PALLA ALLA CINA (di Franco Marino)

La seconda guerra mondiale vide una prima fase in cui l’Asse sembrava avviato ad una comoda e facile vittoria e una seconda in cui, con l’ingresso in campo degli americani e dei sovietici, il conflitto cambiò completamente faccia, spostando l’inerzia a favore degli Alleati, fino alla sconfitta finale. Presa la storiografia odierna a celebrare gli americani, si è completamente dimenticata del ruolo decisivo che ebbero i sovietici, i veri vincitori morali della guerra, mentre gli americani si limitarono ad invadere l’Italia quando ormai il conflitto già aveva preso una piega a loro favorevole. Se sia stato Hitler a rompere il patto Molotov Ribbentrop come la storiografia ufficiale afferma (e se sì, per volontà propria o perché indotto da qualcuno) o, viceversa Stalin, come la storiografia ufficiosa ipotizza – e, per quel po’ che conta, come mi ha sempre suggerito la logica – è questione ancora dibattuta, ma certo è che se qualcuno nel 1941 avesse fatto un pronostico su come sarebbe finita la guerra, si sarebbe attirato le ironie del mondo intero. Come se le sarebbe attirate se le avesse fatte quando ormai il conflitto era in fase di definizione.
Fare, dunque, previsioni su come finirà la guerra in Ucraina sarebbe altrettanto ridicolo. Non può saperlo nessuno. Le variabili sono numerose. Niente vieta di pronosticare che, se il conflitto rimanesse come è ora, cioè Russia contro Ucraina, con un Occidente che dà un supporto abbastanza blando, la vittoria di Putin sarebbe questione di mesi, forse di settimane. Ma appunto SE. Viceversa, gli equilibri in campo inevitabilmente cambieranno, se qualcun altro entrasse nel conflitto. E a tal proposito, la notizia dei missili lanciati dall’Iran contro il consolato americano non può lasciare indifferenti. Intanto perché l’Iran, che non è una superpotenza ma è comunque un paese che ha la sua importanza negli equilibri mediorientali, è un altro paese ostile agli americani e che ha una storica alleanza geostrategica con i russi. E poi perché, di fatto, questa azione – che gli iraniani si sono affrettati a rivendicare – è qualcosa di simile al gatto che porta il topo appena catturato di fronte alla casa del suo amico umano, come a dirgli “Vedi che ti conviene darmi da mangiare? Ti catturo anche i topi!”. Con quei missili sul consolato USA, l’Iran ha chiaramente dato ad intendere che sta dalla parte della Russia. E questo ovviamente è un altro fattore che Putin farà pesare qualora si arrivasse ad un negoziato.
A questo punto, ove punterà l’ago della bilancia sarà deciso da una nazione di cui si parla sempre tanto nel descrivere gli equilibri economici ma assai poco quando si discute di quelli geopolitici: la Cina. Che fino a questo momento ha preso una posizione di attesa. Da una parte, sicuramente i cinesi hanno condannato le azioni americane, attribuendo la responsabilità della guerra alla NATO. Così come a molti non è sfuggita l’alleanza tra Russia e Cina stipulata pochi giorni prima dell’inizio del conflitto. Ma questo può non voler dire nulla. Anzitutto, il precedente del patto Molotov Ribbentrop mostra come i documenti scritti hanno, in politica internazionale e in guerra soprattutto, valore zero. La Cina, quando deciderà ufficialmente che parte prendere, farà pesare i numerosi motivi che le consiglierebbero una presa di posizione filorussa (la vicinanza geografica, la forza militare russa) con quelli altrettanto numerosi che invece potrebbero portarla a supportare le ragioni americane, ad esempio il possesso di un bel pezzo del debito americano, come pure i suoi interessi in Europa. E l’esito della valutazione potrebbe non essere così scontato. Se qualche analista geopolitico avesse predetto, nel 1938, che l’URSS si sarebbe alleata con gli americani contro i nazionalsocialismi, lo avrebbero preso per pazzo. E fu proprio quello che accadde. Mai dare nulla per scontato in politica.
Certo è che l’ingresso della Cina nel conflitto cambierebbe tutto. Se si schierasse al fianco degli americani, per la Russia sarebbe l’inizio della fine. Se si schierasse con Putin, l’inizio della fine sarebbe per gli USA, che a quel punto avrebbero come unica chance quella di arrendersi, certificando di fatto la propria irrilevanza geopolitica, con conseguenze che ricadrebbero su tutta l’Europa. La mia preoccupazione è che per limitare i danni – e vedo già qualche segnale in tal senso, a partire dal caro carburante, che di fatto è avvenuto solo in Italia – cerchino di mettere i paesi europei gli uni contro gli altri, tra quelli putiniani e quelli filoamericani, facendo di fatto scoppiare la terza guerra mondiale, con epicentro in Europa anche stavolta. E con conseguenze catastrofiche. Ma se quelle di cui sopra sono speculazioni, si può già dare per scontato che il ruolo della Cina nel conflitto sarà decisivo. La palla adesso passa a loro.
Da come si schiereranno, capiremo come finirà tutta questa storia.
FRANCO MARINO
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Giusta analisi, personalmente voglio credere che la terza guerra mondiale non scoppierà.A chi conviene? Neppure ai burattinai credo…diminuire la popolazione mondiale può essere un disegno ma sarebbe molto più semplice tramite millemila dosi di sieri… Con le atomiche più che di diminuzione si dovrebbero fare i conti con l’estinzione.
Non so.. quanto convenga alla Cina schierarsi .
Tanto meno dalla parte Americana…gli europei..contano zero in proposito..
Interessante la questione della possibile rottura sovietica del patto Molotov Ribbentrop, ti va di spiegarlo?
Grazie
Per la verità non c’è moltissimo da spiegare perché sono supposizioni. La storiografia ufficiale dice una cosa. Ma tantissimi storici – e io che non sono uno storico ma comunque un po’ di logica la posseggo, sento di aderire a quest’ultima visione – sostengono che fosse assurdo per Hitler aprire un terreno dello scontro con i sovietici, per giunta in un momento in cui lui ne aveva bisogno per liquidare gli americani. E che dunque la decisione di rompere il patto in realtà fosse di Stalin. Del resto, lo stesso attacco di Pearl Harbor, che ufficialmente è sempre stato attribuito ai giapponesi, molti storici lo ritengono conseguenziale alle provocazioni americane.
Nelle guerre è sempre difficile ricostruire la verità. Ma che il Giappone volesse attaccare una potenza come quella americana e i tedeschi volessero attaccare quella sovietica, mi è sempre parso improbabile.
Hitler era folle ma non fesso.