GRETA BECCAGLIA E IL SOLITO FEMMINISMO D’ACCATTO (di Franco Marino)

La notizia fa il giro dei social, specialmente su Twitter, solita a gonfiare hashtag a suon di soldini, grazie all’operato di molti influencer di regime: Greta Beccaglia – di cui apprendo l’esistenza solo oggi – è stata palpata durante un servizio televisivo di non so più quale evento. E il fatto in sé è chiarissimo: essendo stata palpeggiata, quella giornalista ha subito di fatto una molestia, prevista dal codice penale. E non da oggi, cioè da quando il femminismo isterico ha trasformato persino i modi paternalistici di un uomo di rivolgersi ad una donna in una forma di molestia (mansplaining) ma da decenni. Che poi raramente una donna decida di denunciare il palpeggiatore, è un altro paio di maniche. E’ inutile che i teorici del “ma che sarà mai” si indignino. Il codice penale – almeno in questo caso – parla chiaro.
Il punto è che, come al solito, i perbenisti fanno di tutto per passare dalla ragione al torto. Senza che nessuno dall’altra parte faccia alcunché.
Infatti, il tenore dei tweet e dei post sui social è del tutto incentrato sul ricorrente tema della “mascolinità tossica”. E qui cascano le braccia. Perché nel momento in cui si dice che le molestie sessuali derivano dalla mascolinità, forse si ignora che il meccanismo delle molestie è il medesimo in tutte le tipologie: qualcuno fa qualcosa di non gradito dall’altra parte che ovviamente ne ricaverà un profondo fastidio e disagio. Circostanza questa che non è esclusiva del sesso femminile e non solo limitata alla sfera sessuale perché, anche se sembra strano, esistono mille modi, tutti sgradevolissimi, tutti violentissimi, per molestare una persona, senza che la sfera sessuale ne sia in qualche modo implicata.
Tutto sta nel tipo di rispetto che si ha per l’altro che, se ben impresso in noi stessi, ci impedisce non soltanto di toccare il sedere ad una donna che non abbia acconsentito, ma anche di infastidire chiunque mostri poco gradimento per certi nostri comportamenti.
Farne una questione di genere, significa non aver capito assolutamente NULLA del meccanismo alla base delle molestie. Che poggiano su uno schema preciso: un individuo che non ha rispetto del prossimo che reca deliberatamente fastidio ad una vittima, con determinati atteggiamenti.
Certamente, poi, nei casi di molestie sessuali, una donna tende ad esserne maggiormente vittima, anche perché il desiderio sessuale nel suo caso funziona diversamente. Questo è innegabile. Ma perché, esattamente come nelle violenze sulle donne, come nell’omofobia, come nei delitti a sfondo razziale, particolareggiare una questione che ha invece origine da una maleducazione generale? Forse che si possa essere maleducati e molesti solo a compartimenti stagni?
Greta Beccaglia ha subito una molestia, su questo non c’è dubbio. Ma nessuno vuole accettare che per sentirsi molestati non occorre appartenere ad una categoria. E’ sufficiente che, per i motivi più disparati, qualcuno ci dia deliberatamente fastidio. Qualcosa che accade ogni giorno, a tutti. Senza che nessuno compri hashtag su Twitter per condannare la cosa. E’ una molestia anche qualcuno che ci tocca la pancia allo scopo di farci notare che siamo ingrassati. O meglio, a me, se accade, la cosa crea un profondo fastidio, tale addirittura da non voler più rivedere quella persona. E se vogliamo dirla tutta, è anche un’invasione della mia sfera sessuale perché vedermi toccato sulla pancia mi ricorda che ho un difetto fisico che potrebbe precludere l’interesse sessuale di quelle donne che da me volessero l’addominale scolpito. Perché io non dovrei avere il diritto di sentirmi molestato?
Ogni giorno un essere umano viene molestato per mille motivi che non verranno mai riconosciuti come meritevoli di tutela. E’ esattamente questo che impedisce di combattere le molestie, le discriminazioni e tutti quei delitti contro la persona, senza capire che nel momento in cui vengono categorizzati, si sta dicendo che un individuo ha il diritto di sentirsi offeso, discriminato e molestato solo se appartiene ad una categoria.
La cultura dei diritti o è universale o è solo propaganda. Tutti siamo vittime di molestie, ogni giorno. Tutti veniamo discriminati per i più svariati motivi. Il palpeggiamento del culo francamente, non mi sembra certo la più grave. Ok, non si fa e siamo d’accordo. Ma se qualcuno avesse palpato la Meloni non avreste fatto tutto questo casino. Perché il vero problema non è che si voglia combattere la cultura delle molestie ma solo che si voglia punirne alcune per lasciare impunite le altre.
Ed è esattamente questo che impedisce la nascita di una vera cultura universale dei diritti.
FRANCO MARINO
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FRANCO MARINO
Boh? Io non ci vedo tutta sta tragedia. Quando andavo in discoteca capitava, ma non ho mai sentito il bisogno di lamentarmene. Un bello schiaffone al malcapitato e amen. Possibile che vogliano sempre sembrare così fragili e bisognose di protezione?
…poi magari sbaglio io…
Non è una tragedia, io ho subito di peggio e nessuno mi ha aiutata; ma non va lasciato impunito un atto così grossolano aggressivo a favor di telecamere. Pubblico.
Ben venga la denuncia, se la legge lo permette.
Non è questione di essere fragili o bisognose di protezione, al contrario.
OT: ragazzi non mi dite che vi è sfuggita la vicenda del prof. Martino Mora? Andate a cercare e vedrete, sono certo che ci scriverete un post. Buona giornata