Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

SASSOLI E IL FUOCO DELL’ODIO (di Franco Marino)

Nel 2023 saranno vent’anni che metto nero su bianco i miei pensieri e più volte, soprattutto quando il dibattito ha iniziato, con la prima crisi del 2008, a farsi aggressivo, sono stato accusato di essere “un odiatore”. Nell’era in cui basta criticare un attorucolo di serie B per guadagnarsi la patente di odiatore, mentre molti si vergognano della cosa, scrivono repliche nelle quali si giustificano, io non ho alcun problema a rivendicare non solo il fatto di essere uno che odia ma anche il diritto di odiare, senza che nessuno mi censuri o mi accusi di istigare all’odio. E il motivo è semplice.
Immaginiamo un uomo che dopo aver sposato la sua donna, inizia a farle vivere per anni un inferno. La insulta, la cornifica, la umilia in tutti i modi possibile, la isola dal mondo e, in ultimo, arriva persino a picchiarla. E, non contento della cosa, cerca di manipolarla facendole credere che la colpa sia la sua. Le domande che una persona sana di mente si pone di fronte ad una circostanza di questo tipo sono molto chiare: ci si stupisce che lei arrivi ad odiarlo? Quando si deciderà a liberarsi di questo marito violento?

È pensando a questo che ho osservato il rumore generato dalla denuncia a carico di Ugo Fuoco, che la stampa ha già etichettato come un no-vax incallito, odiatore seriale, reo di aver scritto messaggi di odio contro Sassoli appena scomparso. Ora, la questione non è se sia giusto o meno gioire della morte di un politico che ci sta sulle balle. Personalmente, avendo condannato i calci alla bara di Priebke – che non faceva altro che fare quel che oggi fanno milioni di persone, obbedire agli ordini del padrone – e la damnatio memoriae della militante di Forza Nuova Alessia Augello, trovo da codardi sputare sulla morte di una persona che non può difendersi. Oltretutto – al netto del fatto che non si capisce come, nell’era in cui si pretende da ogni politico che abbia un curriculum di lauree e di dottorati tutti scritti in inglese, Sassoli mai laureato sia diventato presidente del Parlamento europeo – qualsiasi persona intelligente, se un giorno dovesse iniziare una rivoluzione, l’ultima cosa che farebbe è prendersela con un politico e dunque con un Sassoli. Con Ezra Pound e con l’osservazione giornaliera dei fatti, abbiamo capito che i politici sono soltanto i camerieri dei banchieri. Il vero nemico è altrove. Ugo Fuoco, come i tanti capipopolo nati in Rete, è genuinamente convinto che questa battaglia si faccia su spazi che possono, bannandolo, spegnere in un istante tutto il suo capitale di consenso accumulato, perpetuando così il pasoliniano paradosso della “battaglia condotta con le armi del nemico” che quel grande poeta affrescò divinamente nei suoi Scritti Corsari. Qui mi interessa affrontarne un altro di paradosso: l’idea che si possano umiliare decine di milioni di persone, pretendendo che la risposta sia piena di cuoricini e arcobaleni e non invece un profondo e insanabile odio. Perché vedete, tutti i sentimenti, anche quelli più profondi, sono un termometro. Indicano una malattia. Ma non sono la malattia. Se il termometro segna 39 di febbre, la persona razionale, se – come si spera – vuole guarire, cerca di capire da dove origina la malattia. Se è un’influenza un po’ più violenta del normale oppure se è un cancro, una setticemia o qualcos’altro di potenzialmente mortale. Il cretino invece scassa il termometro. E parla di “odio da combattere”, dunque di termometro da vietare perché non sia mai che si sappia che c’è una malattia. E il termometro Ugo Fuoco, passatemi la battuta un po’ scontata, scotta parecchio. Dell’attivista mio concittadino per ora so che (dicono) odia David Sassoli e probabilmente odia molte altre persone. Come le odio io.
A parte la ridicolaggine di condannare l’odio di uno che da giorni viene insultato e deriso perché ha deciso di non farsi il vaccino e che è finito in terapia intensiva per via del covid, credete davvero che taglieggiandoci, ci insegnerete ad amarlo? “Odiare ti costa”, è uno slogan cretino. Nulla vieta a Ugo Fuoco di continuare ad odiare Sassoli in privato, magari spostandosi in luoghi dove le autorità non possono mettere becco, magari perché sono server che risiedono in paesi non amichevoli col nostro.

Non so come finirà la sua denuncia. Probabilmente sarà condannato ad una salata ammenda. Credete che dopo avergli scucito qualche migliaio di euro, vi amerà? Magari – se tutta la sua parabola di attivista è genuina e sincera (cosa di cui alcuni dubitano, anche alla luce di alcune stranezze emerse durante i suoi ultimi post) – farà finta di scrivere un post nel quale si scuserà per aver offeso Sassoli. Ma in segreto continuerà ad odiare sempre più chi sta vessando lui e tutti quelli che lo seguono o che anche non conoscendolo, provano il medesimo odio. Le classi dirigenti di tutto il mondo sembrano proprio non capire che non si possono insultare decine di milioni di persone senza che prima o poi non nasca una reazione. Senza che prima o poi qualcuno di meno fesso di Ugo Fuoco, non si renda conto che non è più tempo di disobbedienze civili, di azioni legali, di post infuocati sui social dove si grida alla dittatura, con Mark Zuckerberg – che per legge non potrebbe farlo, cosa che nessuno dice – pronto a bannarlo perché “i suoi post non rispettano gli standard della comunità” e con agenti provocatori pronti a contagiare col virus chiunque non si sottometta ai dogmi medicalmente corretti. Ma che è tempo di reazioni concrete, se necessario anche violente. Perché la risposta alla violenza di uno Stato non è cattiveria, brutalità, immoralità. Non è eversione, delinquenza. E’ legittima difesa, spirito di conservazione. E quando uno Stato viola la Costituzione, viola il diritto – riconosciuto dagli organismi umanitari di tutto il mondo civile e democratico – di un cittadino di disporre della propria salute, solo un mentecatto pensa che la risposta possa essere pacifica. Anzi, trovo persino anomalo che finora le uniche reazioni siano queste. Perché – e prima o poi ci si arriverà – quando la gente comincerà a sparare, non sarà perché è “affetta da odio”.
Ma perché avete reso la vita delle persone un inferno.

FRANCO MARINO
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