Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

CON IL VOSTRO GANDHISMO, MI AVETE SCARTAVETRATO I COSIDDETTI (di Matteo Fais)

[…] Forse occorre che/ questa chitarra a ciondoloni/ si trasformi in mitra/ e possa emettere altri suoni;/ e che le sei corde/ per produrre altri rumori/ si trasformino di colpo/ in sei caricatori;/ e che queste dita/ per produrre qualche effetto/ anziché grattare arpeggi/ premano un grilletto… (Fausto Amodei, Ballata autocritica)

È la tipica filosofia delle mezze seghe. Ti danno del “sorcio”, del “no brain”, del “cretino no vax”, auspicano che qualcuno venga a prenderti a casa per costringerti a vaccinarti, e tu che fai? “Ma non bisogna fare nostri i loro toni violenti e offesivi. Noi non dobbiamo stare a questa strategia divisiva”.

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E cazzo dovremmo fare, secondo voi, di grazia, rimanere zitti e buoni mentre tutti, dalla commessa al dottore, passando per l’impiegato delle Poste, ci ingiungono minacciosi di tirare su la mascherina e igienizzarci le manine per l’ottantesima volta? Io non ci sto, io mando a fare in culo senza distinzione di genere o di rango. Smoccolando, manco stessi masticando noci con il guscio, chissà quante volte mi sarò lasciato sfuggire un “Ma fatti i cazzi tuoi, vecchia rincoglionita”, o un “Guarda sto disagiato con la maschera, nella strada deserta. Sembra il Batman dei pirla”.

No, non me frega niente di “pace”, “amore” e “bene comune”. Io questa gente la odio. Paranoici e ipocondriaci che, invece di risolversi i loro problemi psichiatrici nello studio di qualche analista, vorrebbero impormi il loro regime sanitario, li prenderei a calci nel culo. Con gente che sostiene sia necessario indossare la mascherina anche durante la cena o il pranzo di Natale, io non voglio avere niente a che spartire.

Purtroppo, vedo che anche i protestatari – quei pochi che non trovano normale l’attuale situazione sanitaria italiana –, quando scendono in piazza, svangano la fava con tutte ste menate gandhiane. “Noi non siamo come loro, noi amiamo”. Bei coglioni!, mi viene da pensare. Quelli ci calpestano e noi offriamo fiori in segno di pace.

Non ci siamo. Decenni di propaganda pacifista hanno fatto danni incalcolabili sulle masse. Non uno ad aver capito come il Sistema abbia tutto l’interesse a renderci docili e mansueti, così da non dover mai rivelare il suo vero volto, ricorrendo alla coercizione violenta per reprimere la rivolta.

Dovete svegliarvi, dannazione! La guerra è madre di tutte le cose, l’uomo nasce e cresce nel conflitto. Se non rispondete con la forza alla loro violenza, morirete di terrore.

Il gandhismo è un pensiero da uomo malaticcio, senza spalle e senza palle. Chi lo professa fa venire voglia di passargli sopra con il carro armato. La Natura è ferina, brutale. In Natura, domina l’animale più forte e con maggiori capacità di adattamento.

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Questo popolo italiano, infatti, è ripugnante come ogni creatura debole e macilenta. Non ha ancora capito che nella vita bisogna mettere in conto la possibilità di perdere, ma prima bisogna imparare a combattere. Attenzione: non opprimere per gratuito sadismo, ma difendersi sì. Se ti schiacciano e tu non reagisci, meriti di morire.

Se dunque vogliamo vivere in pace, come meglio ci pare e senza farci dare ordini da invasati alla quinta dose, forse è il caso di buttare la spazzatura gandhiana nel cesso e dare prova del nostro valore, dimostrando con i pugni quanto fa male la nostra libertà quando si schianta sulla faccia di chi ce la vorrebbe negare.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

2 commenti su “CON IL VOSTRO GANDHISMO, MI AVETE SCARTAVETRATO I COSIDDETTI (di Matteo Fais)

  1. Finalmente qualcuno che parla chiaro, non conoscevo Fais , l’ho scoperto dopo aver letto il post della Bifarini oggi su libre. Non ne posso più di questa forzata calma in attesa degli eventi. Conosco le lotte quelle vere degli anni passati. Una buona dose di incazzatura fa bene al fisico e allo spirito, scartiamo i pompieri e avviciniamoci ai prodi!

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