fulcro di ogni narrazione…sempre!
    La ferma convinzione sulla libera scelta alla *AUTODETERMINAZIONE*, è figlia di quel principio cardine del Diritto alla vita, che è la LIBERTÀ!
    La libertà è diritto naturale, e non deve essere né intaccata né minacciata da un qualsivoglia incidente diplomatico fallito; che comporti, quanto più, come insana e stupida conseguenza , una guerra, che poteva benissimo essere evitata, e , nella fattispecie, QUESTA, avrebbe dovuto essere attenzionata già da molti anni, da parte degli organi competenti, Onu, Unione Europea e da quegli altri , a strisce e stelline, che stanno, ora, al balcone, a guardare…ed aspettare, per raccogliere i frutti della buona loro semina…
    Superflua ogni qualsivoglia osservazione sulle scelte diplomatiche, politiche e belligeranti del nostro Governo, in merito al “de quo”, in quanto non meritevoli di alcuna attenzione… ma già responsabili , come detto, di gravi fratture intestine, e, a cui si può tranquillamente aggiungere un tifo da stadio , della peggiore specie, tra pro-war e no-war; come già pro-vax e no-vax; tra no-green pass e pro- green e super pass…
    E dietro alla quale storia, si nascondono, quasi certamente, interessi economici, dittatoriali e di potere, e giochi di palazzo e di palazzi vari, sparsi qua e là che presto , con l’opera incessante di uomini retti, come Voi e di altre figure di alto profilo e di indiscusso pregio, per il valore della vita, verranno alla luce ed apriranno il varco per la *verità* e la *libertà*!…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.