BRIATORE E UN ODIO CHE NASCE DA MOLTO LONTANO (di Franco Marino)

Briatore è stato assolto dopo dodici anni di processo. E nella stessa giornata, un’infermiera che si è fatta sei anni di galera con l’accusa di aver ucciso molti suoi pazienti, è stata assolta. Mentre a suo tempo contro queste due persone così diverse tra loro – uno, un manager di fama internazionale, l’altra una povera sconosciuta – si è scatenata la più turpe campagna di sputtanamento mediatico, oggi la notizia della loro assoluzione viene data nelle ultime pagine, quasi come se si parlasse di una curiosità da perditempo. Quando per i giornali la notizia di un processo a carico di alcune persone acquisisce un’importanza maggiore rispetto al loro proscioglimento, la tentazione sarebbe quella di attribuire la cosa ad una mentalità. Ha infatti scritto un giornale inglese, sempre innocentista nei confronti di Briatore e molto critico con la giustizia italiana, che “gli italiani devono cambiare mentalità”. E a tal proposito, proprio stamani ho ripensato a quando, ormai tanti anni fa, conversando con una nostra vecchia amica di origini napoletane ma praticamente trapiantata in Inghilterra, sulla Thatcher, ci parlava del popolo inglese prima e dopo l’epopea storica e politica di quella grande premier. Dapprima, il popolo britannico era tutto autenticamente socialista e convinto che quella fosse la strada giusta. Poi arrivò la Thatcher che riformò radicalmente la società britannica, cambiandone a fondo la mentalità, non esitando ad usare le maniere forti all’occorrenza. Risultato? Ieri gli inglesi erano autenticamente socialisti. Oggi gli inglesi sono autenticamente liberisti e anche quando capita che vince il Blair di turno, questi se ne guarda bene dallo smantellare le riforme della Thatcher. E, in generale, nessuno in Inghilterra si sogna neanche lontanamente di ritornare all’epoca prethatcheriana. C’è stato un vero e proprio cambio di mentalità. Che fu impresso proprio dalla svolta della Thatcher.
Quando sento parlare di mentalità, ho come l’impressione che si cerchi sempre un valido alibi per non cambiare nulla. “Gli italiani devono cambiare mentalità. Devono smetterla di odiare i ricchi” scrive quel giornale. E prosegue “Devono smetterla di affidare alla magistratura il compito di gestire il paese”. Evidentemente quel giornale dimentica che la Costituzione italiana fu scritta col consenso anche degli inglesi, vincitori della seconda guerra mondiale. Scritta per rendere, come era inevitabile che fosse, i popoli sconfitti niente più che stati clienti di quelli vincitori. Il risultato inevitabile è che oggi l’odio per i ricchi e l’onnipotenza della magistratura sono iscritti in Costituzione e che sono utili proprio ai paesi concorrenti. Cambiare le cose nella direzione auspicata da quel giornale, significherebbe tornare autenticamente sovrani. Cambiare mentalità significherebbe rifare completamente da zero la costituzione su cui si fonda la nostra repubblica. La proprietà privata dovrebbe essere autenticamente inviolabile e mentre questo viene sancito dall’art.42 della Costituzione, un secondo dopo si aggiunge che tuttavia la proprietà deve avere una (non meglio precisata) funzione sociale, in nome della quale qualsiasi bene ci può essere espropriato in qualsiasi momento. Previo indennizzo, che spesso sono quattro pidocchi. La progressività fiscale – il principio per cui chi guadagna di più, paga di più – dovrebbe valere al massimo per le eredità, su cui l’erede non ha alcun merito. Ma dovrebbe essere completamente abolita per chi invece vuole produrre. La magistratura, che in qualsiasi paese del mondo autenticamente sovrano risponde al potere politico espressione della maggioranza parlamentare, è invece del tutto autonoma, col risultato di rispondere a tutti i poteri politici tranne quelli del suo paese. E con la conseguenza che non solo qualsiasi leader politico possa essere azzoppato in qualsiasi momento da un’indagine giudiziaria ma che questi possa, avendo pienamente ragione, presentarsi al popolo e dire “Io volevo far questo e quest’altro, ma i giudici non me l’hanno consentito”. Leit motiv che riesce ad unire persino uomini agli antipodi come Berlusconi e D’Alema.
I mali del nostro paese non sono riformabili se non con una rivoluzione autentica. Che avverrà pacificamente, con una classe politica che scelga di occuparsi prima dei problemi del proprio paese, o traumaticamente con scontri e guerre civili. Non aspettando fantomatici cambi di mentalità. Chi crea ricchezza deve essere premiato e la politica deve rispondere del malfunzionamento della giustizia invece di utilizzarlo come fondato alibi. Più che cambiare mentalità, bisogna cambiare il paese. Se le leggi permettono che un mio inquilino occupi da quasi due anni un mio appartamento senza pagarmi, se un qualsiasi magistrato può rovinarmi in qualsiasi momento la vita per un minimo capello fuori posto, se si premia chi non fa niente e si punisce chi produce per il proprio paese, nella convinzione che i ricchi siano tutti criminali e i poveri vittime del sistema, non ci si può stupire della mentalità degli italiani fondata sull’odio per chi produce e sull’amore verso chi, godendo di privilegi e immunità, impoverisce il paese. Se si è permesso durante il covid che, a colpi di lockdown e green pass, si penalizzassero solo le attività produttive mentre si è consentito che gli impiegati statali, pur non facendo nulla, continuassero a percepire i loro stipendi; se la magistratura ha potuto distruggere la vita di persone e la carriera di liberi professionisti e industrie, senza che i responsabili fossero concretamente puniti, nella convinzione (Dio sa quanto stupida) che certe cose non possano mai capitarci personalmente; se si è posto l’accento sugli yacht di Briatore, come se fosse una colpa essere ricchi e volerne godere; se sono accadute queste e tante altre cose, non ci si può stupire dell’odio per Briatore né che le notizie di assoluzione finiscano in ultima pagina.
Il nostro paese ha voluto essere meno liberale e più ingiusto possibile, nonché basato sull’odio per chi produce e ci sta riuscendo benissimo: si chiama povertà.
FRANCO MARINO
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Un bell’articolo che mette a nudo levoecche di un popolo che non è un popolo se non un’accozzaglia di gente disposta a cambiare bandiera al minimo soffio di vento……sul piano economico-finanziario politico sono perfettamente d’accordo:andrebbe riscritta la costituzione soprattutto dando il ruolo di protagonista al popolo con la scelta di una nuova classe politica frutto di capacità personalità e cultura……ridurre la magistratura al suo vero ruolo naturale di giustizia equa e non di tagliagole politici e introdurre il principio di responsabilità diretta nei processi come per tutti gli altri cittadini….chi sbaglia paghi e questo principio deve valere per tutti politici comptesi senza alcuna autorizzazione a procedere su prove certe e documentate ……forse parliamo di sogni…….
Grandissimo Franco Marino. Ti ho scoperto da poco e pur tuttavia posso affermare che i tuoi articoli sono di un livello superiore,molto superiore, a quello della stragrande maggioranza degli “imbrattacessi mediatici” come li definisco io.
Continua cosi e non cambiare mai !!!
Giustissimo il Tuo commento..
Vedremo fino a che punto di povertà, dobbiamo arrivare, perché, il gregge si svegli..
Sera, mi riservo leggere e rileggere i Suoi inoltri sempre sul tardi, perché hanno la capacità di leggerti nell’animo, ti trovano stanca e arrabbiata, specie oggi, poi , col girotondo’sceneggiata… (meglio stendere un velo pietoso!…) e ti lasciano gonfia di mille speranze, appagata e rilassata, con la sensazione che valga la pena lottare e sperare ancora…perché se c’è un Signore, “Franco Marino”, che tocca le corde del tuo sentire e lo mette in “note musicali” , così magnificamente, allora, e solo allora, possiamo pensare che ancora “non tutto è perduto”…
Invidia di ricchezza altrui… sentimento indice stupidità tipica di bipedi idioti in ogni angolo di mondo… usata strategicamente da poteri forti per affossare concorrenza…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Vabbè
…però Briatore non paga le tasse in Italia, è residente a Montecarlo, ci dice che in uk le cose funzionano (evasione 2mld.), mentre in italia non funziona niente (evasione 100mld.).
Nessuno odia Briatore ad minchiam, solo perché è
ricco, ma perché è un poco di buono.